FRANCESCA DELVECCHIO
Cronaca

Indice Rt e dati Covid oggi in Emilia Romagna, Marche e Veneto. Ecco la situazione

Campanello d'allarme per le Marche che rischiano la zona gialla, a causa delle terapie intensive. Crescono i casi ogni 100mila abitanti anche nelle altre due regioni, così come i contagi settimanali. L'analisi dettagliata del monitoraggio

Indice Rt e dati Covid in Emilia Romagna, Marche, Veneto

Indice Rt e dati Covid in Emilia Romagna, Marche, Veneto

Bologna, 6 settembre 2021 - Emilia Romagna, Marche e Veneto sono ancora in zona bianca, nonostante siano passate tra le regioni a rischio moderato. Questo perché, a differenza dei precedenti due monitoraggi che vedevano tutti i parametri dei dati Covid in discesa, nell'ultima analisi pubblicata dal Ministero della Salute si nota un'inversione di tendenza e tutti i dati tornano a salire, pur con qualche piccola eccezione. 

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Indice Rt e dati Covid in Emilia Romagna, Marche, Veneto
Indice Rt e dati Covid in Emilia Romagna, Marche, Veneto

La situazione rimane comunque ancora sotto controllo per tutte e tre le regioni e per un eventuale passaggio in zona gialla servirebbe una combinazione di percentuali. L'incidenza (il numero dei casi di positività ogni 100mila abitanti) deve essere superiore a 50 (e lo è in queste regioni), ma in concomitanza il tasso di occupazione dei posti letto in area medica dovrebbe essere superiore al 15 per cento oppure il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva dovrebbe essere oltre il 10 per cento.

Al momento solo le Marche hanno raggiunto il 10% e questo è un campanello d'allarme per la regione: se la percentuale salirà sopra il 10 il rischio di andare in zona gialla diventerà reale.

Entriamo nel dettaglio dell'ultimo monitoraggio pubblicato dal Ministero della Salute, il numero 68, e che prende in considerazione la settimana dal 23 al 29 agosto 2021.

Emilia Romagna

In Emilia Romagna la situazione è abbastanza stabile, ma con una nota stonata, quella dell'incidenza che ha ripreso a crescere. Infatti, nonostante il leggero calo dell'indice Rt da 0,91 a 0,9, l'incidenza dall'85,3 della settimana 20-26 agosto è salita a 86,38 in questo monitoraggio per poi salire ancora a 88 negli ultimi giorni (27 agosto - 2 settembre).

Il salire dell'incidenza potrebbe portare a un incremento dei casi settimanali, che sono stati 3.840, a fronte dei 3.735 della settimana 16-22 agosto. A causa di questo accrescimento, seppur leggero, la valutazione della probabilità di diffusione dell'epidemia e la classificazione complessiva di rischio sono passate da 'basse' a 'moderate'.

Rimane però 'bassa' la valutazione di impatto sugli ospedali. Questo perché sia terapie intensive sia reparti non critici hanno le stesse percentuali di occupazione della settimana precedente. Le prime dunque sono stabili al 6%, le seconde al 5%. A fronte dei rispettivi 6 e 7% come media nazionale. 

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Marche

Nelle Marche il dato più allarmante è quello delle terapie intensive. Hanno infatti registrato un picco, raggiungendo il 10%. Il decreto-legge del 23 luglio scorso indica che si può rimanere in zona bianca anche con un'incidenza settimanale pari o superiore a 50 casi ogni 100mila abitanti, a patto che il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva sia uguale o inferiore al 10%.

Bisognerà quindi tenere monitorato questo dato, perché mentre i reparti non critici sono scesi dal 7 al 6% e non destano preoccupazione, l'incidenza continua a salire, nonostante sia ballerina. Nel monitoraggio precedente era a 65,67, in quest'ultimo è salita a 82,52, mentre l'incidenza in tempo reale (cioè riferita al periodo 27 agosto-2 settembre) scende a 77,6. Rimane comunque superiore a 50 e questo già basta per mettere a rischio l'intera regione. Se le terapie intensive andranno sopra il 10%, potrà scattare la zona gialla. 

Sono in salita anche i casi settimanali1.239, a fronte dei 986 della settimana 16-22 agosto. C'è però una notizia positiva: l'indice Rt è sceso da 0,95 a 0,85. La classificazione di rischio comunque è passata da 'bassa' a 'moderata' così come la valutazione della probabilità di diffusione dell'epidemia.

Ci sarà di sicuro attesa per il prossimo monitoraggio.

Veneto

Anche in Veneto crescono i parametri, ma non si raggiunge nessuna soglia di allerta. Dopo quattro settimane di discesa, torna a salire l'Rt, pur rimanendo sotto l'1: da 0,87 è passato a 0,9. L'incidenza rimane abbondantemente sopra i 50 casi ogni 100mila abitanti: da 73,78 del monitoraggio scorso è passata all'86,9 di questo, fino a raggiungere un picco di 92,9 nei giorni 27 agosto-2 settembre. 

I casi settimanali sono tornati a essere quelli di fine luglio-inizio agosto: 4.217, contro i 3.580 del periodo precedente. Come per le altre due regioni, anche qui sono 'moderate' la classificazione di rischio e la valutazione di probabilità.

Rimane 'basso' l'impatto sugli ospedali, perché nonostante una leggera salita delle terapie intensive, sono 'solo' passate dal 4 a 5%. I reparti non critici, invece, sono stabili al 3%.

Con questi dati, non ci sono rischi all'orizzonte per il Veneto.

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