Bologna, 3 dicembre 2020 . Diminuiscono in Italia i nuovi contagi da Coronavirus e diminuisce l'incidenza tra nuovi casi e test effettuati nell'ultima settimana che va dal 25 novembre al 1° dicembre rispetto a quella precedente. A dirlo è il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe che analizza i dati regione per regione e quindi anche per ciò che concerne Emilia Romagna e Marche. Ma, la Fondazione Gimbe "a poche ore dalla firma del nuovo Dpcm - spiega Cartabellotta - chiede al Governo di mantenere la linea del rigore, al fine di evitare una nuova inversione della curva del contagio ed aumentare la pressione, già intensa, sugli ospedali dove i professionisti sanitari sono al limite dello stremo".
Il focus Nuovo Dpcm: la bozza al vaglio delle Regioni. Il pdf
Decessi in aumento
E se in Italia i nuovi positivi sono passati a 165.879 contro i 216.950 a fronte di un calo dei casi testati (672.794 vs 778.765) e di una riduzione del rapporto positivi/casi testati (24,7% vs 27,9%), diminuiscono anche del 2,3% i casi attualmente positivi (779.945 vs 798.386) oltre ai ricoveri con sintomi (32.811 vs 34.577) e alle terapie intensive (3.663 vs 3.816). Ancora in aumento invece i decessi (5.055 vs 4.842) che segnano il +9,9%.
Posti letto Covid in Emilia Romagna: 49%
In Emilia Romagna sono occupati al 49% in area medica, mentre le terapie intensive occupate da pazienti Covid sono occupate dai pazienti malati di Coronavirus al 33%, una cifra molto inferiore rispetto a quella registrata in Italia che si attesta al 41%. "La soglia di occupazione per pazienti Covid - spiega il presidente della Fondazione - rimane oltre il 40% nei reparti di area medica in 15 regioni e quella del 30% nelle terapie intensive in 16 regioni. E dove i tassi di occupazione sono molto più elevati, precisa Cartabellotta, "i pazienti Covid 'invadono' gli altri reparti limitando la possibilità di curare pazienti con altre patologie e determinando il rinvio di altre prestazioni, interventi chirurgici inclusi".
Posti letto Covid nelle Marche: 44%
Sono sopra la media nazionale (48%) i posti letto occupati nelle Marche dai pazienti Covid che arrivano al 49% . sopra la media nazionale anche i posti Covid occupati nelle terapie intensive 44% contro il 41% della media nazionale.
L'incidenza tra nuovi positivi e tamponi effettuati
"Si conferma – dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – la riduzione dell’incremento percentuale dei casi totali (11,4% vs 17,5%), del numero di nuovi casi settimanali (165.879 vs 216.950) e, in misura minore, del rapporto positivi/casi testati (24,7% vs 27,9%) a fronte di una sensibile riduzione dei casi testati (-13,6%)".
Efficacia delle misure 'a colori' introdotte col Dpcm del 3 novembre
"Le misure di contenimento – continua il presidente – si riflettono anche sulle curve degli attualmente positivi, di ricoveri e terapie intensive, che sembrano avere superato il picco e iniziato la fase discendente, mentre la curva dei decessi continua a salire". La Fondazione Gimbe ha valutato l’impatto delle misure introdotte dal Dpcm 3 novembre con il “sistema a colori”, esaminando il trend di alcuni indicatori nel periodo compreso dal 6 novembre (data d’introduzione delle misure) al 28 novembre (ultimo giorno prima degli allentamenti in alcune Regioni).
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Emilia Romagna: Rt all'1,06 dopo le restrizioni
In Emilia Romagna l'Rt è passato dall'1,52 della settimana tra il 26 ottobre e il 1° novembre all'1,06 di quella dal 16 al 22 novembre. Un calo dello 0,46 effetto probabile delle misure di contenimento adottate dal governo e dalla Regione stessa.
Marche: Rt allo 0,86 dopo le restrizioni
Rt in calo anche nelle Marche: nelle due settimane di riferimento è passato infatti dallo 0,91 allo 0,86 (-0,05). Risulta evidente che sull’allentamento delle misure del 29 novembre, deciso sulla base dei criteri del Dpcm novembre, pesa di fatto solo la riduzione dell’indice Rt, visto che tutti gli altri indicatori sono peggiorati rispetto al 6 novembre, tranne rare eccezioni.
"Sbiadire i colori delle Regioni? Si rischia un incremento della curva"
«La nostra analisi – ribadisce Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe – conferma che, Rt a parte, non si intravedono risultati tangibili a 3 settimane dall’introduzione delle misure. Inoltre, suggerisce che sbiadire troppo presto il colore delle Regioni rischia di determinare una risalita prima dell’indice Rt, poi della curva epidemica e quindi dei tassi di ospedalizzazione. In altre parole, con la circolazione del virus ancora troppo elevata per riprendere un efficace contact tracing e con la pressione sugli ospedali molto alta, i primi timidi segnali di miglioramento rischiano di essere vanificati dall’allentamento delle misure".
"A poche ore dalla firma del nuovo Dpcm – conclude Cartabellotta – che dovrebbe guidare i nostri comportamenti sino alla fine delle festività natalizie, la Fondazione Gimbe chiede al Governo di mantenere la linea del rigore, al fine di evitare una nuova inversione della curva del contagio ed aumentare la pressione, già intensa, sugli ospedali dove i professionisti sanitari sono al limite dello stremo. Chiediamo inoltre di rivedere le tempistiche per ridurre l’intensità del colore delle Regioni: i dati confermano infatti che due settimane di “osservazione” sono insufficienti per valutare un miglioramento tangibile sulla curva dei contagi e, soprattutto, sui tassi di ospedalizzazione. In tal senso, l’ipotesi di un “Italia tutta gialla” in tempi brevi è più un desiderata della politica che una strategia di controllo dell’epidemia".