Bologna, 18 dicembre 2020 – La stratta di Natale è stata annunciata stasera dal premier Giuseppe Conte in una conferenza stampa in diretta. Ha annunciato le nuove regole e anche qualche deroga, come quella che prevede, durante le feste di Natale e anche nei giorni da zona rossa, la possibilità di andare a visitare un congiunto non convivente. Lo possono fare al massimo due persone (ma i figli under 14, le persone portratrici di handicap o non autosufficienti al seguito non valgono nel calcolo) e una sola volta al giorno tra le 5 e le 22. La persona che si va a visitare deve, però, abitare nella stessa regione.
Confermate anche le deroghe per i residenti nei comuni con meno di 5mila abitanti. Però potranno muoversi solo entro un raggio di 30 chilometri e senza andare nei capoluoghi di provincia, anche se rientranti nel raggio, per non aumentare gli assembramenti nei centri maggiori.
AGGIORNAMENTO / Dpcm Natale: le regole in un'Italia divisa tra rossa e arancione
Ecco le prime anticipazioni dell'attesissimo Dpcm Natale che uscirà dal consiglio dei ministri convocato alle 18. E' una richiesta che è arrivata al Governo da molti governatori, Stefano Bonaccini in testa: "Attenzione a non lasciare gli anziani da soli a Natale", ho ripetuto come un mantra in queste ore. E così (si dice) sarà.
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Zona rossa e zona arancione
Dal 24 dicembre al 6 gennaio l'Italia sarà zona rossa nei giorni festivi e prefestivi e zona arancione nei giorni lavorativi. Il coprifuoco resta fissato tra le 22 e le 5 del mattino.
Il 28, 29 e 30 dicembre assieme al 4 gennaio l'Italia sarà zona arancione: stop ai viaggi tra regioni e anche tra comuni, bar e ristoranti chiusi ma negozi aperti (volendo fino alle 21). Coprifuoco alle 22 e auocertificazione sempre in tasca.
Il 24, 25, 26, 27, 31 dicembre e 1, 2, 3, 5 e 6 gennaio zona rossa: vietato uscire di casa, negozi, bar e ristoranti chiusi (tranne alimentari, farmacie, tabacchi, edicole e librerie), vietati tutti gli spostamenti anche all'interno del proprio comune. Sarà però permesso andare a mesa.
Le due ipotesi
"Se non combattiamo la pandemia sanitaria rischiamo di non poterci permettere la ripartenza, nelle forme e nei tempi adeguati", èl'avviso del presidente dell'Emilia-Romagna e della Conferenza Stato-Regioni Stefano Bonaccini durante la visita al Tecnopolo di Bologna accanto al ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Per quanto riguarda le misure del Dpcm, "tra le Regioni c'erano posizioni simili, se non coincidenti: serviva una stretta", sottolinea Bonaccini. "Quello che è importante è che si dia un messaggio al Paese in fretta, bene che questa sera ci sia il Consiglio dei ministri che decida. Stanno arrivando i giorni di vacanza, di festività e bisogna che gli italiani abbiano certezze".
Inoltre, altro richiamo arrivato dalle Regioni, "serve uniformità per evitare messaggi al Paese troppo disomogenei". Quanto all'Emilia-Romagna "ha dimezzato l'Rt nell'ultimo mese, vuol dire che la zona arancione è servita. Abbiamo una situazione di stabilizzazione" ma non si può ancora dire che sia finita "dobbiamo cercare di ridurre ulteriormente la curva".
In mattinata, davanti alle alle telecamere di Mattino 5, su Canale 5 aveva ricordato: “L'importante è avere tutti la consapevolezza che ci sia un grande rigore per evitare terza ondata”. “Che la terza ondata della pandemia possa arrivare”, lo dicono un po' tutti gli scienziati – argomenta -, ma il punto è come arriva. Se sarà lieve la si gestirà in maniera differente che se arriverà alta”.
Sull'ordinanza della Regione Veneto: "Capisco Zaia"
Poi affronta un altro dei temi caldi, l'ordinanza varata ieri dalla Regione Veneto, che da domani limita gli spostamenti tra i comuni. "Il mio collega Zaia ha preso misure più restrittive in ragione del fatto, e lo capisco, che il Veneto in questo momento è la regione che ha i numeri più alti dal punto di vista del rapporto con la popolazione", dichiara Bonaccini.
"Ristori celeri"
“Abbiamo chiesto tutti quanti con forza e ognuno si sta organizzando anche nel proprio territorio per metterci del suo, ristori più celeri possibili. Si possono chiedere sacrifici, c'è chi ne ha già fatti tanti, ma bisogna che le risorse promesse arrivino”, prosegue il presidente della Regione Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini a Mattino 5, parlando delle richieste fatte al Governo.
“Lo Stato - aggiunge - deve ristorare coloro che sono costretti a chiusure e restrizioni. Avviene in tutti i Paesi. Ci sono Paesi che sono stati in grado di dare le risorse molto velocemente, in Italia non sempre è accaduto. Quello che chiediamo è rigore nel garantire che coloro che chiudono o devono ridurre un'attività vengano aiutati velocemente”.
"Scuola, riaprire le superiori il 7 gennaio"
Stefano Bonaccini torna a 'spingere' per la riapertura delle scuole superiori il 7 gennaio. "Sono tra coloro che pensano che i nostri ragazzi hanno già fatto troppa didattica a distanza. Quindi bisogna essere organizzati bene", sottolinea Bonaccini, oggi ospite di Mattino 5. Bonaccini ne parla a proposito dell'allargamento progressivo della cittadinanza da vaccinare contro il Covid. Su quel fronte "stiamo lavorando bene col Governo e il commissario Arcuri - sottolinea Bonaccini - la prima tranche parte ai primi di gennaio, tutti gli operatori sanitari e tutti gli ospiti delle residenze per anziani riceveranno il vaccino. In Emilia-Romagna avremo circa 200.000 dosi per riuscire a fare questo lavoro". La seconda tranche, prosegue Bonaccini, "dovrebbe partire a marzo e si comincerebbe dagli ultra sessantenni comprese anche le categorie più esposte, dalle forze dell'ordine al personale socio-sanitario e coloro che trasportano".
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