Giorgio Napolitano e quella visita al Carlino: “Un giornale-istituzione”

Morto a 98 anni, l’allora presidente della Repubblica venne in visita nella sede di via Mattei il 15 marzo 2007

Bologna, 23 settembre 2023 – È morto Giorgio Napolitano, aveva 98 anni. È stato il primo presidente della Repubblica eletto due volte, nel 2006 e nel 2013.

Una istituzione della città”. Parole importanti con cui Giorgio Napolitano definì ‘il Resto del Carlino’ durante la sua visita nella sede del quotidiano in via Mattei a Bologna, 16 anni fa, il 15 marzo del 2007.

“Un giornale-istituzione” che regalò all’allora presidente della Repubblica, morto oggi a 98 anni, “un bellissimo incontro” davanti ai giornalisti e ai poligrafici. I lunghi scambi di parole, gli abbracci e le strette di mano con tutta la famiglia del ‘Carlino’, poi le passeggiate insieme alla moglie Clio Maria Bittoni sotto le Due Torri e per le vie del centro, con il plebiscito e gli applausi dei bolognesi.

Giorgio Napolitano nella sede de Il Resto del Carlino, in via Mattei a Bologna
Giorgio Napolitano nella sede de Il Resto del Carlino, in via Mattei a Bologna

Napolitano durante la visita al ‘Carlino’ si definì anche “onorato” della possibilità di offrire l’Alto Patronato della presidenza della Repubblica al ‘Premio Marco Biagi per la solidarietà sociale’ istituito dal giornale, nato dal desiderio di tenere viva la memoria del giuslavorista ucciso dalle Brigate rosse il 19 marzo del 2002.

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Durante la visita al giornale, Napolitano si lanciò soprattutto in un intervento politico, commentando la crisi del governo Prodi bis, in atto proprio in quelle settimane. Tornò a Bologna nel 2012 per la cerimonia della laurea honoris causa in programma nell'aula di Santa Lucia dell'Alma Mater, raccontata passo passo dai nostri cronisti.

A esprimere cordoglio è anche Romano Prodi: “La notizia della morte di Giorgio Napolitano mi addolora profondamente. Con la sua scomparsa il Paese perde un testimone prezioso della nostra storia – sottolinea l'ex premier –. Ha saputo sempre rappresentare la nazione con autorevolezza come dirigente di partito, deputato e senatore prima e poi come presidente della Camera, parlamentare europeo, ministro dell'Interno e per due volte presidente della Repubblica”. “Il suo attaccamento alle istituzioni e la fedeltà al dettato costituzionale – aggiunge Prodi – sono state una costante della sua vita pubblica condotta con rigore e saggezza. E' stato un preziosissimo collaboratore come ministro dell'Interno durante il mio primo governo e l'autorevole punto di riferimento, come presidente della Repubblica, nel secondo. Voglio ricordare la sua determinazione nei confronti della necessità di mantenere un costante dialogo con l'Occidente, la sua salda ispirazione europeista, così come la sua apertura al riformismo. Il mio pensiero commosso è in queste ore rivolto alla moglie, ai suoi figli e a tutti coloro che gli hanno voluto bene".