GIACOMO CAPOVILLA
Cronaca

Contagi Covid, il Veneto non ci sta. Zaia: "Dati Regioni non confrontabili"

Il bollettino Coronavirus di oggi: sono 2.427 i nuovi positivi. Il governatore: "Noi facciamo moltissimi tamponi". In arrivo nuova ordinanza per evitare gli assembramenti

Zaia e il grafico dei tamponi positivi al Covid in Veneto (fonte Regione Veneto)

Zaia e il grafico dei tamponi positivi al Covid in Veneto (fonte Regione Veneto)

Venezia, 9 dicembre 2020 - Continuano a crescere i contagi da Coronavirus in Veneto, che oggi sono 17.3371 (più 2.427 nelle ultime 24 ore, ieri erano stati 3.145). Salgono gli attualmente positivi, che toccano quota 81.018 (più 1.270). Aumenta anche il numero di deceduti, oggi sono 4.403 (più 29 nelle ultime 24 ore, ieri più 113). Continuano a crescere i ricoveri negli ospedali, che oggi sono 3.161 (più 37). 2.815 sono in area non critica (+36), di cui 2.551 positivi (+22) e 264 negativizzati (+14). Sono 346 le persone ricoverate in terapia intensiva (+1), di cui 319 positive (dato stabile) e 27 negativizzate (+1). “Siamo nella parte alta della curva - afferma il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia -, vediamo un trend di timida discesa regionale. Abbiamo avuto una crescita graduale fin dal primo giorno, senza impennate iniziali, siamo arrivati nella parte alta, adesso si spera che pian piano decresca. I fattori fondamentali sono abbiamo meno di un terzo dei positivi rispetto a marzo, ma abbiamo anche circa 600 persone in più ricoverate, ma non abbiamo avuto il lockdown. E poi c'è il tema del distanziamento sociale che va privilegiato per non far circolare il virus. Noi facciamo moltissimi tamponi, abbiamo un modello unico nel suo genere, ho invitato la dottoressa Russo perché vorremmo capire ufficialmente come mai registriamo tutti questi contagi. E teniamo conto che esistono regioni che non fanno test rapidi, ma a me interessa sottolineare che se facessimo più tamponi troveremmo più positivi. Noi presentiamo al Governo tutti i risultati dei tamponi, anche quelli rapidi: siamo tra le poche regioni che adottano questo comportamento”. “Finché abbiamo strategie diverse e modalità di calcolo degli indicatori diversi - spiega la dottoressa Russo -, questi non sono confrontabili fra loro. Mi riferisco al totale dei tamponi positivi con il totale dei tamponi fatti. Questo permette di calcolare il famoso Rt. Intanto l'indicatore non è andato di pari passo con lo sviluppo della diagnostica, che è esplosa: sono stati introdotti e sviluppati i test rapidi. Questi hanno consentito di individuare precocemente i soggetti positivi e isolarli. Noi abbiamo puntato moltissimo su questo tipo di diagnostica. Questo ha aumentato il numero di tamponi eseguiti, fra molecolari e rapidi. Abbiamo una logica di strategia che punta sul potenziamento della possibilità di individuare i positivi e isolarli. I tamponi rapidi vengono utilizzati non solo nei casi sospetti ma anche per tutti i contatti stretti del soggetto che risulta positivo al tampone rapido. Ciò ci ha permesso di intercettare moltissimi positivi asintomatici. La logica sugli asintomatici non è uguale in tutte le regioni. Ad esempio la Regione Lazio ha tolto la ricerca della positività nei contatti stretti degli asintomatici. E tutti i positivi al tampone rapido devono per noi essere confermati con il tampone molecolare. Il fatto che abbiamo strategie diverse e usiamo una grande quantità di test, e questo non è uniformemente presente nel calcolo dei dati inviati al Governo. Noi abbiamo fatto presente che questi fattori generano delle discrepanze. Tutto ciò che non è standardizzato in maniera uguale non può essere confrontato, al pari di altri criteri, come i ricoveri o altri indicatori calcolati invece alla stessa maniera. Abbiamo visto che nelle varie settimane abbiamo avuto una salita graduale, ci siamo fermati ad un livello e stiamo leggermente scendendo, ed è significativo perché indica, salvo cambiamenti, che sta iniziando una discesa dei positivi”.

Zaia: "Nuova ordinanza per evitare gli assembramenti"

"Stiamo valutando di ripristinare alcune restrizioni semplicemente per evitare gli assembramenti, non per limitare le attività commerciali. Nulla di sconvolgente, ma sono ulteriori elementi per evitare gli assembramenti". Il presidente del Veneto, che nel punto stampa di oggi sul covid ha lamentato i raggruppamenti anche in montagna, nei giorni scorsi.

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