Bologna, 19 ottobre 2023 – Una mela al giorno toglie il medico di torno. Forse non è proprio così semplice, ma certamente si può fare molto, con piccoli gesti, per avere uno stile di vita sano e prevenire così malattie anche molto gravi. I valori di colesterolo alto, per esempio: sono un campanello di allarme che non va mai sottovalutato. Lo conferma il dottor Stefano Pretolani, consigliere del direttivo della Simi, la Società italiana di medicina interna.
Cominciamo dalle basi: che cos'è il colesterolo?
“Il colesterolo è una sostanza chimica appartenente al gruppo dei grassi, sintetizzata per l'80% nel fegato, indispensabile per il corretto funzionamento della macchina umana, a patto però che il suo livello nel sangue rimanga entro limiti contenuti”.
Quale percentuale della popolazione italiana ha valori di colesterolo alto?
“Secondo lo studio dell'Istituto Superiore di Sanità in Italia, la prevalenza nella popolazione generale è del 35%, di cui 34.3% maschi e 26.6% femmine. La cosa più rilevante (e negativa) è che di coloro che hanno il colesterolo alto, non ne sono consapevoli ben il 42% delle femmine ed il 39% dei maschi. Così che, chi non lo sa, non può mettere in atto le azioni per ridurre tale fattore di rischio”.
Che differenza c'è tra colesterolo Hdl e Ldl?
“Un mito da sfatare è che non esiste un colesterolo buono o cattivo: il colesterolo come sostanza è uno solo. Ciò che è buono o cattivo sono le proteine che lo trasportano nel sangue: le LDL (a bassa densità) che facilmente lo depositano nella parete delle arterie e le HDL (ad alta densità) che invece rimuovono il colesterolo in eccesso.
Quali sono i valori corretti?
“Ciò che va ricordato è che comunque il colesterolo totale non deve superare i 200 mg/dL, quello LDL (cattivo ) i 115 mg/dL, e che infine quello HDL (buono) non deve essere inferiore a 50 mg/d”.
Cosa rischia chi ha valori alti?
“Il colesterolo in eccesso può causare l'infarto e l'ictus (rischio che è tanto più alto quanto più alto è il livello del colesterolo nel sangue), a seguito della chiusura delle arterie coronarie e cerebrali per colpa delle placche ateromasiche che si formano nelle arterie dei soggetti con ipercolesterolemia. E ancora: malattie del fegato (steatosi e cirrosi) e del pancreas (diabete)”.
Ci sono sintomi a cui fare attenzione per capire se si ha il colesterolo alto?
“Purtroppo non ci sono. Ci sono però dei fattori che si associano in modo significativo alla ipercolesterolemia e sono facilmente evidenziabili: la familiarità (genitori o parenti con ipercolesterolemia); la sedentarietà (non fare attività fisica giornaliera); il sovrappeso (ed ancor di più l'obesità); la pressione alta; il fumo di sigaretta; l'aumento della circonferenza vita oltre 80 cm per le femmine e 94 cm per i maschi; i calcoli della colecisti; la presenza di accumuli giallastri nelle palpebre (xantelasmi)”.
Come si cura il colesterolo alto?
“In modo semplice, alla portata di tutti: modificando lo stile di vita e l'alimentazione. Eliminare il fumo, fare attività fisica giornaliera, evitare il sovrappeso o, peggio, l'obesità. I passi successivi sono quelli personalizzati che deve stabilire il medico curante: identificazione dei fattori genetici e familiari, uso di farmaci ipolipemizzanti, prevenzione e cura di ipertensione, diabete ed altre malattie che possono associarsi all'ipercolesterolemia”.
La dieta è un elemento importante?
“E' il primo ed il più importante provvedimento da attuare quando si hanno valori alti. E non va trascurata neppure quando si assumono i farmaci che riducono il livello di colesterolo. Siamo fortunati: la dieta mediterranea si è dimostrata la più efficace in assoluto (ed in tutti i Paesi del mondo) per ridurre i livelli del colesterolo”.
Chi ha valori alti cosa dovrebbe mangiare?
“Cereali integrali (riso, orzo, ecc.), legumi (soia, piselli, lupini, lenticchie, ceci, ecc.) , verdure verdi ricche di fibre (a fibra lunga: spinaci, cardi, verza, broccoli, insalata, cicoria, sedano). Tali alimenti sarebbe meglio consumarli crudi o, se cotti, senza grassi aggiunti: benissimo dunque la preparazione al vapore, al microonde, al forno. Promossi anche l'olio extravergine di oliva, la frutta secca (noci, nocciole, arachidi), il latte scremato e lo yogurt (scremato). Sì anche al pesce (azzurro in generale, salmone, merluzzo, platessa, orata)
E quali sono, invece, i cibi da evitare?
“Snack dolci confezionati, patatine fritte e bibite zuccherate tipo cola e simili. Panna, Burro, lardo, strutto, margarina ed ogni grasso animale in genere (cosiddetti grassi saturi); carni rosse ed insaccati di ogni genere, specie se confezionati in plastica; formaggi ad alto contenuto di grassi saturi. Crostacei e molluschi. L'alcol va limitato a un 1 bicchiere al giorno per la donna e 2 per l'uomo”.
Il movimento e lo sport hanno un ruolo importante?
“Sì, hanno un ruolo basilare ed imprescindibile per ridurre il livello del colesterolo nel sangue. Per iniziare basta camminare a passo veloce per mezz'ora al giorno''.
Dal 20 al 22 ottobre la Simi si riunisce in congresso a Rimini, come avete scelto questa location?
“In omaggio e sostegno da parte della più antica Società scientifica medica italiana, che si occupa dell'individuo nel suo intero, alla popolazione romagnola che tanto ha sofferto a causa dell'alluvione di maggio e che ancora patisce per i ritardi nella ricostruzione, anche nel campo della prevenzione delle malattie”.
Quali sono i messaggi che la Simi lancia al congresso?
“Noi internisti dobbiamo avere una sempre maggiore attenzione al problema del sovrappeso, dell'obesità e del diabete. Così come all'eccesso di grasso nel sangue associato all'aumento della pressione arteriosa e della circonferenza della vita: è quella che si chiama la sindrome metabolica. Questi tre fattori, da soli, costituiscono le prime cause di malattia, di ricovero ospedaliero e di mortalità”. Verrà anche presentato il libro: "I 7 pilastri del benessere", scritto da due soci Simi di fama ed esperienza internazionale: Claudio Borghi e Dino Vaira, dell'Università di Bologna”. Il libro è dedicato proprio alla prevenzione di queste malattie: è stato distribuito con il Carlino ed è ancora acquistabile a questo link.
Sempre più centrale il ruolo dei medici di famiglia, quando rivolgersi a loro?
“Sempre, per essere informati e consapevoli della propria condizione di salute. I medici di medicina generale, conoscendo in modo approfondito i loro assiti, sono i più accreditati per suggerire modifiche nello stile di vita, diete e terapie”.