Macerata, 2 febbraio 2024 - Vittorio Sgarbi annuncia le dimissioni da sottosegretario alla cultura. Colpo di scena a margine di un evento organizzato a Milano. "Mi dimetto con effetto immediato da sottosegretario del governo e lo comunicherò nelle prossime ore alla Meloni”. "Secondo l'avviso dell'Antitrust - ha detto - io non potrei parlare di arte per evitare il conflitto di interesse. Io sono solo Vittorio Sgarbi, non sono più sottosegretario. Non voglio essere sottosegretario'', ha aggiunto.
La notizia arriva dopo l'inchiesta su un quadro rubato. Il critico d'arte è indagato dalla procura di Macerata (al momento competente per via della residenza dell'indagato a San Severino Marche) per riciclaggio di un bene culturale in concorso con un restauratore al momento ignoto. Secondo l’accusa, Sgarbi avrebbe sottratto la “Cattura di San Pietro” di Manetti, lo avrebbe fatto restaurare per alterarlo e coprire uno strappo, e poi lo avrebbe rivendicato come sua proprietà ed esposto a Lucca nel 2021. Ma fin dal primo momento Sgarbi si era detto “assolutamente sereno". Sgarbi aveva assicurato di aver trovato il quadro in una villa nobiliare a Viterbo acquistata anni da sua madre, ed è certo di dimostrare che il suo Manetti non ha nulla a che vedere con il quadro sparito in Piemonte.
L'annuncio delle dimissioni è stato dato dal palco di "La Ripartenza', liberi di pensare", l'evento di Nicola Porro, in corso al Centro Congressi della Fondazione Cariplo di Milano. Prima Sgarbi ha tenuto una lezione sulla storia dell’arte, poi ha annunciato l’addio. “È un colpo di teatro, sono due ore che medito se farlo o se non farlo”, le sue parole.
La lettera dell'Antitrust
"L'Antitrust ha mandato una molto complessa e confusa lettera dicendo che aveva accolto due lettere anonime, che ha inviato all'Antitrust il ministro della Cultura, in cui c'era scritto che io non posso fare una conferenza da Porro - ha detto Sgarbi -. Questa conferenza sarebbe incompatibile, illecita, fuorilegge. Io parlo da questo momento libero del mio mandato di sottosegretario. Io riparto e da ora in avanti potrò andare in tv e fare conferenze”.
Istruttoria sulla incompatibilità
È il 15 febbraio il termine previsto entro il quale l'Autorità Antitrust dovrà pronunciarsi sull'incompatibilità per Vittorio Sgarbi tra le sue attività extra governo e il ruolo che ricopre al Mic. Secondo quanto si apprende, il procedimento potrebbe essere già stato chiuso e nei primi giorni della prossima settimana, forse lunedì stesso, potrebbero venirne comunicate le conclusioni.
La mozione sulla revoca della nomina a sottosegretario alla Cultura e la reazione di Sgarbi
In seguito all'inchiesta sul quadro aveva presentato una mozione il Movimento 5 stelle con Pd e Avs, proprio sulla revoca della nomina a sottosegretario alla Cultura. "Sorprende che il Pd - aveva commentato Sgarbi -, partito che pure ha subito la gogna mediatica contro molti suoi illustri esponenti destinatari di semplici avvisi di garanzia, e che proprio dai 5 Stelle, che sull'odio costruiscono il loro consenso, per anni ha subito sui social le ben note 'shit storm', si renda oggi complice di questa squallida operazione di delegittimazione”.
Il Movimento 5 Stelle dopo le dimissioni
"Ce l'abbiamo fatta. Le dimissioni di Sgarbi con effetto immediato fanno tirare un sospiro di sollievo a tutto il Paese. È il risultato concreto di tutti gli sforzi che il Movimento 5 Stelle ha messo in campo in questi mesi rispetto ad una delle questioni morali più eclatanti tra quelle che attanagliano il governo. La nostra tenacia è stata premiata”.
Il post del Pd di Ferrara
Dopo l'annuncio delle dimissioni da sottosegretario alla Cultura, "il Pd di Ferrara chiede - con un post su Facebook – le dimissioni di Vittorio Sgarbi dalle cariche estensi". Tra i suoi vari impegni, infatti, c'è anche quello come presidente della Fondazione Ferrara Arte. "Se Sgarbi pensa che basti dimettersi da sottosegretario sbaglia di grosso. Le motivazioni che lo hanno portato a questa scelta - scrive il Pd - sono evidenti e sono le medesime per cui non può più ricoprire nessun incarico nemmeno a Ferrara".
Il giallo del quadro
Il quadro è "La cattura di San Pietro", attribuito al pittore seicentesco Rutilio Manetti. Tutto parte da un quadro raffigurante un giudice che condanna un uomo, di autore ignoto, ricordante i pittori Solimena e il Cavallino, provento di furto avvenuto al castello di Buriasco ai danni della proprietaria Margherita Buzio e dalla stessa denunciato il 14 febbraio 2013 ai carabinieri di Vigone (Torino).
Il procedimento
L'avvocato Giampaolo Cicconi aveva fatto ricorso, per chiedere il dissequestro della tela. Poi aveva fatto un passo indietro e all'udienza del Riesame si era preso atto della rinuncia . Il quadro è quindi rimasto sotto sequestro. Punto cruciale della vicenda resta la consulenza tecnica sul quadro, per chiarire se si tratti dello stesso sparito da Torino nel 2013 o meno e se sia stato alterato.