Cesena, 13 settembre 2023 – Pochi. Ma sufficienti per certificare un raddoppio delle positività. Arriva ancora una volta dal Laboratorio di Microbiologia di Pievesestina la conferma che il Covid, stanato dai tamponi quotidianamente processati dal servizio diretto dal professor Vittorio Sambri, ci sta tallonando di nuovo.
I tempi di incubazione / Le nuove varianti
Per carità, nessun allarme, ma una giusta attenzione, visto che continua ad essere pernicioso per anziani e fragili. E che sia tra noi, benché il sistema di controllo non emetta più bollettini locali, lo testimoniano i dati nazionali: l’aggiornamento settimanale dell’8 settembre evidenzia un aumento di casi del 43,4 per cento (21.316 nuovi contagi), con 94 decessi (più 44,6 per cento) e 213 ricoverati con sintomi (più 12,8 per cento). A livello locale il dato di ieri fissava in 19 i nuovi casi a Cesena e 12 a Forlì. E se non sono sufficienti i numeri basta guardarsi attorno, risalgono le mascherine.
Professor Sambri, cosa si desume dai tamponi processati quotidianamente a Pievesestina?
"Che sono pochi rispetto ai picchi del clou della pandemia ( fino a 15mila al giorno, ndr), ossia non più di 250 al giorno per tutta la Romagna, ma che mostrano un indice di positività in crescita. Siamo passati dal 4 per cento scarso di metà luglio, al 7 per cento della settimana scorsa. Ovviamente non è solo un fenomeno romagnolo ma italiano, benché non si ripete con la stessa consistenza in Europa".
Che faccia mostra il Covid di quest’ultimo mese?
"Quello della variante EG.5 e EG.6. Sta crescendo in maniera molto consistente in tutta Italia, come mostra l’ultima sorveglianza, quella di inizio settembre, effettuata dal Ministero della Sanità. Si rivela nel 50 per cento del totale dei tamponi processati. Si sta sostituendo alla XBB che ha girato fino a poco tempo fa".
Sono diverse tra loro?
"Poco. Di varianti ne abbiamo già viste tante e, per quanto incidano tutte sulla proteina S, non differiscono nei sintomi, e non possiamo neppure affermare che EG sia la responsabile dell’aumento dei casi, poiché di fatto non mostra una maggiore propensione alla contagiosità". Perché allora questa crescita di nuovi casi?
"E’ stata un’estate di strettissime vicinanze, benché all’aperto. Anche solo passeggiare in spiaggia ci metteva nella condizione di sfiorare una folla di centinaia di persone. Non è un fatto da sottovalutare".
Cosa succederà, dunque, tra un po’, quando la promiscuità sarà giocoforza ben maggiore?
"Che i pazienti più fragili dovranno proteggersi. Stiamo andando verso una stagione più fresca che porterà con se le inevitabili infezioni respiratorie. Chi sarà positivo deve fare attenzione ad anziani e ammalati. Per loro l’obbligo della mascherina non cadrà mai".
Ci saranno nuovi vaccini?
"Dovrebbe uscire un nuovo vaccino, tarato sulle ultime varianti, più o meno in corrispondenza con quello della nuova influenza che si affaccerà con la stagione più fredda. Verso ottobre".
Chi ha fatto la quarta dose deve farne una quinta?
"Certo. Io la faccio. La farò insieme al vaccino contro l’influenza stagionale. Deve essere chiaro che per chi è operatore sanitario o ha contatti con anziani, bimbi molto piccoli e ammalati, e ha responsabilità nei confronti delle persone di cui si occupa, è un obbligo".
Cosa sta rivelandolo studio internazionale sulle varianti che coinvolge anche il Laboratorio di Microbiologia di Pievesestina?
"Siamo in corso d’opera. C’è una variante, la cosiddetta Pirola, che preoccupa, ma ingiustamente. Si è rivelata portatrice di attacchi ai polmoni, ma solo nei criceti da laboratorio. Non è il caso di divulgare notizie allarmanti di questo tipo".