Ancona, 29 marzo 2020 - Emergenza coronavirus, stabili i contagi nelle Marche salgono invece il numero delle vittime che nelle ultime ore sono state 31, portando così il drammatico conteggio a 417 morti dall'inizio della pandemia. Cinque vittime non avevano altre patologie: sono una donna di 54 anni di Treia (Macerata), morta nell'ospedale di Civitanova Marche. Gli altri sono del Pesarese: un uomo di 66 anni e una donna di 68 di Pesaro, deceduti nell'ospedale di Jesi, di un 68enne di Vallefoglia, anche lui morto nell'ospedale di Jesi, di un 77enne di Fano, che era ricoverato nel covid hospital di Camerino.
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I decessi riguardano 13 persone residenti nella provincia di Pesaro Urbino, che è sempre stata la più colpita dal coronavirus: in totale si contano 255 morti. Ma crescono anche le vittime in provincia di Ancona che oggi sono 10 (81 in totale). Sei le vittime nel Maceratese (45 in totale) e 2 nel Fermano (28 in totale). Nessun decesso registrato oggi di persone residenti in provincia di Ascoli che ha finora contato 3 morti.
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Le persone positive in regione ad oggi, dall’inizio dell’epidemia, sono 3558 (+185 rispetto al giorno precedente, con 547 campioni refertati). Ieri l'incremento era stato di 177 casi, ma su un totale di 824 tamponi analizzati.
Per quanto riguarda la distribuzione territoriale dei contagi, la provincia più colpita è quella di Pesaro e Urbino con 1.577 casi (70 in più di ieri); seguono Ancona con 1.019 (75 in più), Macerata con 476 (19 in più), Fermo con 246 (5 in più) e Ascoli Piceno con 179 (16 in più).
Al momento sono ricoverate in ospedale a causa del Covid-19 1.168 persone, 15 in più di ieri. Di queste, 168 sono in terapia intensiva (due in più di ieri). Salgono a 12 (da 10) i guariti.
"Picco a metà aprile"
"Nelle Marche il picco è atteso tra la prima decade e la metà di aprile". Così ieri il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli. Per quel periodo, il governatore spera di essere riuscito ad attivare il polo ospedaliero temporaneo, la cui gestione è stata affidata a un privato. Dovrà ospitare 100 posti letto di terapia intensiva, sarà realizzato alla Fiera di Civitanova (dopo il triplo no ad altrettante strutture ad Ancona), e a occuparsene sarà, su indicazione di Guido Bertolaso, la Fondazione Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta (Cisom).
Lo stesso Ceriscioli motiva la scelta del sistema di raccolta fondi: "È chiaro che dobbiamo correre – spiega –. C’è una differenza di tempi importanti. Il privato va in deroga su tutto e non ha tutti quei problemi che hanno gli interventi pubblici".
Una corsa contro il tempo, mentre sul fronte della mobilitazione di personale e strutture le cose non vanno bene. La Protezione civile nazionale, per bocca del responsabile nazionale, Angelo Borrelli, ieri mattina ha annunciato l’invio di venti medici albanesi per l’emergenza Coronavirus, ma nel pomeriggio la direzione centrale ha dovuto fare marcia indietro.
Certo non un buon segnale, specie se unito all’incertezza attorno alla spedizione composta da 160 tra medici, infermieri e tecnici dalla Cina per mettere in piedi una struttura da campo nell’area dell’ospedale regionale di Torrette ad Ancona. Da giorni si attende lo sblocco della procedura a causa di un intoppo provocato dal Ministero della sanità cinese.
I fondi
Lo Stato ha stanziato 400 milioni di euro per "misure urgenti di solidarietà alimentare", ossia per consentire alle persone in stato di bisogno di soddisfare i bisogni più urgenti ed essenziali. I fondi vengono assegnati ai Comuni e da questi sarà gestito ed erogato, privilegiando i criteri di prossimità e sussidiarietà. Il riparto di tali risorse aggiuntive sarà basato su criteri nuovi, calibrati per l`esigenza eccezionale, quali i principi del minor reddito pro capite (50-66%) e del numero di abitanti (33-50%) - criteri concordati con l`Anci. Ecco la suddivisione tra i Comuni delle Marche: