Bologna, 14 gennaio 2021 - Novantatremila vaccini. Sono quelli eseguiti, a ieri sera, in Emilia-Romagna, a partire dal ’Vaccine Day’ del 27 dicembre scorso. Più della metà delle circa 180mila persone interessate da questa fase iniziale di immunizzazione ha ricevuto la prima delle due dosi necessarie.
AGGIORNAMENTO Nuovo Dpcm: oggi 15 gennaio l'incontro. Ecco le decisioni Una tabella di marcia serrata, che ha portato a ricevere l’antidoto Pfizer Biontech (solo ieri sono arrivati i primi vaccini Moderna) 56.958 operatori sanitari e socio sanitari – dunque medici, infermieri e appunto oss – e 7.780 ospiti nelle strutture residenziali, case di riposo in primis, della regione. A queste, si aggiungono 28.266 somministrazioni a personale non sanitario. Più del trenta per cento del totale, quasi il doppio rispetto allo stesso dato registrato in media nel resto del Paese, dove questa categoria rappresenta poco meno del 15% delle persone vaccinate.
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Ma chi è il personale non sanitario? È chiunque graviti stabilmente nelle strutture ospedaliere o sanitarie (compresi punti vaccini e punti tampone). Volontari, dipendenti delle ditte in appalto – che magari si occupano di pulizie e servizio mensa –, ma anche amministrativi, tecnici, manager. Addetti, questi ultimi, che in teoria non dovrebbero avere rapporti diretti con le persone a rischio. E che quindi – questa la preoccupazione serpeggiata nei giorni scorsi – avrebbero ricevuto una delle 130mila dosi arrivate finora in regione in anticipo rispetto alla categoria ritenuta "più a rischio" degli anziani nelle Cra, che rappresentano l’8,4% dei vaccinati.
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Uno sbilanciamento prontamente chiarito dalla Regione. La quale ha garantito di seguire pedissequamente "le indicazioni nazionali del commissario Arcuri, che nella sua comunicazione del 17 novembre invitava le Regioni a vaccinare, per ogni presidio ospedaliero, ’il numero di personale operante al suo interno, a qualunque titolo’". Personale non sanitario compreso.
Nello specifico , la comunicazione del commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri, dove indicava le categorie da cui raccogliere le adesioni per ricevere il siero, richiedeva di coinvolgere chi "operi a qualunque titolo in ospedale, in un’ottica di ospedali Covid-free; gli operatori sanitari e sociosanitari che operino presso le strutture pubbliche e private accreditate; gli ospiti e il personale delle strutture residenziali per anziani, secondo una logica di strutture residenziali Covid-free". Senza alcuna distinzione di ’priorità’ tra questi. Il numero inferiore degli anziani vaccinati rispetto alle altre categorie, poi, dipenderebbe anche da un "ritardo" dovuto a complicazioni nel raccogliere i consensi informati dei pazienti delle Cra aderenti alla campagna, fa sapere ancora la Regione. Insomma, il focus sarebbe quello di immunizzare chiunque graviti con regolarità nei luoghi più a rischio contagio, a prescindere del fatto che si tratti di medici, ultraottantenni o addetti alle pulizie.
Per quanto riguarda il piano di approvvigionamento delle dosi di antidoto, ieri l’Emilia-Romagna ha ricevuto le prime 7.400 dosi di Moderna; altre 1.500 sono state invece consegnate alle Marche. Un’altra consegna di Moderna è attesa entro la fine del mese, tra il 25 e il 27 gennaio prossimi, ma sarà meno nutrita: per l’Emilia-Romagna si parlerà di 4.900 dosi. Tra il 18 e il 20 arriveranno invece le altre 43.875 dosi di Pfizer, in due invii distinti. La regione è attualmente quella in cui sono state somministrate più dosi rispetto al numero di abitanti.