PAOLO MORELLI
Cronaca

Come evitare le alluvioni? Lo spiega l’ingegnere

Daniele Domenichini, già direttore tecnico della Bonifica: servono invasi o ponti più alti

Cesena, 31 maggio 2023 – “Per evitare le alluvioni ci sono solo due alternative: o si alzano i ponti o si fanno casse di espansione che funzionino bene". Chi parla è Daniele Domenichini, ingegnere di lungo corso, dal 1989 direttore tecnico del Consorzio di bonifica Savio e Rubicone, poi con lo stesso ruolo fino al 2018 al Consorzio di bonifica della Romagna.

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Come evitare le alluvioni? Risponde Daniele Domenichini
Come evitare le alluvioni? Risponde Daniele Domenichini

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Ma le casse di espansione ci sono già...

"Che sappia io nessuna delle sette previste è stata completata perché gli scavi sono ancora in corso e poi non basta creare la depressione nel terreno, occorre anche raccordarla col fiume in modo che si riempia quando arriva togliendo forza alla piena e poi svuotandosi quando la situazione torna alla normalità, favorendo in tal modo anche i prelievi per uso irriguo. In occasione della recente alluvione pare che abbia svolto in suo compito solo quella di Cà Bianchi perché la forza dell’acqua del Savio ha demolito l’argine che separava il fiume dalla cassa".

Diceva che sarebbe necessario alzare i ponti?

"Sì, non lo dico io ma la relazione idraulica allegata al Piano stralcio di bacino che risale a una ventina di anni fa, che a sua volta fa riferimento alla Legge sulla difesa del suolo del 1989: il Ponte Nuovo non è in grado di reggere alle piene di ritorno di un periodo di 200 anni, il Ponte della ferrovia, adiacente alla Secante, addirittura non regge alle piene di ritorno di 30 anni. E qui non sono ancora stati rimossi tronchi, rami e detriti accumulati durante l’alluvione! Anche il Ponte Europa Unita e il ponticello ciclopedonale che congiunge il Campus universitario alla zona ippodromo avrebbero dovuto essere un po’ più alti per non destare preoccupazioni".

Allora cosa bisogna fare?

"In primo luogo una manutenzione più accurata del letto del fiume, programmando interventi per il miglioramento della sezione idraulica e, in caso di accumuli di materiale sotto le arcate, rimozioni più rapide. E se i ponti non possono essere demoliti e ricostruiti è necessario decapitare la portata del Savio in caso di piena con grandi invasi nei quali far defluire l’acqua in eccesso. Oltre alle sette casse di espansione di cui abbiamo parlato, ci sarebbe da sfruttare il lago di Quarto: nel 1925, quando fu costruita la diga, la capacità dell’invaso era di 4,5 milioni di metri cubi, poi si è interrato rapidamente e oggi credo abbia una capacità di poco più di mezzo milione di metri cubi. Ogni tanto qualcuno propone di recuperarlo, ma nessuno fa niente".