Bologna, 13 novembre 2020 - Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna, è ancora positivo al Coronavirus, come risulta da un nuovo tampone e i medici gli hanno diagnosticato una polmonite bilaterale. Per ora potrà continuare a curarsi da casa. Lo scrive in un post sulla sua pagina Facebook in cui commenta la nuova ordinanza in vigore da domani e chiede agli emiliano-romagnoli uno sforzo in più nel rispettare le regole, perché "dobbiamo contrastare l'avanzata del covid finché non ci sarà il vaccino per tutti".
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Bonaccini aveva annunciato la sua positività al Covid-19 lo scorso 1 novembre, all'epoca aveva detto di essere asintomatico mentre nel messaggio di oggi riferisce "una forte tosse persistente".
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"Al momento, i medici ritengono che possa essere adeguatamente curato da casa, senza dover essere ricoverato. E questo è almeno un sollievo. Ho massima fiducia nella loro valutazione e mi affido alla loro capacità e alle loro cure. Continuerò dunque a lavorare da casa, rinunciando magari a qualche eccesso di stress che in questi mesi non mi ha certo aiutato. Ma non mi fermo", scrive il Governatore in un lungo post sui social.
"Noi dobbiamo contrastare il Covid e la sua avanzata fino a quando non ci sarà il vaccino per tutti. Ma temo serviranno ancora diversi mesi e dunque non ci sono scorciatoie", continua Bonaccini.
Il Presidente della Regione Emilia Romagna si sofferma anche sulla nuova ordinanza, con misure e restrizioni, che entrerà in vigore domani: "L'ho fatto col cuore pesante perché so bene che dietro ogni sospensione o limitazione delle imprese e del lavoro ci sono persone e famiglie che vanno ancor più in difficoltà, dopo mesi già difficili".
E ancora: "So anche che ogni limitazione delle libertà personali è un sacrificio, soprattutto quando si protrae così a lungo nel tempo. Penso in particolare ai più piccoli, o ai giovani, che avrebbero tutta la voglia e il diritto di vivere diversamente questo tempo della propria vita. Penso agli anziani. Alle persone fragili".
Bonaccini chiede a tutti un altro sforzo: "Tantissimi in tutti questi mesi hanno dimostrato grande senso di responsabilità e civismo, seguendo le regole e facendo sacrifici. Ma serve fare un altro sforzo. - scrive - E dobbiamo farlo tutti, proprio tutti, nessuno escluso. Perché dobbiamo impedire al virus di nutrirsi di sottovalutazione e insofferenza. I posti letto non sono infiniti come non lo è la capacità di sopportazione dei lutti, della malattia, della sofferenza. Né possiamo ignorare le regole e poi dire che il lavoro o la scuola non si possono fermare. Perché è solo dal rispetto di tutti delle limitazioni (anche di quelle non scritte: ad esempio stare a casa se non è davvero indispensabile uscire) che dipende la nostra capacità di fermare il contagio, di rallentare i ricoveri, di contenere i decessi. E di tutelare il diritto alla salute, al lavoro, alla scuola".
"Il mio appello ve lo faccio quindi da presidente, ma anche da persona che ora sta curandosi - è la chiosa - Per il bene che vogliamo a noi stessi e agli altri. Perché regga la nostra sanità, fatta da donne e uomini capaci di tenere insieme grande professionalità e grande umanità, e a nessuno siano precluse le cure di cui ha bisogno. Vi garantisco che io farò la mia parte fino in fondo, anche da qui, anche così".