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Diabete tipo 1, cos’è: sintomi, cause e cura

Approfondiamo questa patologia autoimmune che può comparire già in giovane età e che incide sulla qualità della vita delle persone affette

Diabete tipo 1

Diabete tipo 1

Bologna, 3 marzo 2023 – Ci sono malattie che stravolgono lo stile di vita delle persone, laddove si ha la fortuna di riconoscerle per tempo. Il diabete è una di queste: una patologia cronica e invalidante di cui in Italia soffrono oltre 4 milioni di persone, mentre almeno un milione neanche sanno di esserne affette.

A metterci la faccia e il cuore è oggi l’ex calciatore pesarese Massimo Ambrosino, che in un video per la Fondazione Italiana Diabete racconta del diabete di tipo 1 di cui è affetto suo figlio Alessandro, di appena 3 anni. 

Saperlo riconoscere è il primo passo per improntare una cura e soprattutto cercare un giusto equilibrio tra la stabilità e il monitoraggio che necessita la malattia e gli impegni della vita. Vediamo meglio in cosa consiste il diabete di tipo 1.

Che cos’è il diabete

Il diabete mellito è una malattia cronica, autoimmune, dipendente da un’alterazione del sistema immunitario, dove l’organismo non produce sufficiente insulina o non risponde normalmente all’insulina, causando livelli elevati di glucosio nel sangue.

L’insulina è infatti quell’ormone, rilasciato dal pancreas, che consente all’organismo di sfruttare il glucosio per produrre energia per muscoli ed organi; ma, se non funzionante, si crea un’eccessiva presenza di zucchero nel sangue, determinando iperglicemia e l’insorgere del diabete mellito.

Il diabete di tipo 1 è solamente una delle tipologie di diabete.

Tipo di diabete

Prediabete

Si tratta di una condizione in cui i livelli di glucosio nel sangue a digiuno sono troppo elevati per essere considerati nella norma, ma non tanto da essere classificati come diabete, ovvero: tra 100 mg/dl (5,6 mmol/l) e 125 mg/dl (6,9 mmol/l).

Si può anche parlare di prediabete qualora il livello, dopo due ore dal test di tolleranza al glucosio, è compreso tra 140 mg/dl (7,8 mmol/l) e 199 mg/dl (11,0 mmol/l). In generale, il prediabete si può curare perdendo peso e facendo attività fisica; tuttavia, potrebbe preannunciare l’insorgere della patologia.

Diabete di tipo 1

Nel diabete di tipo 1 o diabete giovanile il sistema immunitario attacca le cellule del pancreas che producono insulina. Si stima che circa il 90% di esse vengano distrutte e dunque la produzione di insulina risulta ridotta o assente.

Questo tipo di diabete si sviluppa generalmente prima dei 30 anni di età, ma non è escluso che possa svilupparsi anche nel futuro. 

Solo il 5-10% circa di tutti i soggetti affetti da diabete presenta il tipo 1, e ancora oggi sono poco chiari i fattori di rischio che danno vita alla reazione autoimmunitaria; per questa ragione è difficile da prevenire

Diabete di tipo 2

Nel diabete di tipo 2 o diabete dell’adulto il pancreas continua a produrre insulina, talvolta perfino a livelli superiori al normale, soprattutto nelle fasi iniziali della malattia. Tuttavia, l’organismo sviluppa resistenza all’insulina, quindi la produzione di insulina non è sufficiente a soddisfare le necessità dell’organismo.

Il diabete di tipo 2 è fortemente correlato a sovrappeso e obesità, scorretta alimentazione, sedentarietà e condizioni socio-ambientali. Il 90% dei malati di diabete hanno la patologia di tipo 2.

Sintomi del diabete di tipo 1

I principali sintomi sono:

  • sete intensa e frequente bisogno di urinare, soprattutto la notte
  • perdita di peso rapida, anche se può aumentare il senso della fame
  • stanchezza

Tuttavia, mentre negli adolescenti e negli adulti l’esordio del risulta più graduale fermandosi in genere a questi sintomi, l’esordio del diabete tipo 1 nel bambino è invece spesso improvviso e piuttosto drammatico.

Infatti, le cellule beta-pancreatiche vengono distrutte molto velocemente, causando il rapido aumento dello zucchero nel sangue (iperglicemia) e la perdita di zucchero con le urine (glicosuria). Il problema di questa rapida insorgenza, chiamata “chetoacidosi”, è che può portare anche al coma.

In caso di chetoacidosi gli ulteriori sintomi sono:

  • offuscamento della vista
  • perdita di concentrazione
  • respiro pesante e faticoso
  • alito acetonemico (con odore di mele marce o vinoso)
  • nausea e vomito
  • dolori addominali
  • sonnolenza fino alla perdita di coscienza (coma chetoacidosico)
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Le cause

Le cause del diabete tipo 1 dipendono da diversi fattori, ma ad oggi non è ancora stata individuata con certezza la causa scatenante.

Ecco i principali fattori di rischio:

  • Fattori genetici
  • Fattori geografici
  • Fattori infettivi
  • Fattori dietetici 

Ad oggi, l’ipotesi più seguita è che il diabete venga trasmesso geneticamente, determinando una predisposizione alla malattia; da qui, l’interazione con agenti infettivi, dietetici o geografici possono portare alla reazione auto immunitaria scatenando la malattia diabetica.

Conseguenze

Il diabete tipo 1 può portare a diverse complicanze. Tra quelle a breve termine troviamo:

  • Chetoacidosi diabetica
  • Ipoglicemia
  • Iperglicemia

Dopodiché, ci sono conseguenze anche a lungo termine, specie se non si interviene tempestivamente con la cura:

  • Malattie cardiovascolari
  • Neuropatia
  • Nefropatia
  • Complicanze oculari
  • Amputazione

Diagnosi ed esami

I principali esami da eseguire per diagnosticare il diabete sono:

  • controllo della glicemia (glicemia uguale o maggiore di 200mg/dl, in qualunque momento della giornata, associata ai sintomi del diabete oppure, nei casi dubbi, glicemia a digiuno uguale o maggiore di 126mg/dl)
  • glicosuria (presenza di zucchero nelle urine)
  • chetonuria (presenza di chetoni nelle urine)
  • dosaggio del peptide C nel sangue, per valutare quanta insulina è ancora presente in circolo
  • autoanticorpi nel sangue (anti-insulina, anti-decarbossilasi dell’acido glutammico - anti GAD, anti-proteina IA-2), per confermare la diagnosi di diabete tipo 1.

Come si cura il diabete tipo 1

La principale cura del diabete è l’iniezione di insulina associata ad una dieta nutrizionale. Gli obiettivi della terapia è mantenere il livello glicemico a digiuno tra i 70 e 130 mg/dl, quella post-prandiale sotto o uguale a 180 mg/dl e infine l’emoglobina glicata inferiore o uguale a 7,0%. In tutto ciò, è indispensabile un po' di attività fisica.

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Convivere con il diabete

Avere il diabete significa, tra le altre cose, imparare a convivere scendendo a compromessi con quanto richiede questa patologia: il continuo monitoraggio dei livelli della glicemia, il compensare il cibo all’attività fisica, seguire una dieta particolare, fare iniezioni di insulina; tutta una serie di passaggi che il paziente deve includere nella routine e che inevitabilmente può procurargli anche momenti di sconforto.

Tuttavia, come insegnano tantissime persone affette dalla patologia, con la cura adeguata si può convivere. 

La gestione consapevole della malattia, con il supporto delle nuove tecnologie che corrono in aiuto, insegna alle persone con diabete tipo 1 ad ascoltare il corpo, prendersene cura, curare le proprie abitudini e la quotidianità, a prevenire e ad adattarsi. 

Il monitoraggio

Si tratta di un esame costante e finalizzato a mantenere il livello della glicemia stabile nel tempo, così da evitare le conseguenze del diabete. Ecco cosa bisogna fare se si è affetti da diabete.

  • Controllare ogni giorno la glicemia, utilizzando un piccolo apparecchio (reflettometro).
  • Controllare l'igiene orale dopo ogni pasto perché il diabete aumenta il rischio di infezioni delle gengive.
  • Monitorare i livelli di pressione arteriosa e di colesterolo nel sangue, soprattutto negli adulti.
  • Effettuare controlli annuali degli organi bersaglio del diabete: fondo oculare per gli occhi, elettrocardiogramma per il cuore, creatinina nel sangue per i reni.
  • Per chi ha il diabete tipo 1 da più di dieci anni, esaminare i piedi tutti i giorni, anche tra le dita, facendo attenzione alla comparsa di vesciche, piccole ferite, arrossamenti.

Si può prevenire il diabete 1?

Purtroppo no. Il diabete tipo 1 non può essere prevenuto, ma si può posticipare l’insorgenza o ridurre la gravità delle complicanze, mantenendo quanto più possibile stabili nel tempo i valori glicemici. Per farlo è opportuno avere cura di monitorarsi e poi:

  • iniettare regolarmente e correttamente l’insulina
  • seguire una dieta corretta
  • fare attività fisica regolare ma con le dovute precauzioni
  • eseguire regolarmente i controlli necessari al monitoraggio della malattia
  • non fumare
  • fare ogni anno la vaccinazione antinfluenzale.