Bologna, 23 luglio 2024 – Il crash informatico è stato solo la punta di un iceberg. Perché a oggi, con quattro giorni per risolvere il bug, la situazione negli aeroporti non sembra accennare a migliorare. Ieri, al Marconi di Bologna, scalo principale dell’Emilia-Romagna, sei voli sono stati cancellati e almeno 25 hanno subito ritardi superiori alla mezz’ora. Una catena di disagi che va avanti da giorni, con aerei che atterrano con ore di ritardo e, di conseguenza, ripartono con altrettanto ritardo, accumulandone ulteriore, in una spirale devastante per migliaia di passeggeri, accalcati nella zona imbarchi in attesa di una speranza.
Sogni di vacanzieri spezzati non solo dal problema informatico di venerdì, ma anche dalla congiuntura in cui è esploso: il pieno periodo delle ferie, in cui il traffico aereo, già di per sé, va in sovraccarico, con problemi anche soltanto per trovare uno slot di partenza, ritardi frequenti e lunghissime code ai controlli negli orari di maggior affluenza. Una situazione a cui, domenica, si sono aggiunte quattro ore di sciopero dei controllori di volo. E se dall’aeroporto di Bologna fanno sapere che nei disagi non è coinvolta direttamente la società che gestisce lo scalo, consigliando a chi deve mettersi in viaggio in queste ore di contattare la propria compagnia per verificare lo stato del proprio volo, lo scenario, tra chi si trova in questi giorni in attesa alle partenze, spesso in piedi per ore o buttato a terra perché le sedute non sono abbastanza in tempi normali, figuriamoci durante una cristi simile, è un misto di sconforto e rabbia.
Sconforto, rabbia e spesso anche paradosso: come quello denunciato dai passeggeri di un volo Ryanair che sabato sera sarebbe dovuto atterrare al Fellini di Rimini. E che invece, partito in ritardo da Praga, è stato dirottato, con i suoi 180 passeggeri, su Bologna. Con chi atterrava costretto ad arrangiarsi per tornare a casa in Riviera; e con quelli che avrebbero dovuto prendere lo stesso aereo per raggiungere a loro volta la capitale ceca abbandonati a terra con un palmo di naso. Il motivo? I controllori di volo riminesi, per disposizione di Enav, alle 23 staccavano dal turno. E pace se quell’aereo doveva ancora atterrare, se c’era gente in attesa di partire costretta a cambiare ogni proprio piano.
Se gli scali dell’Emilia-Romagna non sorridono, nelle Marche non va meglio. Anche nel piccolo aeroporto di Ancona Raffaello Sanzio ieri si sono registrati diversi ritardi: degli undici voli in partenza dallo scalo marchigiano, quattro hanno subito ritardi superiori a un’ora. Sicuramente disagi di riflesso, comuni in questi giorni agli aeroporti non solo di mezz’Europa, ma di mezzo mondo, dovuti all’improvviso down di Microsoft che ha mandato in tilt tutti i sistemi informatici. Ma non solo. Perché quattro giorni dopo il crash, se ancora la situazione nella maggior parte degli aeroporti non si è risolta, il dubbio è che la causa del problema vada scavata più a fondo, in quell’aumento esponenziale dei voli non accompagnato da un adeguamento delle infrastrutture e degli organici degli scali.