LUIGI SCARDOVI
Cronaca

La spettacolare aurora boreale spiegata dall'esperto

Perché e quando si forma, perché è rara alle nostre latitudini, il colore: Pierluigi Randi risponde alle nostre domande dopo gli avvistamenti mozzafiato di ieri

Ravenna, 6 novembre 2023 – “Osservarla alle nostre latitudini è senza dubbio da considerarsi un evento decisamente raro”. Così Pierluigi Randi, tecnico meteorologo certificato e meteorologo Ampro (Associazione meteo professionisti), all’indomani della spettacolare aurora polare (nel caso di ieri, essendosi manifestata nell’emisfero nord, la si definisce ‘boreale’, mentre in quello sud è da definirsi ‘australe’) ammirata nella serata di ieri, poco dopo il tramonto, anche alle nostre latitudini, praticamente dalle Alpi fino a tutto il centro nord e pure in alcune regioni dell’Italia meridionale. Spettacolare sia in Emilia Romagna, sia nelle Marche. Suggestiva in montagna. 

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Le foto della meravigliosa aurora boreale. Nel tondo il meteorologo Pierluigi Randi
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“Si tratta di un fenomeno ottico, ovviamente visibile solo di notte. Il sole ‘spara’ sempre il cosiddetto vento solare, ossia un flusso di particelle elettricamente cariche che possono interagire con il campo magnetico terrestre. Più il vento solare è intenso, maggiore è l’interazione, con un passaggio di energia che, entrando in atmosfera, ‘eccita’ gli atomi di ossigeno ed azoto, ossia i principali gas che compongono l’atmosfera stessa. Questa forma di ‘eccitazione’ provoca un gioco di luci che dà vita appunto ad un aurora polare”.

Non tutte le aurore presentano lo stesso colore. “Nel caso di ieri sera – spiega l’esperto – a dominare era il rosso. Ci sono tre aspetti principali che influenzano il colore: i gas che compongono l’atmosfera, l’altezza alla quale il fenomeno si manifesta e l’energia posseduta dalle particelle del vento solare. Quando l’energia del vento solare è intensa, interagendo con l’ossigeno il colore è tende al verde, quando invece è bassa il colore si presenta prevalentemente rosso. Importante è poi l’altezza: partendo dal suolo, tra i 120 e i 180 chilometri tende’ al verde, mentre ad una quota superiore ai 180 chilometri, come si è verificato ieri sera, a dominare è il rosso”.

Entrando più nel dettaglio, Randi spiega che a seconda delle fasi che attraversa, il sole emette ciclicamente dei superflussi, denominati ‘espulsione di massa coronale’.

In sostanza "si registrano ciclicamente potenti esplosioni che provocano bolle di plasma. Le quali si dirigono verso la Terra impattando il campo magnetico della stessa.

Il fatto che il fenomeno si sia potuto osservare anche alle nostre latitudini significa che si è registrato un mix perfetto tra forte esplosione di massa coronale e favorevole orientamento della Terra.

Le aurore ‘prediligono’ infatti i periodi equinoziali, e quindi la stagione primaverile e quella autunnale”.

Senza dimenticare che l’osservazione di questi spettacoli della natura sono ovviamente legati anche alle condizioni meteorologiche: “Ieri ad esempio in molte zone del nord il cielo era completamente sgombro da nubi e la visibilità era ottima”.

E alla domanda se ci sono correlazioni tra le aurore boreali ed il cambiamento climatico, Randi non ha dubbi: “Assolutamente no – conclude Randi--, e nemmeno producono effetti sul tempo e sul clima. E’ infatti un fenomeno legato all’attività del sole e che non riguarda la troposfera, ossia lo strato più basso dell’atmosfera, dove i fenomeni meteorologici si manifestano”.