Bologna, 3 aprile 2020 - Ancora una giornata di dati positivi. Resta però la piaga delle vittime, che oggi sono 91 (ieri erano stati 79). I contagiati sono 599 (ieri sono stati 546) in più con oltre 3mila test effettuati, quindi i positivi sono meno del 20%. "Abbiamo passato un periodo in cui erano positivi 9 test su 10", ricorda il commissario all'emergenza sanitaria Sergio Venturi. In terapia intensiva ci sono due pazienti in meno di ieri: "Questo testimonia che dalla terapia intensiva si esce, adagio ma si esce", gioisce Venturi.
Le guarigioni sono 189 in più e arrivano così complessivamente a 1.852 (+189), "un dato molto buono". Negativo anche il saldo dei ricoveri: i dimessi sono stati 29 in più dei ricoverati. "I casi continuano a crescere, ma sono meno gravi di 15 gkorni fa e questo significa che i posti letto man mano si liberano e sollevano il peso sugli ospedali".
"Abbiamo bisogno di avere una speranza: i dati ci confortano, speriamo che lo facciano ancora di più nei prossimi giorni. Perché accada questo, dobbiamo rispettare le regole, essere più aggressivi verso i nuovi casi e riservare tantissima attenzione verso le comunità di anziani come le case protette che ora sono il punto più debole", ha spiegato Venturi.
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La mappa dei decessi
I nuovi decessi riguardano 62 uomini e 29 donne: 18 erano residenti nella provincia di Piacenza, 9 in quella di Parma, 14 in quella di Reggio Emilia, 9 in quella di Modena, 31 in quella di Bologna (nessuno in territorio imolese), 3 in quella di Ferrara, 2 nella provincia di Forlì-Cesena (nessuno nel forlivese), 4 in quella di Rimini. Nessun decesso si è verificato in provincia di Ravenna. Un solo decesso si riferisce a un residente fuori regione.
La mappa dei contagiati
Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: Piacenza 2.811 (46 in più rispetto a ieri), Parma 2.083 (34 in più), Reggio Emilia 2.800 (135 in più), Modena 2.498 (82 in più), Bologna 2.041 (99 in più), Imola 298 (15 in più), Ferrara 368 (27 in più), Ravenna 656 (29 in più), Forlì-Cesena 866 (di cui 447 a Forlì, 63 in più rispetto a ieri, e 419 a Cesena, 14 in più), Rimini 1.511 (55 in più).
Il fuoco amico
Venturi si è poi scagliato - pure senza mai nominarlo - contro capo della Protezione civile Angelo Borrelli: "Io non accetto sentir dire che l'1 maggio saremo ancora chiusi in casa - afferma - chiunque lo dice, dice una cosa di cui non siamo sicuri: io come cittadino mi sento mortificato. Magari è vero, ma per ora è solo un'opinione. E prima di dire opinioni in libertà, diteci cosa avete in mente di fare - ha scandito - sulla base di evidenze scientifiche, diteci che cosa avete in mente per la ripresa economica del Paese. Evitate il bar sport, che non aiuta nessuno."
"Diamoci una linea e confrontiamoci con le Regioni - prosegue Venturi nel suo sfogo - non è possibile ogni giorno parare uscite che non hanno capo né coda. In una situazione così difficile come quella che stiamo affrontando, in regioni così devastate dall'epidemia, non è possibile dover fare i conti anche col fuoco amico. Non è il momento opportuno e neanche la modalità giusta"
I test
Sergio Venturi, che resterà commissario all'emergenza fino al 31 luglio, ha poi messo in guardia contro la corsa ai test. "Se uno non ha sintomi, è inutile che faccia un test - avvisa Venturi -, se invece ci sono sintomi, vi prende in carico il servizio sanitario". Venturi ha ricordato che i test sierologici necessitano comunque di un controllo, anche in caso di positività.
Test a campione
"Non prendiamo una grandinata adesso che gli alberi stanno fiorendo". La metafora primaverile del commissario ad acta per l'emergenza Coronavirus, Sergio Venturi, apre alla speranza. Ma anche alla prudenza. Nel giorno in cui si lavora per rimodulare, rendendole più leggere, le restrizioni alla libertà che si sono rese necessarie in queste settimane in Emilia-Romagna, Venturi parla anche di strategie per il futuro, partendo dall’intenzione di fare "un campionamento della popolazione per fare indagini sierologiche, per capire quanta popolazione ha avuto o avrà questa malattia", utilizzando a tal fine "esperti statistici, come le società che prevedono l’orientamento del voto, ma a noi in questo caso interessa l’orientamento del virus nelle scorse settimane, perché siamo consapevoli che molte persone hanno passato la malattia e non hanno avuto sintomi".
Un’iniziativa pilota che "potrebbe essere copiata da tutta Italia, non ci dispiacerebbe". Il tutto, mentre già ieri sono partiti da Bologna i primi test sierologici (l’alternativa al tampone) sui dipendenti sanitari del Sant’Orsola, del Bellaria e del Maggiore, oltre che di alcune realtà sociosanitarie del territorio, come le case residenza per anziani. "Alcune centinaia", quelli già effettuati, per verificare lo stato di salute di chi è in prima linea.
E mentre dalla Cina, al Marconi, è arrivato oggi il secondo di tre voli cargo (video), carichi di materiale sanitario acquistato dalla Regione. Ossia, un milione di mascherine chirurgiche, 185mila tute e 15mila occhiali protettivi destinati alla Protezione civile e alle aziende sanitarie del territorio.
La primavera, annunciata da Venturi, è insomma alle porte. Anche per Medicina. Benché, come spiegato dal presidente della Regione Bonaccini, "tutte le misure restrittive adottate in Emilia-Romagna verranno prorogate fino al 13 aprile", già dalle prossime ore il comune ‘zona rossa’ del Bolognese potrebbe tornare a respirare. Bonaccini ha infatti precisato che il territorio "uscirà dall’isolamento pressoché totale", ma le restrizioni da quelle parti resteranno le più imponenti di tutta la regione. Seppur "omogeneizzate a quelle previste per le province di Rimini e Piacenza", dove i controlli sul distanziamento sociale (superiore a 1,5 metri) sono più rigorosi e la gran parte delle attività economiche sospese. Non un ‘tana libera tutti’. Ma uno spiraglio di sole tra le nubi.
Mille smartphone per i pazienti
Contro la solitudine e l’isolamento da Coronavirus, corre in aiuto la tecnologia. Nei reparti ospedalieri dell’Emilia-Romagna, da Piacenza a Rimini, stanno arrivando infatti 1.000 smartphone e 750 schede Sim: consentiranno ai pazienti ricoverati di dialogare con i propri cari, con i caregiver, o anche con gli psicologi, superando così la barriera fisica, ma anche emotiva, cui sono sottoposti per poter essere curati. Un’idea nata dall’assessorato regionale alle Politiche per la salute e resa possibile grazie alla collaborazione di Unieuro Spa e Lepida, società in house della Regione.
“Tutto è partito da una riflessione sul profondo senso di solitudine che nasce, inevitabilmente, dall’isolamento dei pazienti in ospedale - spiega l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini -. Si tratta, forse, di uno degli aspetti più drammatici dell’emergenza sanitaria in atto, perché rende ancora più difficile e pesante il percorso di cura di chi è malato e fragile. Grazie all’intervento di Unieuro e Lepida - prosegue l’assessore- è nato questo progetto; un progetto di umanità, che esprime la volontà e la capacità da parte del nostro sistema sanitario di occuparsi anche della parte emotiva dei pazienti Covid, riducendo il carico di sofferenza causato dalla distanza, dall’impossibilità di toccare i propri cari, di parlare con loro, di vederli. Pubblico e privato si sono uniti e hanno lavorato insieme- conclude Donini - con un obiettivo comune: restituire calore e vicinanza a relazioni che la malattia ha forzatamente interrotto. La sanità pubblica, per noi, è anche questo”.