Dc9 precipitato a Ustica, Amato: “Aereo colpito da missile francese. Macron dica la verità”

La strage del 27 giugno 1980: a bordo del velivolo dell’Itavia (partito da Bologna e diretto a Palermo) c’erano 81 persone. L’ex premier nell’intervista a Repubblica: “Era un piano per uccidere Gheddafi, il leader libico si salvò perché avvisato da Craxi”

Roma, 2 settembre 2023 – Il Dc9 dell'Itavia, partito da Bologna e diretto a Palermo, precipitato vicino a Ustica il 27 giugno 1980 è stato abbattuto da un missile francese. Lo sostiene, in un'intervista a La Repubblica, l'ex premier Giuliano Amato. “Era scattato un piano per colpire l'aereo sul quale volava Gheddafi - racconta - ma il leader libico sfuggì alla trappola perché avvertito da Craxi. Adesso l'Eliseo può lavare l'onta che pesa su Parigi”.

Giuliano Amato
Giuliano Amato

Amato: “Ustica, ecco cosa è successo”

"La versione più credibile è quella della responsabilità dell'aeronautica francese, con la complicità degli americani e di chi partecipò alla guerra aerea nei nostri cieli la sera di quel 27 giugno". Così Giuliano Amato parla della strage in cui morirono 81 persone. L’ex premier aggiunge: "Si voleva fare la pelle a Gheddafi, in volo su un Mig della sua aviazione e il piano prevedeva di simulare una esercitazione della Nato, con molti aerei in azione, nel corso della quale sarebbe dovuto partire un missile contro il leader libico: l'esercitazione era una messa in scena che avrebbe permesso di spacciare l'attentato come un incidente".

Il Dc9 dell'Itavia precipitò il 27 giugno 1980: morirono 81 persone
Il Dc9 dell'Itavia precipitò il 27 giugno 1980: morirono 81 persone

Gheddafi avvertito del pericolo

Nell'intervista l'ex presidente della Corte costituzionale spiega che le cose andarono diversamente: "Gheddafi fu avvertito del pericolo e non salì sul suo aereo. E il missile sganciato contro il Mig libico finì per colpire il Dc9 dell'Itavia che si inabissò con dentro 81 innocenti. L'ipotesi più accreditata è che quel missile sia stato lanciato da un caccia francese partito da una portaerei al largo della costa meridionale della Corsica o dalla base militare di Solenzara, quella sera molto trafficata - racconta -. La Francia, però, su questo fatto non ha mai fatto luce".

L’appello a Macron

E Amato torna proprio sulle reticenze dei francesi: "Mi chiedo perché un giovane presidente come Macron, anche anagraficamente estraneo alla tragedia di Ustica, non voglia togliere l'onta che pesa sulla Francia. E può toglierla solo in due modi: o dimostrando che questa tesi è infondata oppure, una volta verificata la sua fondatezza, porgendo le scuse più profonde all'Italia e alle famiglie delle vittime in nome del suo governo. Il silenzio non mi pare una soluzione".