Bologna, 11 ottobre 2023 – La salute mentale è un diritto universale di tutti e ognuno di noi può essere "studente del proprio benessere". Questa è l’idea alla base delle giornate di ieri e oggi dedicate alla salute mentale e della “scuola di benessere”, nata dalla sinergia di Ausl e Unibo, col supporto del Comune e degli studenti e degli insegnanti. I progetti di partecipazione attiva di queste prime settimane di scuola, da metà settembre a oggi, sono dedicati in particolare ai giovani, perché “come ci dicono le recenti ricerche, il 75% dei disturbi mentali esordisce entro i 25 anni, è quindi chiaro che questa fascia deve attrarre sforzi e interessi a livello comunitario”, esordisce Fabio Lucchi, direttore dipartimento salute mentale Ausl Bologna.
Gli studenti e i docenti delle medie “Farini” e “Scandellara” hanno seguito, insieme al dottor Stefano Costa, neuropsichiatria dell'adolescenza e dell'infanzia Ausl Bologna, il laboratorio “sul tema dell’uso consapevole dei social. I ragazzi hanno lavorato in piccoli gruppi e poi hanno presentato le loro proposte attive tra di loro, tra le famiglie e la scuola. Di seguito, i ragazzi hanno confrontato le loro queste con il decalogo sull’uso dei social elaborato dall’ospedale pediatrico ‘Bambino Gesù’ di Roma, dove ci sono state tante congruenze tra le idee dei ragazzi e quelle dei professionisti. Dall’incontro tra i ragazzi e i genitori, è risultato che l’80% di loro chiede maggior controllo agli adulti e il 20% di passare più tempo con loro. Diversi ragazzi ci hanno segnalato di avere problemi coi social – continua Costa - e hanno proposto di segnalare questo disagio agli insegnanti e agli adulti”. Un altro progetto ha visto protagonista la scuola media “Testoni-Fioravanti” e alcuni studenti Unibo. La professoressa di lettere Linda Leoni e l’insegnante di sostegno Enrico Rossi, hanno seguito le proposte dei ragazzi e “dato vita a tanti spunti stimolanti” – dice Leoni. In questa sede “i gruppi erano da 8 o 10 ragazzi (4 o 5 delle medie e 4 o 5 dell’università, in modalità ‘peer-to-peer’) e dovevano elaborare un’idea sulla base dei propri interessi e condividerla”, ha commentato Rossi. Dello stesso avviso sono Emma Gaglioti e Davide Bedussi, due ragazzi di seconda della “Testoni-Fioravanti”, coinvolti in quella che per loro è stata “un’attività interessante che ci ha fatto creare cose che non si riescono a fare nell'ambiente scolastico”. Conclude Maria Letizia Guerra, delegata all’impegno pubblico dell’Unibo con il suggerimento di “continuare il dialogo che ha come obiettivo quello di rispondere alle esigenze mentali di ognuno di noi”.