Bologna, 10 agosto 2024 – Non è vero, ma ci credo. Chi non ha mai espresso un desiderio, almeno una volta nella vita, subito dopo aver visto una stella cadente? Stiamo parlando di una tradizione che tra origini nell’antichità del genere umano.
In un passato remoto si pensava infatti che il nostro destino fosse scritto negli astri del cielo.
Secondo gli antichi, osservare una stella cadente significava che il destino di un bambino stava per cambiare. Da qui viene la tradizione di esprimere un desiderio, affinché anche la propria storia cambiasse e ci fosse la possibilità di realizzare un sogno.
Tuttavia questa tradizione è legata all’etimologia della stessa parola ‘desiderio’. Il termine deriva dal latino ed è composto dalla preposizione de-, che ha un’accezione negativa, e dalla parola sidus, che significa ‘stella’.
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‘Desiderare’, quindi, significa letteralmente ‘assenza di stelle’, nel senso di "avvertire la mancanza delle stelle”, e quindi metaforicamente “volere ardentemente qualcosa che è lontano come una stella”.
Con l’avvento del cristianesimo, questa abitudine non è mutata, ma è cambiata la leggenda. Infatti, si è diffusa la versione secondo cui le stelle cadenti sarebbero le lacrime di San Lorenzo, il martire, che secondo tradizione, fu bruciato vivo sulla graticola.
San Lorenzo era uno dei sette diaconi di Roma, messo a morte a 33 anni in seguito a un editto emanato dall’imperatore Valeriano nel 258 a. C.
Secondo l’agiografia del santo, il suo martirio avvenne il 10 agosto dello stesso anno, arso vivo su braci ardenti, anche se fonti più accertate riportano che l’esecuzione di Lorenzo avvenne per decapitazione.
Le credenze popolari associarono le stelle cadenti alle scintille della graticola dove il santo morì. E proprio in ricordo del suo martirio, dunque era usanza esprimere un desiderio per chiedere una grazia.