Bologna, 10 aprile 2023 – Una lettera struggente e piena di rabbia. E’ quella di Franca Ghirardini, mamma di Andrea Papi, il runner di 26 anni che aveva studiato a Ferrara, ucciso da un orso mentre era uscito per fare una corsa nei boschi sopra l’abitato di Caldes, nella Val di Sole, in Trentino. Papi è stata la prima vittima di un orso in Italia.
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La madre, dopo aver già esternato il suo dolore appena accaduta la tragedia, a due giorni dal funerale del figlio (mercoledì 15 aprile), torna a far sentire la sua voce con una lettera indirizzata alla Provincia autonoma di Trento e allo Stato e diramata attraverso i suoi avvocati Marcello Paiar e Maura Cravotto.
"Sappiate che noi siamo arrabbiati e indignati – scrive la madre di Andrea Papi – . Il sistema ha fatto sì che Andrea diventasse la prima vittima annunciata. Eravamo a conoscenza dei fatti accaduti nel tempo, ma non ci sono stati grandi interventi per garantire la sicurezza della popolazione. Volevo dirvi che la mia anima e quella dei miei familiari è devastata da un immenso dolore, non riusciamo a capacitarci e a farcene una ragione”.
"Il sapere che Andrea è stato in balia dell'orso mi devasta – continua la madre – . Andrea e Laura (l'altra figlia, ndr) sono la nostra ragione di vita e per questo chiedo rispetto. Andrea è nato e vissuto qua, amava la natura e la rispettava, il suo territorio, le sue cime, le sue traversate erano la sua vita. Chiedo a tutte le popolazioni che vivono nei territori di montagna e alle amministrazioni di far sentire la loro voce e di non abbandonarci e di non abbassare la guardia, perché io e tutta la mia famiglia lotteremo fino alla fine per rendere giustizia al mio Andrea".
"Ringrazio di cuore per averci aiutato a trovare nostro figlio tutta la macchina dei soccorsi, vigili del fuoco, soccorso alpino e speleologico, gli operatori con i cani da ricerca e molecolari, le forze dell'ordine, i volontari che si sono attivati e l'amministrazione comunale. Vi chiedo un'ultima cosa - conclude - non dimenticate. Dobbiamo ridare ad Andrea la sua dignità. Mi rivolgo con questo mio scritto alle autorità della provincia e dello Stato attuali e pregresse perché se è successa questa tragedia, evidentemente forse non è stato fatto tutto quello che poteva essere fatto”.