Riccione, 20 aprile 2020 - "Per la seconda metà di giugno, ritengo che ci possano essere i primi tentativi di riapertura delle spiagge ai turisti". Il sindaco di Riccione, Renata Tosi, 52 anni, alla guida di una giunta di centrodestra, nonostante tutto guarda con ottimismo al futuro della Riviera romagnola.
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Che estate sarà? "Dobbiamo dimenticarci quelle degli anni scorsi. È come se ricominciassimo da zero. Sarà una spiaggia con meno ombrelloni, con meno aperitivi, meno aggregazioni. Lo sfruttamento intensivo degli spazi sarà un lontano ricordo. Pensiamo di contingentare gli ingressi in spiaggia, magari con tanto di prenotazione. Sarà una vacanza diversa, più attenta e responsabile, ma sarà sempre una vacanza".
Che ne pensa del plexiglass fra gli ombrelloni? "Lasciamo perdere. Una bella idea ma solo per chi produce quel materiale".
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Riccione, la perla verde della Riviera, è famosa per gli hotel ed i villaggi turistici. Come si stanno preparando? "Anche gli hotel devono adeguarsi. La necessità di mantenere il distanziamento sociale modificherà la vita negli alberghi. Nelle sale ristorante, il rispetto delle distanze tra i tavoli sarà categorico. Penso che si possa anche pranzare in spiaggia, sotto l’ombrellone. O fare colazione esclusivamente in camera, magari con una bella vista sul mare".
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Però molti albergatori pensano di non aprire quest’estate. "Non condivido certe visioni pessimistiche. Noi romagnoli siamo gente combattiva che accetta le sfide. E devo dire che noto segnali positivi sia da parte dei grandi investitori, sia per quanto riguarda la richiesta di appartamenti estivi".
La Romagna è dunque pronta ad ospitare turisti veneti e lombardi, quelli che non vuole il governatore della Campania, De Luca? "Ma sì. Non c’è alcuna polemica. Dico solo che non si può affrontare la Fase 2 con discriminazioni. Dobbiamo aiutare il sistema Paese e aiutarci come comunità. Siamo una terra accogliente e lo dimostreremo sempre".
La Romagna vive di turismo, bellezza condivisa, sole, mare, tutte cose off-limits. "È vero, non potremmo vedere, ad esempio, la Riccione classica dell’intrattenimento, dei locali notturni".
Niente Notte rosa quindi? "Scordiamoci tutti i grandi eventi. Riccione li ha rimandati all’anno prossimo. Non si possono illudere le persone".
Molti rischiano di perdere comunque il posto di lavoro, in particolare i cosiddetti ‘stagionali’ del turismo. Lei ha lanciato però una proposta. "Sì è vero, per non perdere la nostra forza lavoro e per mantenere queste persone legate al territorio, come amministrazione abbiamo il progetto di dirottare questi lavoratori del turismo all’agricoltura, che fatica a compensare la perdita di braccianti stranieri a causa delle frontiere chiuse contro il coronavirus".
L’idea funziona? "Direi di sì. Solo ieri ho ricevuto personalmente 20 richieste. Trovo molto dignitoso il fatto di cercare lavoro senza attendere l’aiuto dallo Stato. I romagnoli sono gente orgogliosa. Non hanno bisogno di reddito di cittadinanza".
È un territorio che dimostra molta flessibilità? "Ci stiamo organizzando per poter accogliere, da una parte, i visitatori che non devono privarsi delle bellezze di Riccione e dall’altra, vogliamo trovare nuovi sbocchi lavorativi per le famiglie che devono portare il pane in tavola".
Il ministro Franceschini ha parlato di incentivi per imprese e famiglie. Basta questo per sostenere il turismo? "Non basta. Direi che il ministro si è accorto tardi del turismo che pure produce il 25% del Pil regionale. Per le imprese servirebbe il rimborso del fatturato dell’anno scorso. Ma i romagnoli non vogliono sussidi, vogliono lavorare con chiarezza. Il turismo si incentiva non con il credito d’imposta ma con un bonus di 1000 euro a famiglia".
Quale aiuto al turismo può arrivare dall’Europa? "L’Europa è capace solo di incolpare noi italiani. L’ha fatto per l’immigrazione e adesso lo fa con il virus. Siamo continuamente bistrattati. Questo significa che l’Europa non c’è".
Per superare in fretta questo momento, ha chiesto test del sangue e mascherine su tutta la popolazione, suscitando più di qualche critica. "A Riccione ci siamo mossi per primi nel dialogare con la Regione Emilia Romagna sulla possibilità di screening di massa con test sierologici. Se per qualcuno è stato uno smacco, beh è un problema suo".
Un giudizio sulla gestione regionale dell’emergenza sanitaria? "È stato fatto un buon lavoro. Ma con l’attivazione immediata della Protezione civile, controllando le quarantene, si poteva fare anche meglio. Evitando ulteriori contagi".