Bologna, 3 gennaio 2022 - Con l'aumento ormai quotidiano dei contagi da Coronavirus, dovuti soprattutto alla super infettiva variante Omicron, ormai si naviga a vista anche per definire i possibili passaggi di colore delle regioni. E così, oltre agli ultimi dati dell'Iss - il monitoraggio si riferisce alla settimana tra il 24 e il 30 dicembre - vale la pena di guardare anche ai calcoli quotidiani di Agenas sull'occupazione delle terapie intensive e dei reparti Covid negli ospedali: in base a questi ci si può fare un'idea di chi rischia di più.
Intanto da oggi mezza Italia è ufficialmente entrata in zona gialla. A far paura, oltre alla crescita dei ricoveri, è il tasso di positività, dal 13 al 22%.
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Covid, i contagiati sono sempre più giovani
Posti letto Covid in crescita in quasi tutte le regioni
Aumenta l'occupazione dei posti di letto da parte di pazienti Covid nei reparti di terapia intensiva in 9 Regioni e province autonome, e sono 14 quelle che ormai sono oltre la soglia critica fissata al 10%. E' quanto emerge dagli ultimi dati dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari Agenas, aggiornati alle 23.06 di ieri. Le Regioni/Pa che registrano in 24 ore un aumento della percentuale di occupazione sono: la Basilicata che segna un +2% (attestandosi al 3%), l'Emilia Romagna con +1% raggiunge il 15%, la Liguria con +1% (al 21%), le Marche con +1% (al 20%), la provincia autonoma di Trento che registra un +2% (raggiungendo il 24%), la Sardegna con +1% (all'8%), la Sicilia +1% (al 13%), la Toscana +1% /al 15%) e il Veneto con +1% (al 19%).
In totale - a fronte di una media nazionale che dal 31 dicembre è al 14% - sono 14 le Regioni e Pa sopra la soglia critica del 10%: Abruzzo (12%), Sicilia (13%), Lombardia (14%), Calabria, Toscana ed Emilia Romagna (15%), Friuli Venezia Giulia e Lazio (16%), Provincia di Bolzano e Piemonte (17%), Veneto (19%), Marche (20%), Liguria (21%) e provincia di Trento (24%).
Aumenta lanche 'occupazione dei posti di letto da parte di pazienti Covid nei reparti ordinari di area medica in 17 Regioni e province autonome, e sono 15 quelle che ormai sono oltre la soglia critica fissata al 15%. Le Regioni/Pa che registrano in 24 ore un aumento della percentuale di occupazione dei reparti di area medica non critica sono: la Basilicata che segna un +2% (attestandosi al 20%), la Calabria con +1% raggiunge il 30%, la Campania +1% (al 17%), l'Emilia Romagna con +1% raggiunge il 16%, il Friuli Venezia Giulia con +1% (al 23%), la Liguria +1% si attesta al 29%, la Lombardia +1% (al 20%), le Marche con +1% (al 23%), il Molise +1% (al 12%), la provincia autonoma di Bolzano con +1% si posiziona sulla soglia del 15%, la provincia di Trento che registra un +2% (raggiungendo il 22%), il Piemonte +1% (al 22%), la Sardegna con +1% (al 10%), la Sicilia +1% (al 22%), la Toscana +1% (al 14%), l'Umbria segna un +3% e si attesta al 23% e la Valle d'Aosta registra un incremento del 4% e raggiunge il 36%.
In totale - a fronte di una media nazionale che dal 31 dicembre è stabile al 18% - sono 15 le Regioni e Pa sopra la soglia critica del 15%: Valle d'Aosta (36%), Calabria (30%), Liguria (29%), Marche, Umbria e Friuli Venezia Giulia (23%), Provincia di Trento, Piemonte e Sicilia (22%), Basilicata e Lombardia (20%), Veneto (19%), Lazio (18%) Campania (17%) ed Emilia Romagna (16%).
La regione che si avvicina di più alla zona arancione è la Liguria (che da oggi è ufficialmente gialla), con il 21% dei posti occupati per Covid in terapia intensiva - oltre la soglia limite del 20 - e il 29%, a un solo punto percentuale dalla soglia limite del 30. Per l'impatto sugli ospedali il governatore ligure Giovanni Toti chiede di spingere sulle vaccinazioni e riflette su un dato: "Dei 47 ricoverati in terapia intensiva negli ospedali della regione, sono ben 35 i non vaccinati".
Chi passa in giallo oggi: cosa cambia
Lombardia, Lazio, Piemonte e Sicilia da oggi passeranno dalla zona bianca a quella gialla, allungando la lista che vede in giallo Liguria, Marche, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Calabria e alle province autonome di Trento e Bolzano. Ma cosa cambia in zona gialla? Poco, in realtà, fatta eccezione per l'uso obbligatorio delle macherine all'aperto - peraltro già stabilito dal Governo fino al 6 gennaio come misura di prevenzione in vista delle festività natalizie. Nessuna restrizione agli spostamenti, né alle attività commerciali e produttive che potranno andare avanti seguendo le regole già in vigore. Insomma, il passaggio dal bianco al giallo - che avviene per il peggioramento di tre indicatori sanitari (incidenza, ricoveri ordinari e terapie intensive) - ha il valore di avvertire la popolazione al rispetto rigido delle regole del distanziamento per evitare un ulteriore peggioramento nella diffusione dei contagi.
Il Cdm del 5 gennaio
Nelle ultime 24 ore il virus fa il suo ennesimo balzo e il Governo è al lavoro per trovare una quadra, che non si annuncia facilissima, sui prossimi provvedimenti che saranno discussi in Consiglio dei ministri mercoledì. Sul tavolo, tra l'altro, la definizione del ritorno a scuola in sicurezza e l'estensione del super Green pass nel mondo del lavoro.
Nuova stretta ai No vax?
Autorevoli esponenti del Pd, sulla scia delle richieste di sindacati e Confindustria puntano a incassare da subito la misura dell'obbligo vaccinale dai 18 anni in su per tutti. Una stretta definitiva ai No Vax, che trova d'accordo lo stesso coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Franco Locatelli, secondo cui le condizioni sono mature per questo tipo di provvedimento. Ma le varie anime dell'esecutivo non sono pronte a un accordo in questo senso, ed è probabile che l'obbligo del certificato verde rafforzato sarà limitato agli impiegati della Pubblica amministrazione.
Costa: vaccino obbligatorio per categorie
"Siamo stati i primi a introdurre gli obblighi vaccinali per alcune categorie. Proseguiremo con la gradualità che ci ha sempre contraddistinto. E non escludo che si possa prevedere di introdurre l'obbligo vaccinale per altre categorie", afferma Andrea Costa, il sottosegretario alla Salute ai microfoni di Controcorrente su Rete 4.
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