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Coronavirus Emilia Romagna Fase 2, Bonaccini "Delusi su scuola e famiglia"

Il Governatore: "Ristoranti e bar riaprano prima. Mascherine? Metterei l'obbligo anche all'aperto". Fase 2, ripartono le aziende che lavorano con l'export

Emergenza Coronavirus, didattica a distanza. Le scuole non riaprono (ImagoE)

Emergenza Coronavirus, didattica a distanza. Le scuole non riaprono (ImagoE)

Bologna, 27 aprile 2020 - Le scuole resteranno "ragionevolmente chiuse fino a fine anno scolastico", ha detto ieri sera il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa, illustrando la novità della fase 2 legata all'emergenza Coronavirus. E Stefano Bonaccini, governatore dell'Emilia Romagna, non nasconde la delusione perché è quantomai importante, ora, trovare strumenti di sostegno alle famiglie. 

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"Sulla scuola siamo abbastanza delusi, non abbiamo ancora capito cosa succede. Abbiamo chiesto un ulteriore incontro alla ministra Azzolina che mia auguro avvenga questa settimana altrimenti dopo il cartellino giallo io tiro fuori quello rosso. Abbiamo capito che l'apertura delle scuole comporta un rischio evidente, ma vogliamo capire col governo quali saranno gli strumenti a sostegno delle famiglie e abbiamo bisogno di linee guida e risorse per riaprire i centri estivi", ha affermato Bonaccini ospite di 24 Mattino su Radio 24. 

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"La scuola è un capitolo importante, ragionevolmente resteranno chiuse fino a fine anno scolastico. E' difficile far vivere i due diritti", quello alla salute e quello all'istruzione, se riaprissimo le scuole il rischio di far schizzare i contagi sarebbe altissimo, aveva detto ieri sera il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa da palazzo Chigi, rispondendo alla domanda di un giornalista: "Ci dicono tutte le raccomandazioni che assisteremmo a un'esplosione nel giro di una due settimane, non possiamo permettercelo tanto più che abbiamo un personale docente con età media tra più alte Europa".  Ora, con l'uscita graduale dal lockdown, "abbiamo elaborato un rischio calcolato, non lo sarebbe più se riaprissimo le scuole. Ma non restiamo inerti: la ministra Azzolina lavora per farle ripartire a settembre nel migliore possibile", aveva aggiunto Conte.

"Mascherine, metterei l'obbligo anche all'aperto"

Bonaccini è intervenuto anche sul tema delle mascherine: "Mi sarei aspettato non solo l'obbligo delle mascherine nei luoghi chiusi ma anche all'aperto. Se la mascherina è una protezione, mi permetto di suggerire al governo di pensarci: io estenderei l'obbligo anche all'esterno e non solo, come è giusto che sia, ai luoghi chiusi". 

"Con l'Istituto superiore di sanità e con il ministero dovrà esserci essere un rapporto quotidiano con le Regioni. Perché se ci sarà un rimbalzo leggero" dell'epidemia "si potrà continuare con tutte le precauzione del caso". Se invece "il rimbalzo qua e là dovesse essere pesante è evidente che si dovrà tornare a delle restrizioni. Per quello è bene che ciascuno rispetti le misure", dice Bonaccini.

"Il tema dei contagi - ha detto ancora . da solo non basta, perché uno potrebbe essere tentato di non fare più tamponi e vedrà che i contagi non aumentano. E non solo il tema dei positivi indichi se c'è un rimbalzo davvero dell'epidemiologia. Bisogna avere altri dati di riferimento, che vengono comunicati tutti i giorni al governo, ad esempio i ricoveri di terapia intensiva e i ricoveri generali".

Aziende che lavorano con l'export e cantieri, da oggi si riparte

Da oggi riaprono le aziende manifatturiere che lavorano prevalentemente con l’export, con loro anche le imprese del comparto costruzioni per i soli cantieri di opere pubbliche su dissesto idrogeologico, edilizia scolastica, edilizia residenziale pubblica e penitenziaria. Mentre era quasi certa la ripresa dei cantieri di alcune opere pubbliche importanti, è rimasta incerta fino all’ultimo la riapertura delle aziende più internazionalizzate. Il via libera è venuto solo nel pomeriggio di ieri, dopo il colloquio della cabina di regia con il premier Giuseppe Conte. La situazione si è sbloccata quando i ministri Roberto Speranza (Sanità), Stefano Patuanelli (Sviluppo economico) e Paola De Micheli (Trasporti) hanno inviato un documento alla ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, nel quale forniscono l’interpretazione autentica su quali siano le attività di rilevanza strategica per l’economia nazionale da autorizzare fin da subito. Sempre se in grado di ripartire rispettando a pieno le misure anti-coronavirus previste nei protocolli di sicurezza. 

Fase 2 cosa cambia dal 4 maggio. Ecco quando riaprono negozi, ristoranti e parrucchieri

Il 4 maggio ripartiranno l’intero comparto produttivo manifatturiero e quello delle costruzioni, compreso il commercio all’ingrosso funzionale ai due settori, il trasporto pubblico, i parchi pubblici, e potrà ripartire l’attività sportiva individuale anche lontano da casa. 

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I negozi dovranno attendere il 18 maggio, mentre ristoranti, bar (eccetto l'asporto), parrucchieri ed estetisti l'inizio di giugno. Chi si è trovato lontano da casa al momento del lockdown potrà farvi ritorno e si potrà far visita ai parenti ma senza essere in troppi. Gli spostamenti tra regioni andranno comunque giustificati.  Mascherine obbligatorie su tutti i mezzi pubblici e ovunque non sia possibile rispettare il distanziamento.

Bonaccini spera però che si possa anticipare l'apertura di alcune realtà, come bar e ristoranti, rispetto alle date indicate ieri sera dal premier Conte per la fase 2. "Anche a me - ha detto a 24 Mattina su Radio24 - hanno contattato tantissimi gestori di bar, ristoranti, parrucchieri, palestre, negozi. Ho visto che il presidente del Consiglio ha indicato delle possibili date. È giusto avere un'ipotesi di calendario. Mi permetto di dire: monitorando come va dal punto di vista epidemiologico, mi auguro che quelle date possano essere persino anticipate e lavoreremo perché questo sia possibile. Perché capisco che anche psicologicamente ci sono settori di lavoro dove le persone si domandano, oddio che fine farò".

Intanto quella che si apre oggi è, comunque, una settimana decisiva per diversi altri settori dell’economia. 

Take away, oggi riaprono i negozi

Anche se non sarà un vero e proprio servizio da asporto, la riapertura oggi di molti degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande e di attività artigianali in Emilia Romagna (ad esempio rosticcerie, friggitorie, gelaterie, pasticcerie, pizzerie al taglio) è comunque un piccolo ma significativo passo verso il ritorno alla normalità. Vero, sarà una vendita di cibo da asporto ‘a metà’, solo su prenotazione o previa ordinazione, on-line o telefonica, e quindi in maniera ordinata e contingentata (nel locale dovrà essere presente un solo cliente alla volta e dovrà rimanere il tempo strettamente necessario alla consegna e al pagamento dell’ordine). Tanto che, negli esercizi attrezzati, il ritiro potrà avvenire anche dall’auto. In ogni caso però l’ordinazione non potrà essere consumata sul posto. Tutto volto ad evitare quegli assembramenti che potrebbero far schizzare nuovamente in alto i contagi.

Turismo, i fondi della Regione

Tre milioni di euro per la sanificazione e per far ripartire in sicurezza alberghi, campeggi, stabilimenti termali e pubblici esercizi, anche stagionali, di somministrazione di alimenti e bevande. È il bando approvato dalla Giunta regionale per sostenere la ripresa di uno dei settori più colpiti dagli effetti economici del lockdown dovuto alla pandemia di Covid-19.

“La chiusura forzata delle attività ha colpito duro le imprese del turismo e del commercio- sottolinea l’assessore, Andrea Corsini -. Durante la fase 2, di riavvio graduale e progressivo, le piccole e medie imprese ricettive, termali e della somministrazione di alimenti e bevande, per la natura dell’attività esercitata, dovranno sostenere costi elevati per dotarsi di modalità operative e organizzative tali da prevenire rischi di contagio. Le risorse regionali, stanziate a fondo perduto e in regime di de minimis, sono un primo intervento concreto per affiancarle in questa sfida per il rilancio”.

La dotazione finanziaria è di 3 milioni, di cui 2 per le strutture alberghiere, all’aria aperta e termali e 1 per i pubblici esercizi di somministrazione di alimenti e bevande.

I contributi mirano, in particolare, a promuovere e incentivare l’adozione di presidi e dispositivi per garantire la protezione sanitaria ai dipendenti e ai clienti (come sistemi di controllo della temperatura e per regolare gli ingressi e il transito di lavoratori e clienti) e per acquistare attrezzature e impianti per la messa in sicurezza sanitaria, la sanificazione e la disinfestazione dei locali nei quali viene svolta l’attività.

Potranno essere assegnati fino a 5.000 euro, per coprire al massimo l’80% delle spese ammesse, per un investimento minimo di 2.000 euro realizzato tra il 23 febbraio e il 31 dicembre di quest’anno.

Per rispondere all’estrema urgenza delle attività economiche interessate, la Giunta regionale ha previsto che la procedura di selezione delle domande, assegnazione ed erogazione dei contributi sia gestita dalle cooperative di garanzia e dai consorzi fidi già selezionati in base alla precedente delibera 225 del 23 marzo 2020 (relativa ad un bando regionale che trasferiva a questi ultimi un fondo per l’abbattimento dei costi sostenuti dalle imprese per l’accesso al credito).

"Cooperative di garanzia e consorzi fidi sono pertanto invitati presentare la manifestazione di interesse inviandola entro le 13 del 5 maggio 2020 all’indirizzo industriapmi@postacert.regione.emilia-romagna.it.

Le imprese che accedano ai prestiti a interesse zero previsti dal fondo da 10 milioni di euro stanziati con la delibera 225 potranno presentare contestualmente ai Confidi selezionati la richiesta dei contributi in esame con modalità molto semplificate", fa sapere la Regione.

Niente tuffi fino al 4 maggio

Via libera a bagni e tuffi per chi abita in località di mare. La notizia comparsa sabato sul sito della presidenza del Consiglio e rilanciata da tutti i media, scatena il caos. Tanto che ieri l’assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini, è costretto a correggere la rotta: "In Emilia Romagna non cambia nulla, fino al 4 maggio non è consentito fare bagni in mare, né passeggiate». «Le nostre norme, che sono pienamente in vigore – aggiunge - al momento non consentono di allontanarsi dalle immediate vicinanze della propria abitazione se non per comprovate motivazioni. E non è prevista la possibilità di accedere all’arenile – insiste Corsini -. Quindi fino al 4 maggio fare un tuffo in mare, o la passeggiata sull’arenile, non è permesso. Dal quel giorno qualcosa cambierà sulle restrizioni per il Covid-19, ma fino a quella data in Emilia Romagna valgono le norme oggi in vigore".