Bologna, 23 ottobre 2020 – Il lockdown generale non lo vuole nessuno. Sul punto “c'è uniformità di vedute” tra Governo e Regioni, assicura Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna e della Conferenza delle Regioni. C'è un però, e il governatore non lo nasconde. Riguarda l'aumento impetuoso dei contagi da Covid. “Oggi sta crescendo una situazione che preoccupa e siccome non ci possiamo permettere un nuovo lockdown generale – conclude il ragionamento -, bisogna sapere selezionare tra attività indispensabili e quelle che lo sono un po' meno e su queste provare a prendere decisioni".
Aggiornamento Tamponi rapidi e stretta sullo sport, la ricetta anti Covid dell'Emilia Romagna
In questo senso, alcuni governatori, quelli dei territori più colpiti in questo momento, hanno già cominciato. In ordine sparso, sostiene qualcuno polemicamente. Bonaccini non è dello stesso avviso: “Più sono uniformi le scelte e più è facile dare risposte univoche ai cittadini, le situazioni non sono uguali in tutte le Regioni, che hanno il potere di applicare un'interpretazione più restrittiva del Dpcm con le loro ordinanze".
Approfondimento Il bollettino covid del 23 ottobre: i dati dell'Emilia Romagna
Leggi anche Oltre 18mila test sierologici in tre giorni: come fare i controlli in farmacia
Ad esempio sulla scuola, tema su cui il presidente della Regione Emilia Romagna torna ad esprimersi dopo aver individuato due soluzioni nei giorni scorsi: didattica a distanza (dad) o orari differenziati. “Noi lavoriamo per garantire più presenza possibile, però viviamo nel mondo reale e non in quello ideale e dobbiamo essere tutti pronti a fare scelte per ridurre il contagio il più possibile”. “Io penso - insiste- che la scuola sia meglio farla in presenza, Regioni e Governo hanno deciso insieme che elementari e medie devono essere assolutamente in presenza, mentre per le superiori si può valutare o di aumentare la didattica a distanza, che in parte in parte si fa già, o differenziare gli orari. Io cerco di far andare gli studenti a scuola, dopodiché ogni giorno facciamo riunioni per valutare e capire la situazione”.
In Emilia Romagna, dove dall'inizio della settimana è in corso uno screening sugli studenti con i test sierologici nelle farmacie, stanno per arrivare due milioni di tamponi rapidi. Lo ricorda Bonaccini: “Siamo la Regione con il più alto numero di Usca, le unità mobili che vanno a casa delle persone. Certo, è una battaglia mai finita, ma nella prima ondata eravamo fra le regioni più travolte, ora siamo noni nel numero dei contagi. È un momento complicato, dobbiamo dare risposte ed evitare propaganda. Noi avevamo l'obiettivo del governo di arrivare in sei mesi a 649 posti letto di terapia intensiva, adesso siamo a 635, perché in Emilia Romagna abbiamo lavorato sodo anche quando sembrava che la pandemia avesse di molto allentato la sua morsa”.
Covid, le altre notizie di oggi
La mappa delle chiusure regione per regione
Conte alla Camera: "Situazione critica, ma non come a marzo. Pronti a intervenire"
Cauda: "Metro e bus pieni un pericolo. Mascherina così non protegge"