FRANCESCA DELVECCHIO
Cronaca

Covid, l'ultima variante Pirola spiegata dall’esperto: i sintomi

Vittorio Sambri (Ausl della Romagna) fa il punto sull’infezione da Sars Coronavirus oggi, ma anche su come sarà quest’anno l’influenza e chi deve fare il vaccino

Bologna, 28 settembre 2023 – “Il Covid-19 come malattia che conoscevamo non esiste più. Esiste, piuttosto, l'infezione da Sars Coronavirus, molto sovrapponibile alle altre infezioni respiratorie, ma è una malattia diversa, molto diversa”, è netto Vittorio Sambri, direttore dell’Unità operativa complessa di Microbiologia dell’Ausl della Romagna e professore dell’Università di Bologna, nel fare un punto sul Covid oggi e sulla nuova variante da poco sequenziata a Brescia e battezzata Pirola

“Il Covid-19 dell'epoca non lo vediamo più”, continua il direttore. “Tre anni fa quando arrivava un paziente infetto, finiva in ospedale. Ma il virus di cui parliamo oggi provoca una malattia diversa, un'infezione respiratoria, decisamente meno grave”.

Cosa sappiamo su Pirola, l'ultima variante Covid. A destra il direttore di Microbiologia Vittorio Sambri
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Professore, la nuova variante Covid sembra meno aggressiva delle altre. Di cosa si tratta?

“La variante BA.2.86 è stata trovata da un paio di mesi in giro per il mondo. Ha caratteristiche interessanti dal punto di vista virologico, con modifiche sulla proteina spike rispetto ad altre varianti. Per adesso, però, non sappiamo se dal punto quantitativo queste modifiche hanno a che fare con maggiore capacità di produrre la malattia. Fino a ora, dove hanno trovato questa variante, non hanno anche trovato un aumento del numero di casi. A ogni modo, ci aspettavamo il suo arrivo in Italia, ma l’aumento del numero dei casi è successo un mese e mezzo fa”.

E Pirola invece è appena arrivata, i sintomi sono simili alle altre varianti?

“Sì, quindi mal di testa, raffreddore, febbre più o meno elevata (di solito sotto i 38), aumento della secrezione nelle vie respiratorie e cefalea”.

Qual è il periodo di incubazione?

“È sempre di alcuni giorni, circa 3-7 giorni poi solitamente il paziente inizia ad avere dei sintomi”.

Tra Covid e normale influenza come affronteremo l'inverno?

“L’influenza comincia solitamente a fine novembre e finisce a fine marzo. Per ora non si può fare una previsione seria sul fatto che ci sia un’influenza con caratteristiche di una certa rilevanza epidemiologica. Non possiamo sapere nemmeno quanto durerà, dipende dai virus che iniziano a girare. Di solito si va a vedere cosa succede nell'emisfero australe per capire in buona parte cosa può succedere qua”.

E cosa possiamo dedurre per adesso?

“Ci saranno tre virus che gireranno in prevalenza: quello influenzale, il Sars Coronavirus e il virus respiratorio sinciziale. Circoleranno insieme, qualcuno potrebbe infettarsi più volte”.

A Parma ieri il primo caso di influenza su un bambino di 4 anni.

“L’anno scorso i primi casi di influenza sono stati trovati a fine luglio. Questo perché la circolazione dell’influenza può suddividersi in due modi: uno sporadico, ovvero quello dei casi influenzali che possono capitare anche in estate, e un altro (ed è il vero problema) che è quello della circolazione epidemica, cioè quando il virus è molto diffuso e la popolazione è ricettiva. Quindi soprattutto in inverno, il virus circola molto bene”.

La variante più diffusa in Italia al momento è l'Eris, EG.5, ma i vaccini aggiornati sembrano efficaci a riguardo. Funzioneranno anche con Pirola?

"Per il vaccino aggiornato è stata usata la variante XBB. Se si pensa che fino a un anno fa la sequenza usata nei vaccini era quello del virus cinese (che però in Italia non è mai arrivato), possiamo affermare che abbiano funzionato. Se la domanda è: questa nuova variante bucherà il vaccino? La risposta è no. Secondo la mia esperienza, di varianti Covid che potevano avere la capacità teorica di non essere coperte dai vaccini non ce ne sono state. I vaccini hanno funzionato. Quindi da una parte c'è la sicura efficacia del vaccino, ma dall’altra bisogna anche dire che non sappiamo con certezza quante volte abbiamo preso il virus. Il Covid ha circolato in maniera molto efficace e ha generato un certo grado di immunità”.

Sono arrivati i primi lotti di vaccini anti-Covid aggiornati. Nelle regioni c'è anche la distribuzione dei vaccini antinfluenzali in vista della nuova campagna vaccinale che partirà da ottobre. Pare però che non ci sia molta adesione, cosa consiglia?

“Il punto è che adesso c'è una strategia diversa. Quando siamo partiti nel dicembre 2020 l'obiettivo era vaccinare tutti: un proposito che abbiamo mantenuto fino a fine 2022. Ora, vista la situazione patologica attuale, adottiamo una strategia simile a quella influenzale: la proposta è di fare il vaccino alla popolazione sopra i 65 anni, a medici, fragili, operatori sanitari e a chi ha certi tipi di patologie”.

E chi vuole farsi il vaccino anche se non appartiene a queste categorie?

“Chi vuole star tranquillo e farsi il vaccino può andare in farmacia e farselo fare senza problemi. Il costo è sotto i 50 euro”.

Il ministero della salute già quest'estate ha tolto l'obbligo di isolamento anche per chi è positivo. Come è meglio comportarsi?

“Questa infezione deve diventare parte della nostra vita quotidiana. È buona norma usare la mascherina se non ci si sente bene, starnutire senza proliferare la saliva, lavarsi le mani con attenzione con almeno 20 secondi di sfregamento. Cose che dovrebbero fare parte della nostra quotidianità".

In certe Ausl, come quella di Imola, è stata ripristinata la mascherina in ambienti sanitari. Può essere un sintomo di un aggravarsi della situazione?

“Andrea Rossi è un epidemiologo di alto livello, se ha preso questa decisione ha avrà avuto la sua motivazione. Ma se il virus comincia di nuovo a circolare, la mascherina in un ospedale è una buona misura di prevenzione”.

Riguardo i ricoveri che sono in aumento, il ministro Schillaci ha detto che il dato "è relativamente innocuo e trascurabile". È d’accordo?

“In fase di pandemia gli indicatori Agenas parlavano di occupazione ospedaliera. Ho visto le statistiche della settimana scorsa della sezione Romagna e le terapie sono un po' cresciute, ma siamo ancora in zona bianca. Se quegli indicatori sono ancora validi, potremmo iniziare a preoccuparci solo nel caso finissimo in zona gialla”.