Bologna, 5 dicembre 2022 - Il picco dell'influenza arriverà a inizio 2023 e già si dibatte sul ritorno della mascherina. La chiamano australiana, perchè il nuovo ceppo A/H3N2 è stato isolato, quest'anno, per la prima volta in Australia e da qui il nome. Che è bello ed esotico, ma le caratteristiche piacevoli di questa malattia si fermano lì. Si tratta, infatti, di una versione particolarmente aggressiva che arriva dopo due anni in cui l'influenza era quasi scomparsa grazie alle mascherine, al distanziamento sociale e anche al fatto che - diciamolo - eravamo tutti molto più chiusi in casa. Ed ecco quindi spiegato il boom di casi, soprattutto tra i bambini, che sta mettendo in seria difficoltà il sistema ospedaliero e dei pediatri a Bologna, Rimini e in tutta Italia.
Influenza 2022, i più colpiti sono i bimbi. "La febbre altissima dura giorni"
"Per la prima volta nella storia della medicina moderna - ha spiegato Roberto Burioni in televisione a Che tempo che fa -, un’epidemia annuale di influenza è partita a novembre. In grande anticipo, perché in genere parte a metà gennaio e anche quando si è anticipato molto, come nel 2016, è partita a metà dicembre. C’è stato anche un secondo cambiamento: una grande incidenza delle sindromi influenzali tra i bambini tra 0 e 4 anni”. Ma cominciamo dall'inizio.
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La mascherina sui bus
"Nel 'calderone influenza' finiscono anche altri virus parainfluenzali, quelli sinciziali e anche coronavirus umani come l'Oc43 che da cent'anni è tra noi e ci porta il raffreddore - spiega Massimo Ciccozzi, responsabile dell'Unità di Statistica medica ed epidemiologia molecolare della Facoltà di Medicina e chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma -. A questo punto il consiglio è che, se aumentano i casi, forse terrei la mascherina sui mezzi pubblici e nei luoghi affollati, soprattutto per gli anziani e i fragili. Senza reintrodurre l'obbligo come stanno pensando in Francia, ma raccomandandola"
Il picco
Ora, invece, il picco è ormai alle porte, in netto anticipo rispetto al solito: dovrebbe arrivare - stimano gli esperti - già nelle prime settimane del 2023 invece che a febbraio. E, naturalemtne, le categorie più a rischio restano i bimbi piccolissimi sotto ai 4 anni di età e gli over 65.
Come si trasmette l'influenza
Così come il covid - anche l'influenza è infatti un virus - viene trasmessa principalmente dalle goccioline diffuse attraverso la tosse o gli starnuti e attraverso il contatto diretto o indiretto con le secrezioni respiratorie contaminate.
L'incubazione e la contagiosità
Il periodo di incubazione dell'influenza è solitamente di due giorni, ma può variare da uno a quattro giorni. Gli adulti possono essere in grado di diffondere l'influenza ad altri da un giorno prima dell'inizio dei sintomi a circa cinque giorni dopo l'inizio dei sintomi. I bambini e le persone con un sistema immunitario indebolito possono essere più contagiosi.
La pericolosità
L'influenza e la polmonite, che è una delle complicanze più spesso associata al virus, sono classificate tra le prime 10 principali cause di morte in Italia.
I sintomi
Purtroppo, i sintomi sono molto simili a quelli causati dal contagio da Sars-Cov-2. Come avvisa l'Iss i sintomi più comuni sono: insorgenza improvvisa di febbre alta, tosse e dolori muscolari. Altri sintomi comuni includono mal di testa, brividi, perdita di appetito, affaticamento e mal di gola. Possono verificarsi anche nausea, vomito e diarrea, specialmente nei bambini.
La durata
La maggior parte delle persone guarisce in una settimana o dieci giorni, ma alcuni soggetti (quelli di 65 anni e oltre, bambini piccoli e adulti e bambini con patologie croniche), sono a maggior rischio di complicanze più gravi o peggioramento della loro condizione di base.
L'incidenza in Emilia Romagna, Marche e Veneto
L'incidenza dei nuovi casi ogni 1.000 assistiti in Italia che viene comunicata dai medici di base all'Istituto superiore della sanità è arrivata a 12,91. Un dato che arriva però a 40,79 se si considerano solo i piccoli pazienti tra zero e 4 anni. Ma la difussione dell'influenza non è uguale in tutta Italia: Emilia Romagna, Umbria e Lombardia sono state classificate a livello 'molto alto', mentre Marche, Veneto e provincia autonoma di Bolzano solo a livello 'alto'.
Tradotto in numeri, in Emilia Romagna l'incidenza totale è a 20,24 nuovi casi ogni mille assistiti, un dato che raggiunge il 53,77 nella fascia 0-4 anni. In Veneto l'incidenza totale è 16,43 (45,72 nella fascia 0-4 anni) e nelle Marche 15,58 (41,93 nella fascia 0-4 anni).