Rovigo, 1 marzo 2020 - Una giornata di contatti fra i governatori delle Regioni più colpite (Lombardia, Venero ed Emilia-Romagna) e una piccola vittoria: confermata la sospensione delle lezioni fino a lunedì 9 marzo, ma riaprono musei e biblioteche. E' arrivato in serata il sospirato Dpcm per l'emergenza coronavirus. Il governatore Zaia, dopo essersi sentito con i suoi colleghi di Lombardia ed Emilia-Romagna, aveva chiesto a gran voce un segnale di normalità. Una liena che è passata soltanto in parte: restano chiusi i cinema e anche i teatri. Stop anche alle trasferte di tifosi dal Veneto (e dalle altre regioni più colpite), di qualsiasi sport si parli.
Aggiornamento Il bilancio in Veneto del 2 marzo
Cosa è sospeso
Scuole di ogni ordine e grado Asili nido Università Università della terza età Corsi professionali Viaggi di istruzione (in Italia e all’estero) Cinema, teatri, discoteche/sale da ballo. Tutte le grandi manifestazioni e tutti gli eventi organizzati in luogo pubblico e privato (compresi gli eventi culturali, ludici, sportivi e religiosi) anche se svolti in luoghi chiusi ma aperti al pubblico (ad esempio: grandi eventi, cerimonie religiose, cinema, teatri, discoteche) Trasferte di tifosi in e da Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna e nelle province di Pesaro-Urbino e Savona Concorsi pubblici e privati Tutte le altri attività commerciali a condizioni che consentano un accesso contingentato ai localii + sedute di allenamento in impianti sportivi A PORTE CHIUSE Mercati ordinari
Ecco invece l'elenco delle cose che si possono fare:
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I musei
Musei e luoghi culturali possono aprire se assicurano l'accesso contingentato (numero limitato di utenti), tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei locali aperti al pubblico che permettano ai visitatori il rispetto della distanza di almeno un metro tra visitatori
Bar, ristoranti e negozi
Ristoranti, bar e pub possono tenere aperto a condizione che il servizio sia fatto solo per i posti a sedere e i clienti siano nelle condizioni di stare a distanza di almeno un metro tra loro (la distanza di un braccio steso)
Le chiese
Sì alle funzioni religose, a condizione che evitino assembramenti di persone tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei locali aperti al pubblico e mantengano la distanza di un metro tra frequentatori
Il bilancio
Sono saliti a 223 in Veneto i casi positivi al coronavirus, 27 in più del report precedente. Lo rende noto la Regione. Di questi, 87 appartengono al focolaio di contagio di Vo', 42 a Treviso, 19 a Venezia, 12 a Limena, 5 a Mirano, 3 a Vicenza, 5 a Padova, 2 a Verona, 1 attribuito a Codogno. Per 47 casi è ancora in corso l'assegnazione epidemiologica ad un cluster specifico. I ricoverati complessivi sono 59, di cui 12 in terapia intensiva. Intanto, la Regione ordina la chiusura delle scuole fino al 7 marzo., mentre migliora l'imprenditore di 50 anni di Adria che si trova ora ricoverato nel reparto di malattie infettive dell’ospedale di Rovigo.
Leggi anche La situazione in Italia - Come si cura - Le differenze con l'influenza - Come difendersi «Da una settimana abbiamo avviato delle procedure per prepararci a queste emergenze – commenta il dottor Flavio Zanirato –. Nei giorni scorsi abbiamo fatto un incontro con tutto il personale per decidere come muoverci e stabilire i compiti di ognuno di noi. Abbiamo inoltre messo dei cartelli con precisi inviti a non presentarsi negli ambulatori in caso di sintomi rilevanti ma di contattarci telefonicamente. Questo ci ha permesso di fare un filtro attraverso le telefonate evitando così di esporre gli altri pazienti ad eventuali pericoli di trasmissione".
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Le indicazioni della Regione alle Asl sono state proprio quelle di effettuare un primo Triage telefonico per evitare sovraffollamenti non solo negli ospedali ma anche dai medici di base. "Seguendo i protocolli siamo riusciti a tenere a casa quasi l’80% dei nostri pazienti, individuando quelli con sintomi influenzali – commenta il dottor Massimo De Fiore –. Tramite i consulti telefonici li stiamo costantemente monitorizzando e dando loro le indicazioni necessarie. Ci siamo anche messi in contatto con tutte le persone che erano state in qualche modo a contatto con l’ospedale di Schiavonia e il paese di Vo. Ne abbiamo messi circa una ventina in quarantena".
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Una collaborazione tra pazienti e medici fondamentale come commenta Angela Ortolini. "I pazienti – afferma – sono stati comprensivi è soprattutto grazie alla loro collaborazione che possiamo dire di aver avuto degli ottimi risultati".
L’emergenza virus ha anche imposto di modificare le dinamiche degli ambulatori, come racconta il dottor Flavio Paparella. "Abbiamo invitato i pazienti che avessero necessità di presentarsi fisicamente, di farlo formando piccoli gruppi in modo da contenere eventuali contagi – sottolinea –. Nella nostra reception è stata messa una persona preposta a fare da filtro a chi presenta sintomi influenzali. I casi dubbi sono stati segnalati alla Asl e messi in quarantena precauzionale".
"L’aiuto del personale paramedico è stato fondamentale – commenta la dottoressa Alessandra Costanzo – le nostre centraliniste hanno fornito informazioni alla gente, tranquillizzandola e spiegando come comportarsi. In questi casi la collaborazione e il buon senso sono importanti, soprattutto per proteggere le categorie più fragili e più esposte". Il dottor Tiziano Crinó precisa: "C’è ancora preoccupazione nei pazienti, è normale. Stiamo lavorando bene e le persone sembrano essere più tranquille rispetto ai giorni scorsi".