Rimini, 26 dicembre 2024 – “Sappiamo che lì ci sono due persone e quindi la pressione c'è: non so fino a che punto si debba ancora sperare però quella, c'è sempre... la speranza è l'ultima a morire. Quindi speriamo che abbiano trovato qualche anfratto anche se dopo quattro giorni purtroppo le cose saranno ridotte...”. A parlare è il finanziere Marco Moreschini del nucleo di soccorso alpino dell'Arma dell'Aquila. Una pattuglia di Fiamme Gialle infatti è riuscita a raggiungere Vallone dell'Inferno luogo dell'ultima disperata richiesta d’aiuto dei due alpinisti romagnoli dispersi da domenica: ma “non abbiamo trovato nessuna traccia dei due”.
Un sole livido illumina appena Campo Imperatore da dove sono iniziate le ricerche di Luca Perazzini e Cristian Gualdi, i due alpinisti di Santarcangelo (in provincia di Rimini) dispersi sul Gran Sasso. Le loro ultime notizie risalgono a domenica sera: in una telefonata disperata hanno spiegato a fatica che erano scivolati nella Valle dell’Inferno mentre scendevano lungo Direttissima dal Corno Grande. La caduta li ha allontanati, ed è anche andata dispersa parte dell’attrezzatura tecnica: lo ha spiegato uno dei due nella disperata telefonata di domenica sera, nel corso della quale la difficoltà di parola lasciava trasparire un principio di assideramento. Da allora, il silenzio e la bufera.
Rischio valanghe e meteo
I soccorritori sono riusciti a raggiungere il bivacco invernale del rifugio Duca degli Abruzzi di Campo Imperatore a 2.100 metri di quota, da dove vengono coordinate le operazioni di ricerca.
Oggi, per la prima volta, le condizioni meteo sono migliorare: fino a ieri la zona è stata sommersa da una bufera di neve con raffiche di vento che hanno raggiunto i cento chilometri all’ora. Condizioni meteo proibitive che hanno bloccato anche gli uomini del soccorso alpino che sono ieri sera sono riusciti finalmente a riparare la funivia a tornare a valle.
Oggi, a spaventare è il pericolo valanghe (rischio 3 su una scala di 5): nonostante ciò, i soccorritori sono partiti verso il canalone della Direttissima dove Luca e Cristian sono precipitati. In un primo tempo si era ipotizzato di limitarsi al sorvolo in elicottero della zona da dove si è levato l’ultimo Sos.
Arrivati sul posto e costretti a tornare indietro
Una squadra del Soccorso Alpino della Finanza, sci ai piedi, ha raggiunto, dopo giorni di attesa, la Valle dell'Inferno, la zona del Gran Sasso in cui dovrebbero trovarsi i due scalatori di Sant'Arcangelo di Romagna, Luca Perazzini e Cristian Gualdi. I quattro soccorritori, in una situazione di assoluta emergenza, non hanno trovato tracce. Neve altissima e raffiche di vento: il gruppo è tornato indietro. Potrebbe esserci, in giornata, il sorvolo dell'area.
Cos’è successo
Cristiano Gualdi, 48 anni, e Luca Perazzini, 42, sono partiti per una delle loro escursioni in montagna sabato 21 dicembre e avrebbero dovuto rientrare domenica sera. Stavano scendendo lungo la Direttissima che scende dal Corno Grande quando sono stati investiti dal maltempo e, intorno a 2.700 metri, sono scivolati nella Valle dell’inferno. In serata, sono riusciti a dare l’allarme comunicando la loro approssimativa posizione.
Pare anche che uno dei due alpinisti nel cadere abbia perso alcuni degli indumenti e lo zaino, rimanendo così ferito tanto che, raggiunto con grande difficoltà tramite il numero di emergenza, avrebbe avuto già nella serata di domenica serie difficoltà nel parlare. Indizio secondo i soccorritori di un principio di assideramento. "La situazione è complicata. Soprattutto per il rischio di ipotermia" hanno detto i soccorritori.
Chi sono
Gualdi e Perazzini, amici da tanti anni, vivono entrambi a Santarcangelo di Romagna, in provincia di Rimini. Condividono la passione per la montagna e per le escursioni nella natura.
Perazzini, che risiede nella frazione di San Vito, lavora come elettricista per la Nuova Cei, un’azienda di Santarcangelo. Gualdi, 48 anni, è invece il titolare della Top Infissi di Savignano sul Rubicone nel Cesenate.
Il sindaco di Santarcangelo, Filippo Sacchetti, prega: “Ogni ora che passa l'ansia e la paura aumentano, ma vogliamo attendere fiduciosi che presto ci siano notizie dei due concittadini scomparsi. La speranza resta accesa e tutta la comunità rimane col fiato sospeso”.
I parenti dei due dispersi sono in Abruzzo, in una struttura ai piedi del Gran Sasso: assistiti da un team di psicologi attendono notizie dalla montagna.