DONATELLA BARBETTA
Cronaca

"Coronavirus, nessun focolaio in Emilia Romagna. Test ai pazienti con la polmonite"

Tre persone positive ricoverate a Piacenza, tutte contagiate in Lombardia. Nel piacentino scuole chiuse fino a martedì. Stop allo sport: saltano le partite del Sassuolo e del Carpi

Negativa al tampone la donna di Piacenza. L’esame effettuato al Sant’Orsola di Bologna

Negativa al tampone la donna di Piacenza. L’esame effettuato al Sant’Orsola di Bologna

Bologna, 22 febbraio 2020 - Salgono a tre i casi di positività al coronavirus all'ospedale di Piacenza. Tutti contagiati dal focolaio lombardo. Oltre alla signora 82enne, residente in uno dei Comuni lombardi particolarmente colpiti dal virus, Codogno, sono ricoverati nel nosocomio emiliano anche un cittadino lombardo di Maleo, in provincia di Lodi, e l'infermiere addetto al triage all'ospedale di Codogno che si prese cura del paziente 1. Il piacentino si era messo in isolamento volontario in casa, dove vive da solo. Ambedue erano già ricoverati e sono in buone condizioni: si trovano in isolamento nel reparto Malattie infettive, non sono in condizioni critiche, e stanno ricevendo tutte le cure del caso. La Regione conferma quindi, al momento, "la positività di persone a causa del focolaio lombardo, mentre non si registrano al momento trasmissioni del virus in Emilia-Romagna".

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“Confermo che al momento non abbiamo un focolaio in Emilia-Romagna o trasmissione del virus nel territorio regionale - spiega Sergio Venturi, assessore regionale alla Salute - stiamo infatti assistendo tre persone che hanno contratto il Coronavirus in Lombardia. E ribadisco che Il Servizio sanitario regionale è costantemente allertato per gestire al meglio la situazione, in contatto con le autorità nazionali e quelle delle altre Regioni. Vanno quindi seguite le indicazioni contenute nell’ultima ordinanza del ministro della Salute, che vede impegnato anche il nostro Servizio sanitario regionale, e il decalogo messo a punto in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità che le persone sono chiamate a seguire, poche ma importanti regole di igiene e prevenzione”.

Misure straordinarie: stop ad Atalanta Sassuolo e Feralpi Salò-Carpi 

Lo sport si ferma per l'emergenza Coronavirus dopo i primi casi di contagio in Italia, in Lombardia e Veneto. E domenica 23 febbraio nessuna manifestazione sportiva avrà luogo in Veneto e Lombardia. Saltano quinndi oltre alle partite di serie A Inter-Sampdoria e Verona-Cagliari anche Atalanta-Sassuolo e Feralpi Salò-Carpi. Lo ha annunciato - dopo il cdm straordinario - il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora.

In una lettera inviata al presidente del Coni, Giovanni Malagò, Spadafora - sulla base delle decisioni assunte dal governo - ha chiesto al numero uno dello sport italiano "di farsi interprete presso tutti i competenti organismi sportivi dell'invito del Governo di sospendere tutte le manifestazioni sportive di ogni grado e disciplina previste nelle Regioni Lombardia e Veneto per la giornata di domenica 23 febbraio 2020".  La decisione arriva al termine di una giornata febbrile che aveva già visto, in ottica sportiva, l'annuncio del rinvio di Ascoli-Cremonese, gara valida per la 25esima giornata di Serie B. "Stiamo monitorando e man mano prendendo tutti i provvedimenti necessari. Non vogliamo fare allarmismo ma è ovvio che i luoghi di aggregazione sportiva sono tra i posti in cui le difficoltà possono presentarsi maggiormente", aveva spiegato in giornata Spadafora aggiungendo di essere in stretto contatto col presidente Malagò.

 

In Emilia Romagna si alza comunque il livello di attenzione: la Cabina di coordinamento regionale, riunita nel pomeriggio in Regione dal presidente Stefano Bonaccini, ha deciso di intensificare i controlli nell’ambito del monitoraggio continuo della situazione. A partire dal test al Coronavirus al quale saranno sottoposti tutti i pazienti affetti da polmonite ricoverati in Terapia intensiva negli ospedali emiliano-romagnoli: il kit diagnostico della polmonite viene infatti inserito automaticamente nel test Coronavirus. Da lunedì, sarà attivo un numero verde regionale che si aggiungerà al 1500 nazionale e al 0523 317979 relativo al territorio di Piacenza. Viene inoltre potenziata la dotazione tecnologica diagnostica per effettuare i test tampone.

Dopo la notizia, diffusa nella tarda serata di ieri, della negatività del tampone relativo alla paziente ricoverata ieri nel reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale di Piacenza, collega del primo paziente risultato positivo e già dimessa, oggi c’è la conferma della negatività di altri tre tamponi relativi ad una famiglia piacentina, residente in città (nonna, madre e bambino), dimessi stanotte.

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 L’allerta nella popolazione ieri è salita in tutta l’Emilia-Romagna, al punto che il 118 è arrivato ad avere cinque telefonate al minuto per richieste di informazioni.

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Scuole e discoteche chiuse a Piacenza fino a martedì

Oggi, a Piacenza e in tutta la provincia è stata disposta la chiusura in via precauzionale di tutte le scuole, e quasi tutte le manifestazioni pubbliche, culturali e sportive sono state annullate. Scuole chiuse, così come gli impianti sportivi pubblici e privati, fino a martedì 25 febbraio compreso. E un invito ad evitare, se proprio non è indispensabile, i luoghi molto affollati.

Il dipartimento della Protezione Civile ha anche individuato una struttura per il ricovero in quarantena dei casi sospetti: si tratta dell’aeroporto militare di San Damiano, nel comune piacentino di San Giorgio, che insieme a un’altra struttura militare nel Milanese permetterà di avere a disposizione circa 180 posti letto in totale. Il direttore generale dell’Azienda Usl di Piacenza, Luca Baldino, in precedenza aveva precisato che "la donna, di circa 40 anni, si era presentata in ospedale con febbre e qualche difficoltà respiratoria".

E per fronteggiare e prevenire la diffusione del coronavirus è stata decisa a Piacenza anche la chiusura di discoteche e locali di intrattenimento in città e in provincia. L'ordinanza, in vigore al momento fino al 25 di febbraio, è giunta al termine del secondo summit in prefettura per fare il punto della situazione. Si tratta - è stato specificato - di una misura preventiva attuata in via cautelare. Sono esclusi dall'ordinanza, al momento, i bar, i pub e i ristoranti.

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Università chiusa a Ferrara per una settimana

Il Coronavirus ferma anche Unife. Dopo gli ultimi casi di contagio registrati in terra veneta, il rettore dell’università di Ferrara Giorgio Zauli ha deciso di sospendere non solo le lezioni, bensì tutte le attività didattiche. Quindi, sessioni di laurea, sessioni d’esame e ovviamente tutte le lezioni in tutte le facoltà saranno interrotte a partire da domani e per tutta la settimana. Sospensione che coinvolgerà anche le sedi distaccate di Rovigo (facoltà di Giurisprudenza) e Adria (facoltà di Scienze infermieristiche).

Coronavirus, la direttiva del ministro Speranza

Chi torna dalla Cina oppure chi è stato in contatto con una persona risultata positiva in Italia deve restare a casa. Lo prevede l’ordinanza firmata ieri dal ministro della Salute, Roberto Speranza, che prevede la "permanenza domiciliare" e prima ancora l'obbligo (e se non lo fa è sanzionabile) di riferire al Servizio di Sanità pubblica della propria azienda sanitaria di aver di aver viaggiato nelle zone a rischio negli ultimi 14 giorni.

In particolare, chi ha la possibilità di sostenere la quarantena a casa, avendo a disposizione una camera e un bagno personale, dovrà evitare contatti con altri famigliari e altre persone consumando i pasti nella propria camera, indossando mascherina protettiva e guanti in presenza di altre persone.  chi non fosse in grado di attuare tali misure la Regione e le Aziende sanitarie offriranno una sistemazione alternativa, anche in collaborazione con le associazioni di volontariato. In entrambe le situazioni il Servizio di Sanità pubblica garantirà il monitoraggio costante - due volte al giorno - delle condizioni di salute (febbre e altri sintomi) per tutta la durata dei 14 giorni di “quarantena” domiciliare.

Qualora si presentassero anche minimi sintomi verrà effettuato un tampone da personale sanitario al domicilio del paziente e nell’ipotesi nella quale risultasse positivo, trasferito con sistema del 118 appositamente attrezzato nei reparti ospedalieri di malattie infettive.

Nell’ordinanza si ribadisce inoltre che i soggetti a rischio non si devono rivolgere spontaneamente a strutture sanitarie, per evitare possibili contagi.

La raccomandazione rimane quella che, in caso di sintomatologia collegabile al coronavirus (febbre e sintomi respiratori) di non accedere direttamente alle strutture di Pronto Soccorso e neppure agli ambulatori dei medici di famiglia, ma di contattare il proprio medico di medicina generale o, in caso di emergenza, il numero 118. Per i cittadini piacentini è attivo il numero dedicato 0523 317979.

Coronavirus: prevenzione, le regole da osservare

L’Istituto Superiore di Sanità e ministero della Salute in collaborazione con le Regioni, gli ordini professionali e le società scientifiche hanno definito un decalogo comportamentale per affrontare il rischio di contagio da coronavirus.

Poche semplici misure che ogni cittadino è tenuto a rispettare per contribuire a salvaguardare la propria incolumità e quella degli altri cittadini.

Oltre ad indicare i principali sintomi della malattia (da non confondersi con un banale influenza) nel decalogo si va dalle raccomandazioni basilari di igiene come lavarsi spesso le mani, non toccarsi occhi e mani, evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute, coprirsi bocca e naso in caso di starnuti e colpi di tosse, fino alla pulizia delle superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol.

Altre indicazioni di tipo sanitario riguardano la raccomandazione a non prendere farmaci antivirali né antibiotici, a meno che siano prescritti dal medico; contattare il numero verde 1500 in caso di febbre o tosse per chi rientra da zone a rischio da meno di 14 giorni. E ancora: utilizzo della mascherina solo se si è sospetti di essere malati o si assistono persone malate. Infine, occorre ricordare che i prodotti made in China e i pacchi ricevuti dalla Cina non sono pericolosi e gli animali da compagnia non diffondono il nuovo coronavirus.