Bologna, 4 aprile 2020 - "Numeri significativamente migliori", è un sorriso l'incipit del bilancio odierno della Regione Emilia Romagna, anche se le nuove vittime sono ancora 75, per la prima volta meno dei guariti, che sono stati 188.
I positivi sono 608, un dato costante: la crescita è quindi del 3%. Ma i due dati che danno davvero speranza sono due: 56 posti letto liberi in più rispetto a ieri (il saldo tra i nuovi ricoveri e le dimissioni è quindi negativo) e sono invece 6 i posti liberi nei preziosi spazi della terapia intensiva (oggi iricoverati in questo reparto sono 358).
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Responsabilità
"E' irreponsabile quello che vedo fuori. Non vorrei mai che si facesse l'abitudine alle decine di morti: capisco le esigenze, ma quello che ci si chiede è solo di resistere ancora qualche settimana rispettando i divieti. Lo dobbiamo ai sanitari che stanno lavorando sentra tregua da settimane. Se il virus dovessere tornare in forza, ci verrebbe mancare un diritto: avere un letto dove essere curati - è il duro monito del commissario Sergio Venturi -. Non ci siamo andati molto lontani, adesso c'è bisogno di senso di responsabilità. Non ci dovrebbe essere bisogno di interventi delle forza dell'ordine, dovrebbe bastare il senso di responsabilità. Faccio mie le parole del sindaco Merola: "Ci sono troppe persone fuori e non sono dustanziate. Il distanziamento sarà una condizione che ci accompagnerà per molto tempo ancora. Adesso è obbligatorio e fondamentale".
Le vittime
Per quanto riguarda i decessi, per la maggior parte sono in corso approfondimenti per verificare se fossero presenti patologie pregresse. I nuovi decessi riguardano 12 residenti nella provincia di Piacenza, 25 in quella di Parma, 15 in quella di Reggio Emilia, 6 in quella di Modena, 10 in quella di Bologna (nessuno in territorio imolese), 1 in quella di Ferrara, 2 nella provincia di Ravenna, 1 nella provincia di Forlì-Cesena (nessuno nel forlivese), 2 in quella di Rimini. Un decesso si riferisce a un residente fuori regione.
I contagi
Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: Piacenza 2.842 (31 in più rispetto a ieri), Parma 2.201 (118 in più), Reggio Emilia 2.908 (108 in più), Modena 2.551 (53 in più), Bologna 2.127 (86 in più), Imola 302 (4 in più), Ferrara 474 (106 in più), Ravenna 688 (32 in più), Forlì-Cesena 924 (di cui 485 a Forlì, 38 in più rispetto a ieri, e 439 a Cesena, 20 in più), Rimini 1.523 (12 in più).
Complessivamente, sono 7.166 le persone in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi (214 in più rispetto a ieri); quelle ricoverate in terapia intensiva sono 358, 6 in meno. E si sono registrati 56 ricoverati in meno anche nei reparti non di terapia intensiva (3.859 oggi rispetto ai 3.915 che si contavano ieri). I decessi sono purtroppo passati da 1.902 a 1.977: 75 in più, quindi, di cui 51 uomini e 24 donne.
Case protette
Venturi rivolge un appello per contenere la difusione del virus nelle case protette e nelle case di riposo. "Se conteniamo la diffusione del virus in queste strutture abbiamo vinto", è l'appello di Sergio Venturi.
Gli infermieri
Sono atterrati al Marconi di Bologna 20 infermieri volontari (video), destinati alle strutture ospedaliere e sanitarie dell’Emilia-Romagna per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Partiti dall’Aeroporto militare di Pratica di Mare a Roma, con un volo organizzato dalla Guardia di Finanza, fanno parte di un gruppo di 51 operatori che andranno in altre regioni colpite. I 20 infermieri si aggiungono ai 16 medici arrivati nei giorni scorsi in Emilia-Romagna e già operativi.
Il veleno
"Se ho urtato la sensibilitaà di qualcuno mi scuso. Ma alla senatrice della Lega dico che io sono ancora qui, da pensionato. Non ho rifiutato l'incarico in un momento di difficoltà e non ho scelto sedie da un'altra parte. Sono ancora qui, anche per rispondere a tutte le critiche che mi vengono mosse. Chiedo rispetto". Non cede di un millimetro Sergio Venturi, commissario per l'emergenza coronavirus in Emilia-Romagna, preso di mira dalla Lega e dalla senatrice Lucia Borgonzoni per le sue affermazioni di ieri sui decessi legati al covid-19. "Mi sono sentito dire che sono disumano e insensibile. Non credo di meritarlo - contrattacca Venturi - secondo la senatrice della Lega (non la nomina mai direttamente, ndr) non avrei avuto il necessario rispetto per i morti, perché ho detto che su alcuni anziani andrebbe indagato se il decesso è dovuto al virus o ad altre patologie. L'ho detto da medico, non vedo perché debba suscitare scandalo"
Lo studio
In Emilia Romagna i morti attribuibili al Coronavirus potrebbero essere molti di più di quelli registrati ufficialmente. Un "numero oscuro" di decessi che emergerebbe a livello statistico e che riguarderebbe persone che si sono spente in casa o in una casa di riposo o in un hospice e sulle quali non è stato eseguito il test di positività. A rilevarlo è l'Istituto Cattaneo, che ha condotto una ricerca su 124 Comuni che contano almeno dieci decessi da gennaio al 21 marzo e che hanno fatto registrare un aumento di morti superiore al 20% nelle prime tre settimane di marzo rispetto alla media dello stesso periodo negli anni 2015-2019. L'obiettivo dello studio è appunto "valutare le dimensioni della crescita dei decessi in Emilia Romagna imputabile alla diffusione del coronavirus, tenendo conto degli incrementi avvenuti nel periodo di particolare virulenza del contagio".
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I dati relativi alla mortalità, spiega il Cattaneo, sono infatti "tendenzialmente stabili nel tempo". Quindi con le "dovute cautele, gli scostamenti nella mortalità possono essere interpretati come morti aggiuntive dovuti all'azione del virus". Nel periodo considerato, rileva il Cattaneo, "si è verificato un aumento del numero dei decessi che può essere attribuito solo all'intervento di una causa esterna, appunto il covid-19".
La crescita è tra l'altro "molto consistente e appare superiore a quanto rilevabile dai dati fin qui resi noti dalla Protezione civile". Al 21 marzo in Emilia Romagna i morti positivi al covid-19 erano 715. Ma facendo il confronto con la media dei decessi nello stesso periodo degli anni 2015-2019, la differenza tra i morti attuali e quelli di allora è di 1.267 persone in più.
A conti fatti dunque, e anche escludendo i 201 Comuni dove non è stata condotta la ricerca, secondo il Cattaneo "il numero di decessi riconducibili a coronavirus in Emilia-Romagna risulta comunque superiore del 77%" rispetto ai dati della Protezione civile. Secondo gli statistici, quindi, "è plausibile che i decessi aggiuntivi non attribuiti a covid-19 riguardino persone decedute in casa propria o in una casa di riposo o in un hospice e sulle quali non è stato eseguito il test di positivita'". La variazione oltretutto è "massima" nella provincia di Piacenza, la più colpita dal contagio. Qui i decessi del 2020 per il periodo considerato sono stati "il 166% in più della media del quinquennio precedente e tra gli uomini sono addirittura quasi triplicati".
Nella sola città di Piacenza la crescita è stata del 178%, con una punta del 224% tra gli uomini. Scendendo verso sud-est lungo la A1, poi, si incontra Parma dove la crescita e' stata del 116%, quindi Reggio Emilia con un incremento del 62%. Seguono Bologna e Forlì-Cesena, entrambe attorno al 50%. Piu' lievi le variazioni nelle altre province, con valori che oscillano tra il 29% di Ferrara e il 37% di Ravenna. Insomma, la mappa degli incrementi dei decessi in buona sostanza coincide con quella disegnata sulla base della virulenza del contagio. Anche la "serie temporale su base giornaliera - aggiunge il Cattaneo - mostra chiaramente la crescita dei decessi che si è innescata tra la fine di febbraio e i primi giorni di marzo in alcune province", quando cioè è iniziata la diffusione massiccia del contagio. In quel periodo "il numero di morti prende a salire rapidamente ben oltre i valori precedenti. A iniziare è la provincia di Piacenza, la più vicina alla Lombardia, gia' negli ultimi giorni di febbraio.
Divieti prorogati, continua lo stop a passeggiate e jogging
La Regione, con una nuova ordinanza ha confermato alcuni divieti fino al 13 aprile: viene confermata la chiusura al pubblico di parchi e giardini pubblici per evitare assembramenti di persone. Ribadito il no all’uso della bicicletta o agli spostamenti a piedi se non per le sole motivazioni ammesse per gli spostamenti delle persone fisiche (lavoro, ragioni di salute o altre esigenze di primaria necessità come gli acquisti di generi alimentari). E nel caso in cui lo spostamento a piedi sia dovuto a ragioni di salute o per le esigenze fisiologiche dell’animale di compagnia, resta confermato l’obbligo a restare in prossimità della propria abitazione. Sono quindi escluse passeggiate, jogging o attività motorie di altro genere.
Nelle aree di servizio e di rifornimento carburante, l’apertura degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande è consentita solo ed esclusivamente lungo la rete autostradale.
Inoltre, nella provincia di Rimini restano in vigore tutte le disposizioni inerenti all’attuazione al piano di riassetto complessivo della mobilità viaria per potenziare i controlli sulle regolarità degli spostamenti delle persone (definite dall’ordinanza del presidente della Regione del 22 marzo 2020).
Venerdì sera, erano già state confermate le disposizioni che consentono solo l’attività di consegna a domicilio di cibo e pasti preparati, col fermo di quella da asporto, compresi i take-away. Negli esercizi polifunzionali possono proseguire solo le attività consentite (ad esempio edicole e tabacchi), ma non quelle di bar e ristorazione; così come sono consentite quelle di servizi alla casa (idraulici, elettricisti, etc.) e ai veicoli (gommisti, elettrauto, meccanici, carro attrezzi). Per quanto riguarda le strutture ricettive e gli alberghi, sono sospese le attività di accoglienza a fini turistici, mentre possono proseguire le attività collegate alla gestione dell’emergenza (ad esempio, pernottamento di medici e infermieri) con attività di ristorazione consentita solo per gli ospiti che vi soggiornano. Invariate le disposizioni per supermercati, medie e grandi strutture di vendita con aperture, nei prefestivi, consentite solo a farmacie, parafarmacie, edicole, tabacchi e punti vendita generi alimentari, prodotti per l’igiene personale e la pulizia della casa e articoli di cartoleria. Sospese nei festivi, ad esclusione di farmacie e parafarmacie, tutte le attività di commercio al dettaglio e all’ingrosso, comprese le attività di vendita di prodotti alimentari, sia nell’ambito degli esercizi di vicinato che delle medie e grandi strutture di vendita, anche quelli ricompresi nei centri commerciali o nelle gallerie commerciali. Restano sospesi sempre tutti i mercati, ad esclusione di quelli all’interno di strutture coperte o in spazi pubblici recintati e solo per la vendita di prodotti alimentari.
Supporto psicologico
La Regione, in collaborazione con l'ordine degli psicologi dell'Emilia-Romagna, ha divulgato l'elenco delle iniziative di supporto psicologico e di gestione dello stress messe in campo dalle aziende sanitarie della regione e rivolte a cittadini soli, operatori sanitari e pazienti. Si tratta di un servizio di ascolto e consulenza attraverso colloqui telefonici o in videochiamate con personale qualificato, per chi in questi giorni sta vivendo una situazione di disagio psicologico e sente il bisogno di un aiuto competente.
L'elenco e i numeri telefonici delle strutture sanitarie che organizzano i servizi di assistenza sono presenti a questo link. Difficoltà del personale medico, infermieristico e sociosanitario che opera in prima linea,il dolore di chi ha perso un familiare ma anche la sofferenza di chi è solo, la gestione della paura e delle emozioni all'interno delle mura domestiche, le relazioni con figli e conviventi: sono solo alcune delle criticità che accompagnano la diffusione del Coronavirus. Trovare un "nuovo equilibrio" - spiega la Regione - è per tutti una necessità. Oltre a queste, "l'assenza di contatto umano, interazioni sociali, il cambiamento delle proprie abitudini o anche solo l'impossibilità di godere dell'aria aperta - sottolineano la vicepresidente con delega alle disuguaglianze, Elly Schlein e l'assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini - possono avere delle ripercussioni negative, nel lungo periodo e nell'immediato".
Medicina non è più isolata
Il territorio del capoluogo di Medicina e della frazione di Ganzanigo, nel Bolognese, vede cessare l’isolamento pressoché totale, con il divieto di entrata e uscita dallo stesso. Viene invece equiparato alle zone di maggiore controllo delle province di Rimini e Piacenza. In questi territori resta in vigore la sospensione pressoché generalizzata delle attività economiche, a esclusione di quelle delle filiere alimentari, con comunque l’applicazione di rigidi parametri di sicurezza interne, e il rafforzamento delle misure per garantire il contenimento e il distanziamento sociale, a partire dal divieto di ogni assembramento con più di due persone, con l’intensificazione dei controlli. Inoltre, in tutto il territorio regionale è autorizzata la vendita nel territorio nazionale ed estero esclusivamente delle scorte di magazzino di attività di impresa già sospese, con impiego di personale in lavoro agile, o, se necessaria la presenza, con modalità organizzative che garantiscano le misure anti-contagio previste nei protocolli per la sicurezza indicati dalle normative in vigore.