REDAZIONE CRONACA

Discoteche, la riapertura a febbraio: cosa succede

Sono il settore più penalizzato, la proroga scade l'11. Costa: "Non mi sento di escludere che si possa dare in automatico una risposta"

Bologna, 5 febbraio 2022 - Con l'allentarsi della pressione del Covid un po'  in tutt'Italia, si va verso una serie di riaperture: le misure anti-pandemia verranno ridotte, come ha annunciato anche il premier Mario Draghi nell'ultimo Cdm. Di certo ci sono le regole sulle scuole e sulle quarantene, ma si dirà anche addio alle mascherine all'aperto, mentre a breve si potrà tornare a ballare in discoteca, visto che l'11 febbraio scade la proroga della chiusura. Per gli stadi aperti al 100%, invece, stando almeno al virologo Fabrizio Pregliasco si dovrà aspettare fino a marzo.

Green pass illimitato, Dad solo per i non vaccinati: le nuove regole covid dal 7 febbraio

Il pubblico del teatro Ariston invitato a ballare durante l’esibizione dei Meduza
Il pubblico del teatro Ariston invitato a ballare durante l’esibizione dei Meduza

Il calendario delle riaperture

Si comincia lunedì 7 con le scuole (qui tutte le nuove regole per nidi e materne, elementati, medie e superiori), mentre la quarantena per i non vaccinati che hanno avuto contatti stretti con positivi si è già ridotta a 5 giorni. Il 10 febbraio, poi, scade l'obbligo di mascherine all'aperto. Continuando nel calendario, il 15 febbraio - e questa è una stretta, non un'apertura - gli over 50 no vax non potranno più andare al lavoro.

La rabbia delle discoteche: cosa dice il sottosegretaro Costa

Il settore dei locali da ballo è senz'altro tra i più penalizzati, in questi due anni di pandemia, e i gestori sono davvero arrabbiati. Dopo evre visto in tv i balli a Sanremo, Gianni Indino, il battagliero presidente regionale del Silb, ha messo la carica alla protesta: "Il Festival balla e noi affondiamo". Ma l'11 febbraio scade la proroga della chiusura per le discoteche, e rassicuranti sono anche le parole del sottosegretarrio  alla Salute Andrea Costa: "Gradualmente si arriverà a togliere le mascherine, in un momento molto prossimo all'aperto, e poi anche al chiuso. Credo che con i dati positivi quelle all'aperto si dovrebbero togliere dall'11 febbraio, è un obiettivo che possiamo darci", ha detto a Rai Radio1, ad Un Giorno da Pecora. "Se i dati saranno positivi in poche settimane si potranno riaprire anche le discoteche". E alla domanda "Anche entro il prossimo weekend?", risponde: "Non mi sento di escludere che alla fine di questa proroga si possa dare in automatico una risposta anche alle discoteche". 

I gestori: "Siamo pronti a riaprire in sicurezza"

 "Le discoteche sono l'emblema delle attività più martoriate dal Covid e soprattutto dai provvedimenti varati dal Governo, spesso incomprensibili, che hanno di fatto messo in ginocchio l'intero settore dell'intrattenimento - dice il presidente del Silb-Fipe, Maurizio Pasca - Misure restrittive che valevano solo per le regolari attività d'impresa mentre proliferavano attività abusive senza nessun controllo. Fino ad arrivare al ballo sul palco di Sanremo che, per gli imprenditori dell'intrattenimento, è stato vissuto come l'ennesima beffa. Ora vogliamo sperare che dopo gli ennesimi rinvii che si sono susseguiti nell'ultimo anno, l'11 febbraio, anche per effetto del depotenziamento della pandemia, finalmente si riapra. Gli imprenditori naturalmente non aspettano altro e assicurano, come sempre hanno fatto, l'applicazione dei protocolli sanitari, che auspicano siano meno restrittivi sui limiti di capienza, per consentire di ridare quello spazio di socialità che i giovani aspettano".  

Stadi, Pregliasco: speriamo a marzo al 100%

"I tifosi non sono cultori di musica classica che stanno in religioso silenzio al loro posto, per questo non è facile riaprire gli stadi. Siamo in una situazione favorevole, ma ancora non troppo. Spero che a marzo potremo arrivare al 100% di capienza negli stadi, si vede la luce", dice il virologo Fabrizio Pregliasco a Radio Punto Nuovo. "Ci sono segnali positivi, di miglioramento epidemiologico ma siamo in una fase ancora di attenzione. È un destino quello di riaprire, legato al fatto che quella attuale è una guerra di trincea. Si pensava che con un primo duro lockdown si risolvesse il problema. Ora siamo 'impantanati' in una guerra di trincea contro il virus dopo un po' non ce la si fa più ed è comprensibile la volontà di rivedere gli stadi pieni e le discoteche piene. Si andrà verso questa soluzione".