REDAZIONE CRONACA

Coronavirus Emilia Romagna, oltre 10mila casi. Altra stretta sui trasporti

Altri 92 decessi e 800 contagi, i dati provincia per provincia. Venturi: "Trend non negativo". Nuova ordinanza: prorogate al 3 aprile le misure su take-away e asporto

Coronavirus, nuova stretta sui trasporti in Emilia Romagna (Imagoeconomica)

Coronavirus, nuova stretta sui trasporti in Emilia Romagna (Imagoeconomica)

Bologna, 25 marzo 2020 - Ulteriori riduzioni del servizio ferroviario regionale e dei bus; taxi e noleggio con conducente anche per la consegna di beni di prima necessità. Sono questi i contenuti della nuova ordinanza firmata dal presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini per l'emergenza coronavirus.

L'aggiornamento del 26 marzo

Da un lato il governatore interviene in materia di trasporto pubblico, dall’altro proroga fino al 3 aprile l’efficacia delle disposizioni di una ordinanza precedente e in scadenza oggi: la numero 35 del 14 marzo. Fra i provvedimenti che aveva introdotto e che restano in vigore, la sospensione di tutte le attività che prevedono la somministrazione e il consumo sul posto di alimenti e quelle che prevedono l’asporto, compresi i take-away, cioè gli esercizi che preparano pasti da portare via, come ad esempio rosticcerie, friggitorie, gelaterie, pasticcerie, pizzerie al taglio. Attività per le quali resta consentito solo il servizio di consegna presso il domicilio o la residenza del cliente, con la prescrizione, per chi organizza l'attività di consegna a domicilio – che sia lo stesso esercente o una piattaforma –, del rispetto delle disposizioni igienico sanitarie. Restano consentite le attività di ristorazione all’interno di strutture ricettive quali, a titolo di esempio, alberghi, residenze alberghiere agriturismi per i clienti che vi soggiornano.

Poi la chiusura al pubblico degli stabilimenti balneari e relative aree di pertinenza, con l’accesso consentito solo al personale impegnato in comprovate attività di cantiere e lavorative in corso, anche relative alle aree in concessione o di pertinenza. Da segnalare anche la sospensione di qualunque erogazione di prestazioni programmabili e non urgenti da parte delle strutture del sistema sanitario privato, anch’essa confermata.

Trasporto pubblico, le nuove misure

Per quanto riguarda il servizio ferroviario regionale, non sono previste variazioni per i prossimi quattro giorni, fino al 29 marzo, rispetto a quanto previsto dall’ordinanza numero 39 del 16 marzo scorso sulla riduzione dei servizi di treni e bus. Dal 30 marzo, e sempre fino al 3 aprile, la programmazione del servizio ferroviario regionale vedrà ulteriori riduzioni, secondo un programma proposto dall’operatore ferroviario e condiviso con la Regione. Di massima, dovrà essere garantito il servizio nell’arco temporale giornaliero e dovranno essere soddisfatte le esigenze di spostamento dei lavoratori negli orari di maggior afflusso, oltre all’accessibilità ai turnisti e a coloro che operano in attività ritenute essenziali dalle disposizioni vigenti.

La programmazione prevederà un servizio con cadenza almeno bioraria ad eccezione della fascia mattutina dalle 9 alle 12 nella quale il servizio sarà sospeso per garantire le operazioni di manutenzione della linea, a tutela delle condizioni di salubrità e sicurezza per i lavoratori dei soggetti gestori dell’infrastruttura. Allo stesso tempo, dovrà essere mantenuta la continuità dell’esercizio e l’operatività degli impianti, sempre tutelando la salute dei lavoratori ed evitando la necessità di iniziative ancor più drastiche. Il servizio verrà costantemente monitorato e il gestore dovrà effettuare la massima informazione possibile sui nuovi orari del servizio.

A proposito degli autobus, vengono confermate le disposizioni previste nell’ordinanza del 16 marzo. Così come per le province di Piacenza e Rimini quanto previsto dall’ordinanza di ieri, 24 marzo (riprogrammazione temporanea del servizio con eventuale soppressione delle corse o rimodulazione degli orari, garantendo i livelli essenziali di mobilità pubblica). Confermate anche le modalità di accesso ai mezzi: salita dalla porta posteriore e a bordo la distanza di sicurezza.

Anche nel caso dei taxi e del noleggio con conducente si conferma quanto definito dall’ordinanza del 16 marzo, con la raccomandazione agli enti locali di rimodulare l’offerta di servizio, sentite anche le organizzazioni di categoria, prevedendo riduzioni e comunque garantendo i servizi minimi essenziali. Rispettando le modalità per la prevenzione del contagio degli operatori e degli utenti, taxi e Ncc possono essere utilizzati anche per la consegna a domicilio di beni di prima necessità. In questo caso, i Comuni, nell’ambito della propria competenza, possono definire le modalità operative e le tariffe di accesso del servizio o estendere le modalità operative e le tariffe applicate al trasporto delle persone.

I dati sui contagi

“Il trend non è negativo, è più lento di come vorremmo, ma comincia a essere una tendenza significativamente in riduzione rispetto ai nuovi casi e contiamo che acceleri”. Il commissario ad acta Sergio Venturi usa queste parole per cominciare il suo racconto quotidiano sull'emergenza coronavirus in Emilia Romagna. Oggi (alle 12, orario fissato dal Ministero della Salute per raccogliere i dati a livello nazionale) i nuovi casi sono 800, un po' più di quelli di ieri, ma sostanzialmente in linea con i dati degli ultimi giorni. Il totale dei contagi in regione è di 10.054. Di questi pazienti, quasi la metà (oltre 4.200) è a casa con sintomi lievi o senza sintomi. I guariti sono 163 in più rispetto a 24 ore prima. I nuovi decessi sono 92 (60 uomini e 32 donne).

 38.045 i test refertati, 4.518 in più sempre rispetto a ieri. Complessivamente, sono 4.265 le persone in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi (273 in più rispetto a ieri); aumentano di poche unità quelle ricoverate in terapia intensiva, chesono 294, 3 in più rispetto a ieri. Ma crescono purtroppo i decessi, passati da 985 a 1.077: 92, quindi, quelli nuovi, di cui 60 uomini e 32 donne.

Al tempo stesso, continuano a salire le guarigioni, che raggiungono quota 721 (163 in più rispetto a ieri), 608 delle quali riguardano persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione; 113 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Per quanto riguarda i decessi, per la maggior parte sono in corso approfondimenti per verificare se fossero presenti patologie pregresse. I nuovi decessi riguardano 23 residenti nella provincia di Piacenza, 16 in quella di Parma, 9 in quella di Reggio Emilia, 14 in quella di Modena, 17 in quella di Bologna (2 nel territorio imolese), 3 in quella di Ferrara, 3in quella di Ravenna, 3in quella di Forlì-Cesena (3 nel territorio di Forlì), 2in quella di Rimini e 2 residenti fuori regione.

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: Piacenza 2.122 (141 in più rispetto a ieri), Parma 1.525 (90 in più), Reggio Emilia 1.586 (149 in più),  Modena 1.533 (179 in più), Bologna 1.107 (di cui Bologna 899, 123 in più rispetto a ieri, e 208  Imola, 16 in più),  Ferrara 204 (14 in più rispetto a ieri), Ravenna 387 (19 in più), Forlì-Cesena 454 (di cui 215 a Forlì, 4 in più rispetto a ieri, e 239 a Cesena, 13 in più), Rimini 1.136 (52 in più). 

Bonaccini: "Dobbiamo avere cautela"

Il presidente dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, non si fida dei primi segnali incoraggianti sull'andamento dell'epidemia in regione. Ancora "troppo poco" per tirare un sospiro di sollievo. "Negli ultimi giorni abbiamo avuto dati che non oso definire 'migliori' ma sembra ci sia un rallentamento dei contagi", ha detto Bonaccini intervenendo questa mattina a Omnibus, su La7.

"Io non guardo questi numeri - prosegue il governatore - perché spesso non fotografano la realtà. Provo a guardare gli accessi ai Pronto soccorso, i ricoverati e i ricoverati in terapia intensiva, che negli ultimi giorni si sono stabilizzati. Ma - sottolinea Bonaccini - è troppo poco per avere qualche motivo di soddisfazione, se si può utilizzare questa parola".

Le schede L'ultima autocertificazione - La scoperta del Cineca - Consigli per i genitori - I sintomi a cui fare attenzione

Altri 408 posti letto 

Da Piacenza a Rimini, continua senza sosta il lavoro all’interno della rete ospedaliera per attuare il piano di rafforzamento dei posti letto disposto dalla Regione. Da ieri a oggi, sono 408 i posti letto aggiuntivi allestiti per i pazienti colpiti da Coronavirus, che complessivamente passano da 3.915 a 4.323, tra ordinari (3.822, +397) e di terapia intensiva (501, +7).

Nel dettaglio: 589 posti letto a Piacenza (di cui 45 per terapia intensiva), 1.032 a Parma (63 terapia intensiva), 661 a Reggio (55 terapia intensiva), 474 a Modena (92 terapia intensiva), 726 nell’area metropolitana di Bologna e Imola (130 terapia intensiva), 242 a Ferrara (32 terapia intensiva), 599 in Romagna (in particolare: 233 Rimini, di cui 39 per terapia intensiva; 41 Riccione; 113  Ravenna, di cui 12 per terapia intensiva; 50 Lugo, di cui 6 per terapia intensiva; 57 Forlì, di cui  10 per terapia intensiva; 105 Cesena, di cui 17 per terapia intensiva.

Per quanto riguarda gli ospedali Covid, si conferma su Parma l’attivazione da parte dell’ospedale Piccole Figlie (ad oggi 25 posti letto Covid attivati sui 30 messi a disposizione) e della casa di cura Val Parma Hospital (ad oggi 22 posti letto Covid attivati sui 36 messi a disposizione). Sempre in provincia di Parma è prevista la prossima attivazione di 20 posti letto da parte della casa di cura Città di Parma. Per la provincia di Modena è attivo l’Ospedale di Comunità di Fanano, riconvertito a struttura Covid. Già pronti come Covid hospital quello del Delta di Ferrara (92 posti letto aggiuntivi per acuti, 4 subintensivi e 6 intensivi), che si affianca all’hub del Sant’Anna, e - per la Romagna - l’ospedale di Lugo, con 44 posti letto Covid attivati a cui si aggiungerà quello di Riccione che al momento ha attivato 41 posti letto per acuti; entrambi da affiancare agli hub di Rimini, Ravenna e Forlì-Cesena.

Sul resto del territorio regionale restano confermate a  Piacenza la Casa di Cura Sant’Antonino e il San Giacomo per complessivi 120 posti letto, l’Ospedale di Comunità di Bobbio, Castel San Giovanni e Fiorenzuola; a Parma il padiglione Barbieri e il padiglione 26 dell’ospedale Maggiore (hub), Fidenza e Borgo Taro; a Reggio Emilia, a supportare l’hub Arcispedale Santa Maria Nuova in città, oltre a Guastalla si è aggiunto Scandiano; a Modena opera come hub il Policlinico (Baggiovara dà supporto sia per l’area intensiva che per i pazienti in fase acuta) e sono pronti Carpi (dove è già attiva per pazienti Covid anche la Terapia Intensiva con 15 posti letto), Mirandola e Sassuolo; a Bologna, nell’hub del Sant’Orsola, è entrato in funzione il padiglione Covid, il 25, oltre al Bellaria, già Covid hospital che funzionerà come tale anche per l’imolese. Sempre a Bologna, nell’ambito del nuovo accordo con l’Associazione italiana ospedalità privata (Aiop) si sono aggiunte le case di cura Vill’Alba e Villa Erbosa, entrambe dotate di posti letto per la Terapia Intensiva.

Tamponi, l'Unibo stampa provette con la stampante 3D

Reagenti per i tamponi, respiratori, materiali di laboratorio fino ai prototipi di alcuni componenti realizzati con stampanti 3D. È il contributo che i dipartimenti dell'area scientifico-biologica dell'Università di Bologna stanno portando quotidianamente nella lotta al virus.

In particolare, l'Unità operativa di Microbiologia del Policlinico Sant'Orsola, diretta dalla professoressa Maria Carla Re, lavora senza sosta per effettuare tamponi e proprio per prevenire eventuali carenze di materiali l'Ateneo sta fornendo mascherine, guanti e reagenti dal Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie e quello di Chimica industriale 'Toso Montanari'.

Scienze Veterinarie, invece, ha fornito offerto respiratori per uso umano, di cui tre sono già stati messi a disposizione del Policlinico e, infine, le stampanti 3d dell'Alma Mater sono pronte a realizzare provette se dovesse verificarsi una criticità nella loro disponibilità.