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Fine stato emergenza: cosa cambia dal 31 marzo 2022

Dal Green pass alle mascherine, dal sistema dei colori allo smart working. Ecco le questioni che il governo deve dirimere

Bologna, 12 febbraio 2022 - Il prossimo 31 marzo 2022 ci sarà la fine dello stato di emergenza (e forse del green pass?), che è iniziato il 30 gennaio 2020, cioè in seguito alla segnalazione da parte della Cina (31 dicembre 2019) di un cluster di casi di polmonite a Wuhan, la cui causa è stata successivamente attribuita a un nuovo coronavirus Sars-CoV-2,. All'inizio del 2020, l'Organizzazione Mondiale della Sanità dichiarò l'emergenza di sanità pubblica per l'epidemia che si era sviluppata in Cina e il governo italiano proclamò, a sua volta, lo stato di emergenza coon cui pose in atto le prime misure contenimento del contagio.

Abolizione Green pass: le ipotesi sul tavolo

Il Consiglio dei MInistri ha più volte prorogato lo stato di emergenza, l'ultima volta col decreto legge del 15 dicembre 2021, che prolungava le misure straordinarie fino al 31 marzo 2022. Grazie al massiccio utilizzo dei vaccini e al miglioramento dei dati epidemiologici, l'orientamento del governo è quello di non prorogarlo ulteriormente (anche se non è ancora certo). Quindi cosa cambia dal 31 marzo?

Fine stato emergenza 31 marzo 2022: cosa cambia
Fine stato emergenza 31 marzo 2022: cosa cambia

Fine stato emergenza o proroga: cosa succede?

Se non venisse prorogato lo stato di emergenza, si tornerebbe a una normalità pre-pandemia da Covid. Lo Stato di emergenza, infatti, ha permesso al Governo e alla Protezione Civile di avere poteri straordinari in modo da poter derogare a qualsiasi disposizione in vigore purché nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento giuridico. E' stato possibile, poi, legiferare in modo più veloce. Allo stato di emergenza sono legate tutta una serie di norme e strutture che dovrebbero decadere con la fine di marzo. Tra cui: il Cts, il commissario all'emergenza, le mascherine, il distanziamento, il sistema dei colori delle regioni, lo smart working. Tuttavia, le questioni da dirimere sono ancora tante per il goverrno, che deve stabilire come ridistribuire le competenze e su quali misure mantenere il regime ordinario.

Il Cts si scioglie?

Tra le questioni in ballo, c'è lo scioglimento o meno del Comitato tecnico scientifico, che è un organo consultivo del governo ed è strettamente legato all'emergenza tanto che fu la prima ordinanza dell'allora capo della Protezione Civile Angelo Borrelli a definirne organico e funzioni. In teoria il Cts dovrebbe decadere così come l'attuale commissario straordinario per l'emergenza, Francesco Paolo Figliuolo (subentrato a Borrelli), che gestisce la campagna dei vaccini.

Mascherine al chiuso

Tra le questioni più pressanti c'è anche quella delle mascherine: da ieri, 11 febbraio 2022, non sono più obbligatorie alll'aperto. Ma l'uso delle mascherine al chiuso verrà prorogato o verrà tolto definitivamente?

Green pass e obbligo per over 50

Il Green pass dovrebbe essere una misura slegata allo stato di emergenza, tuttavia entro il 31 marzo 2022 si capirà se resterà o meno in vigore. Il governo non ha ancora preso una decisione ufficiale anche se è probabile che la certificazione verde resterà almeno fino al 15 giugno, data in cui per gli over 50 termina l'obbligo del vaccino. Infatti, fino a quella data gli over 50 dovranno esibire il Super Green pass sul luogo di lavoro. Chi non lo presenta verrà sospeso e resterà senza stipendio, ma conserverà il posto di lavoro. Le sanzioni vanno da 600 a 1.500 euro. E per gli altri cosa succederà?

Colori regioni

Con la fine dell'emergenza stop anche al sistema delle restrizioni per le regioni con il passaggio di colore (zona bianca, gialla, arancione e rossa). Sistema che comunque aveva già fatto discutere e di cui i presidenti di regione avevano chiesto il superamento. 

Vaccino, hub e farmaci

Decaduto il commissario straordinario bisognerà capire chi prenderà in mano la campagna vaccinale. Alcune competenze, come la gestione dell'acquisto dei vaccini, resteranno in capo al ministero della Salute, al quale dovrebbe finire anche tutto ciò che riguarda gli acquisti di farmaci per la lotta al virus. Partita, quest'ultima, che però potrebbe riguardare anche le Regioni, alle quali dovrebbero invece tornare tutte le competenze su ciò che riguarda la campagna vaccinale e gli eventuali richiami, con un graduale passaggio della gestione dai grandi hub ai medici di famiglia, ai pediatri e agli ospedali. 

Smart working

Con la fine dell'emergenza finirà l'ampio utilizzo dello smart working sia in ambito pubblico sia privato. I lavoratori dovranno dunque tornare in presenza e - con il ritorno alla normativa ordinaria - lo smart working dovrà essere definito con accordi individuali tra azienda e lavoratori.