Ancona, 8 marzo 2020 - Aumentano i contagi da coronavirus nelle Marche e ci sono anche due nuove vittime. Salgono così a 6 i decessi per coronavirus in regione. Una di loro è di Ancona. Ad oggi, secondo l'ultimo aggiornamento del Gores, l'organismo della Regione Marche che sta seguendo l'evoluzione del contagio, sono 274 i tamponi risultati positivi 1028 effettuati dal reparto di virologia dell'ospedale di Torrette. La provincia di Pesaro Urbino diventa zona rossa. Chiusa la provincia, insieme alla Lombardia e ad altre 14 province in tutta Italia.
Nelle "zone rosse" i cittadini con qualche linea di febbre (sopra i 37 gradi, ndr) dovranno restare nel proprio domicilio e limitare al massimo i contatti. Il provvedimento definitivo è stato firmato a tarda notte (tra sabato e domenica) dal premier Conte. Chiuse palestre, piscine, musei e centri culturali.
Nel dettaglio, le province diventate "zona rossa" sono le seguenti: Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Asti, Alessandria, Novara, Verbano Cusio Ossola e Vercelli. Le disposizioni del decreto, qualora entrasse in vigore, producono il loro effetto dalla data dell'8 marzo 2020 e sono efficaci fino al 3 aprile 2020.
Stop a supermercati e centri commerciali in festivi e pre-festivi. Sanzioni e sospensione attività a gestori di bar e rattività di ristorazione che non fanno rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro. Stop agli impianti nei comprensori sciistici.
Il sindaco Ricci: "Regole non chiare"
"Non è possibile fare un decreto in una notte, non sapere cosa succede oggi per milioni di italiani. E' stata introdotta una nuova zona di ulteriore contenimento con regole non chiare. Ad esempio le persone che sono fuori possono rientrare? Io credo di sì. Ci si può muovere per motivi di lavoro: significa che tutte le aziende sono aperte? Significa che si può andare a lavorare? Penso di sì, ma anche questo non è chiaro. Le merci possono viaggiare? Non è chiaro". Cosi' il sindaco di Pesaro Matteo Ricci, ai microfoni di Radio1 nel corso di uno Speciale sul coronavirus.
"Inoltre sia Pesaro-Urbino che Rimini non sono vicine alle zone del focolaio. Quindi siamo rimasti molto sopresi, anche perchè non abbiamo un numero di casi esplosivo - continua Ricci -. Siamo da ieri sera inondati di telefonate preoccupate. Ma noi siamo preoccupati soprattutto per l'economia, considerato che una parte del Paese è ferma. Spero che la mattinata di oggi faccia chiarezza", ha aggiunto il sindaco di Pesaro.
Ecco cosa prevede il decreto in dettaglio
"Abbiamo ricevuto la bozza di Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri recante ulteriori misure urgenti di contenimento del contagio nella regione Lombardia e in alcune province italiane tra cui Pesaro e Urbino - aveva detto il governatore Ceriscioli quando il decreto non era ancora definitivo -. Nello specifico si prevede l’obbligo di evitare in modo assoluto ogni spostamento in entrata e in uscita, dal territorio e all’interno del territorio, salvo che per gli spostamenti motivati da indifferibili esigenze lavorative o situazioni di emergenza. Riteniamo corretto intensificare le misure di contenimento vista la forte diffusione del contagio. Abbiamo tuttavia avuto poco tempo a disposizione per elaborare un giudizio su un provvedimento di tale portata". "Come prima istanza chiediamo particolare attenzione soprattutto su tre punti: è necessario aggiungere una previsione che consenta l’attività delle imprese di qualunque natura e qualsiasi in forma costituite, aventi sede legale e/o operativa nel territorio della Provincia; occorre consentire alle persone almeno il rientro presso il proprio domicilio/abitazione o residenza situato nel territorio della Provincia; è necessario consentire spostamenti per motivi di salute".
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I contagi
Secondo il dato arrivato questa mattina sono 274 i campioni positivi, su un totale di 1028 analizzatiIeri.
Ieri i decessi erano passati da 4 a 6 uno all'ospedale di Fano Marche Nord (un uomo settantottenne con pluripatologie pregresse) e uno all'ospedale regionale di Torrette (un uomo di 59 anni, anch'esso con pluripatologie). Brusca impennata del numero dei contagiati ricoverati nei reparti di terapia intensiva degli 8 ospedali direttamente coinvolti nell'emergenza: alle 10 di questa mattina era 33, rispetto ai 20 di ieri.
Erano invece 91 i pazienti ricoverati in reparti non intensivi. I test risultati positivi hanno toccato quota 200, 123 dei quali confermati anche dall'Iss, mentre 593 sono risultati negativi. Nella regione sono cresciuti anche i casi in isolamento domiciliare: nelle ultime 24 ore sono passati da 981 a 1.230: 1.119 risultano asintomatici e 111 con sintomi.
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Dimessi da Torrette i primi due pazienti
Sono stati dimessi da Torrette i primi due pazienti affetti da Covid-19. Lo annuncia il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli: "Entrambi hanno superato la fase acuta della malattia e presentano condizioni cliniche e psicologiche perfettamente compatibili la prosecuzione della convalescenza in ambito domiciliare. Sia i pazienti che i familiari sono stati adeguatamente istruiti sui comportamenti di sicurezza da adottare. Da questo momento in poi i pazienti saranno monitorati dai servizi territoriali competenti”.
“In entrambi i casi - spiega il professor Marcello Tavio, direttore della struttura complessa di malattie infettive Ospedali riuniti di Ancona e presidente della Società scientifica italiana malattie infettive - non c’è stato bisogno di terapia di supporto degli organi vitali, ma di sola di terapia medica e di semplice monitoraggio; a conferma del fatto che i soggetti senza comorbosità presentano un andamento molto più lineare e favorevole rispetto ai soggetti anziani e/o defedati. I pazienti potranno essere dichiarati “guariti” quando la scomparsa della sintomatologia si accompagnerà alla negativizzazione della carica virale nelle secrezioni respiratorie (tampone). Resteremo in stretto contatto con i servizi territoriali per condividere il resto del percorso, per reinserire le persone nella società civile e nel mondo del lavoro nel modo più rapido e sicuro possibile”.
Vice presidente del Consiglio regionale Minardi in isolamento
Volontariamente ed in via precauzionale, il vice presidente del Consiglio regionale delle Marche Renato Claudio Minardi ha deciso di auto-isolarsi nella sua abitazione di Fano dopo aver appreso la notizia di una persona risultata positiva al tampone del coronavirus con cui ha avuto, martedì 3 marzo, un contatto seppur minimo. "Ho segnalato il caso e ho seguito per prevenzione e correttezza verso gli altri, sin da subito, le indicazioni previste dalle misure adottate dal Ministero della Salute e dalla Regione Marche" spiega in una nota. "Sto bene e non presento alcun sintomo - sottolinea - ma è assolutamente necessario seguire regole semplici di prevenzione per contenere la diffusione del contagio, al fine di tutelare la salute di ognuno". "Coloro che sono stati in contatto con me negli ultimi giorni non dovranno sottoporsi ad alcuna misura precauzionale - conclude -. Lo dovrebbero fare volontariamente anche le altre persone che si trovano nella mia stessa situazione".
Dove sono
I casi positivi nella provincia di Pesaro Urbino sono 152 (ieri erano 126), nella provincia di Ancona 38 (contro i 23 di ieri), 7 a Macerata (non sono cresciuti rispetto a ieri) e 3 a Fermo.
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La lettera
"Le misure preventive ci chiedono giustamente di ridurre all'essenziale le relazioni? Facciamolo, ma senza piombare in una solitudine depressa o in un'attesa senza oggetto": è uno dei passaggi di una lettera aperta che l'assessore all'Istruzione della Regione Marche, Loretta Bravi, ha indirizzato a studenti e insegnanti, nella convinzione che "l'emergenza che stiamo vivendo, come è sempre accaduto nella storia, ci richiama e ci chiede di cambiare il nostro modo di essere". L'auspicio dell'assessore, che è anche insegnante, è che "la didattica a distanza, di cui adesso comprendiamo meglio l'utilizzo e il valore, ci inviti ad un rapporto corretto con la rete, con i nostri smartphone". "Sui social, sui canali di dialogo con i ragazzi, soprattutto noi insegnanti - si conclude la lettera -, accompagniamo la loro riflessione, proponiamo loro ciò che è davvero capace di educarli, diamo una qualita' a questa apparente pausa. I silenzi nella musica hanno la stessa importanza delle note".