NICOLETTA TEMPERA
Cronaca

Coronavirus, l'ex commissario Venturi torna a parlare. "Tutto è cambiato"

L'ex assessore alla Sanità: "I numeri sono diversi. Servono misure più leggere, basta anche un solo tampone negativo per ripartire". E sulla scuola: "Occorre chiarezza"

Sergio Venturi, da marzo a maggio commissario ad acta per l'emergenza Coronavirus

Bologna, 20 settembre 2020 - L'ex commissario all'emergenza Covid Sergio Venturi è tornato a parlare, dalla sua pagina Facebook, commentando la situazione attuale della pandemia in Italia e in regione. Consigliando e rincuorando, con le sue parole, "i tanti che me lo hanno chiesto". "Sono cambiati i numeri ed è cambiato il contesto, in queste pillole parleremo di trend, non più di numeri", ha detto Venturi.   "La narrazione è cambiata - continua -. Siamo diventati molto bravi in Italia e in questa regione in particolare. In linea di massima, sappiamo quali cose dobbiamo fare: stare protetti, distanti, avere igiene accurata delle mani e mettere la mascherina quando non si riesce a stare a un metro e mezzo di distanza. Abbiamo circa un decimo dei casi presenti oggi in Francia e in Spagna: è una bella soddisfazione per noi. Molti mi chiedono  'cosa succederà?'. Dipende da come ci comporteremo. Non dobbiamo più guardare i numeri. Dispiace che molta stampa racconti solo i numeri negativi. Oggi la narrazione prevalente è legata al fatto di fare paura. Invece, l'atteggiamento giusto è continuare a raccontare la prudenza, ma in questo momento in Italia ci sono ondate controllate e l'importante è fare attenzione alla capacità degli ospedali di contenere i ricoveri. Siamo lontanissimi dai numeri di questa primavera nelle terapie. Sono contesti completamente diversi. Ora gli asintomatici sono molti di più. La gran parte delle positività sono con sintomi meno pesanti. Dobbiamo aspettarci da noi l'atteggiamento giusto. Non rimuoviamo quello che è successo a primavera e probabilmente non lo vivremo più"

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Tornando alla comunicazione del virus, Venturi precisa: "Mi piacerebbe che i 1500 casi al giorno non venissero più chiamati 'malati', perché i positivi al test non sono malati. La gran parte stanno nelle loro case e bisogna stare attenti che queste case non diventino un altro luogo dove sviluppare il virus".

Sui consigli concreti, l'ex assessore alla Sanità invita a usare "le mascherine lavabili, allontaniamoci dall’usa e getta". E poi torna a ridimensionare il peso dei positivi, sposando anche le posizioni dell'Oms sulla riduzione da 14 a 7 giorni di quarantena e "con un tampone solo negativo. Evitare il secondo tampone aiuta chi è senza sintomi a ripartire subito. Non servono due tamponi negativi. Vanno bene le precauzioni, ma alleggeriamoci. Concentriamo gli sforzi per andare a cercare i focolai. Allarghiamo la platea". Uscendo dal territorio regionale "che sta facendo benissimo", Venturi invita "alcune regioni a potenziare l’attività di tamponamento". Infine, l'ex commissario spende un pensiero per i disabili e per gli studenti, "le due categorie più penalizzate. Ognuno pensi nel suo piccolo a cosa si può fare per aiutare gli altri".

E sulla scuola: "In questo avvio è necessario avere un’unica voce tra salute e scuola. Non è una buona cosa se le famiglie abbiano informazioni diverse: se la Regione dice che un bambino con il raffreddore può andare a scuola, lo stesso deve dire la scuola. È necessaria sintonia tra istituzioni".

In conclusione, Venturi ha ricordato l'appuntamento, il 28 settembre a Reggio Emilia, per la  presentazione del libro scritto con Rosario Di Raimondo sul racconto dei due mesi da commissario all'emergenza Covid.  Leggi anche - Pre e post scuola Emilia Romagna, le linee guida della Regione