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Gimbe Coronavirus, contagi e ricoveri in Emilia Romagna e Marche

Il monitoraggio della Fondazione nella settimana 2-8 dicembre. Rallentano i nuovi casi ma diminuiscono anche i tamponi. Ospedali ancora saturi. Terza ondata: attenzione alla tempesta perfetta

La tabella Gimbe dei posti letto occupati dai pazienti Covid regione per regione

La tabella Gimbe dei posti letto occupati dai pazienti Covid regione per regione

Bologna, 10 dicembre 2020 - Continua il rallentamento nella crescita dei contagi da Covid in Italia e in quasi tutte le regioni tra cui Emilia Romagna e Marche. E' il risultato del monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe nella settimana 2-8 dicembre.

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Rispetto alla precedente, infatti si è registrata una flessione dei nuovi casi (136.493 vs 165.879), a fronte di una riduzione di oltre 121mila casi testati (551.068 vs 672.794) e di una sostanziale stabilità del rapporto positivi/casi testati (24,8% vs 24,7%). Calano del 5,4% i casi attualmente positivi (737.525 vs 779.945) e, sul fronte degli ospedali, diminuiscono sia i ricoveri con sintomi (30.081 vs 32.811) che le terapie intensive (3.345 vs 3.663); in lieve riduzione anche i decessi (4.879 vs 5.055). Ecco tutti i dati in dettaglio dalle nostre regioni.

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Contagio in Emilia Romagna

Continua il calo percentuale in Emilia Romagna dei nuovi casi: questa settimana si attesta infatti al +10,2% contro il 23% di due settimane fa. Un dato positivo quindi anche se sempre superiore al dato nazionale che si attesta nella settimana 2-8 dicembre all'8,4%. Peggiora invece il rapporto tra positivi e casi testati che arriva al 32,4%. La media nazionale in questo caso si ferma al 24,8%.

Contagio nelle Marche

Nelle Marche migliora sia l'aumento percentuale dei nuovi positivi (+8,9%) che il rapporto tra nuovi positivi e casi testati (+17,8)%. "Anche questa settimana – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe – si confermano evidenti segnali di rallentamento del contagio quali la riduzione dell’incremento percentuale dei casi totali (8,4% vs 11,4% a livello nazionale, registrata anche in tutte le Regioni) e del numero dei nuovi casi settimanali, ma l’effetto non è dovuto solo alle misure introdotte". Rimane infatti stabile il rapporto positivi/casi testati a livello nazionale e, soprattutto, si registra un’ingiustificata riduzione di oltre 121 mila casi testati (-18,1%), che solo in 5 regioni aumentano rispetto alla settimana precedente. Tra queste anche le Marche.

Posti letto Covid in Emilia Romagna: 50%

In Emilia Romagna i posti letto sono occupati in area medica da pazienti Covid al 50%. Un punto percentuale in più rispetto alla settimana scorsa e un numero ampiamente superiore alla media nazionale che si attesta al 45%. Diversamente va per i posti letto in terapia intensiva occupati da pazienti Covid che scendono al 31% (contro il 33% della settimana scorsa) attestandosi con una percentuale sempre inferiore a quella nazionale (38%). 

Se le misure di mitigazione hanno allentato la pressione su ricoveri e terapie intensive che hanno superato il picco e iniziato una lenta fase discendente, si spiega nel rapporto del Gimbe, la soglia di occupazione per pazienti Covid continua a rimanere oltre il 40% nei reparti di area medica e del 30% nelle terapie intensive in 15 Regioni. La curva dei decessi comincia a salire in maniera meno ripida. "Con questi numeri – spiega il presidente della Fondazione, Cartabellotta – il Paese si presenta come un paziente con “quadro clinico” ancora molto grave e instabile che, superata la fase acuta (picco di contagi e di pazienti ospedalizzati), inizia a mostrare i primi segni di miglioramento grazie alle terapie somministrate. Ma la prognosi rimane riservata e, per essere sciolta, richiede una rigorosa e prolungata “compliance” a tutte le misure individuali, al distanziamento sociale e alle restrizioni imposte da Governo e Regioni".

Posti letto Covid nelle Marche: 43%

Nelle Marche il 43% dei posti letto in area medica sono occupati da pazienti Covid. Un punto percentuale in meno rispetto a quello segnato la scorsa settimana e comunque sempre al di sotto della media nazionale che si attesta al 45%. I posti letto in terapia intensiva invece occupati da pazienti Covid arrivano al 45%. Ben sopra la media nazione che si ferma al 38%.

Cartabellotta: "La discesa della curva sarà molto lenta"

"Da questi numeri – spiega Cartabellotta – emergono tre ragionevoli certezze: innanzitutto che le misure introdotte hanno frenato il contagio; in secondo luogo che l’effetto delle misure sull’incremento dei nuovi casi è sovrastimato da una consistente riduzione dell’attività di testing; infine che, a invarianza di misure restrittive, la discesa della curva sarà molto lenta, certo non paragonabile a quella della prima ondata".

«La riduzione del bacino degli attualmente positivi – continua il presidente – è lenta, modesta, oltre che sovrastimata dalla notevole riduzione di tamponi e casi testati delle ultime settimane». Infatti, dal record di 124.575 casi testati in media al giorno della settimana 4-11 novembre, in quella 2-8 dicembre si è registrato un decremento del 36,8% (-45.851 casi testati/die). Meno evidente la riduzione dei tamponi totali, passati da una media di 214.187/die della settimana 12-18 novembre ai 179.845 della settimana 2-8 dicembre, con un calo giornaliero medio di 27.907 tamponi (-13,4%) (figura 2).

"Attendiamo l'impatto sugli ospedali dell'influenza stagionale"

"Siamo in una fase estremamente delicata dell’epidemia – ribadisce Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – per almeno tre ragioni: innanzitutto con oltre 700 mila attualmente positivi è impossibile riprendere il tracciamento dei contatti; in secondo luogo, ci attendono lunghi mesi invernali che favoriscono la diffusione di tutti i virus respiratori; infine, sino a metà gennaio non sapremo se l’impatto dell’influenza sarà, come auspicato, più contenuto rispetto alle stagioni precedenti. In tal senso, arrivare a quel momento con gli ospedali saturi potrebbe avere conseguenze disastrose per la salute e la vita delle persone".

"Terza ondata: attenzione alla tempesta perfetta"

«Altri due elementi – conclude Cartabellotta – completano la tempesta perfetta che rischia di innescare la terza ondata. Alla vigilia delle festività natalizie, tutte le Regioni si avviano a diventare gialle, un colore che non deve essere letto come un via libera, ma impone il rispetto di regole severe per impedire assembramenti e ridurre al minimo i contatti sociali tra persone non conviventi. Infine, l’auspicato e (speriamo) imminente arrivo del vaccino non deve costituire un alibi per abbassare la guardia: nella più ottimistica delle previsioni, infatti, un’adeguata protezione a livello di popolazione potrà essere raggiunta solo nell’autunno 2021 con una massiccia adesione delle persone alla campagna di vaccinazione".