Bologna, 22 settembre 2019 - Sveglia all’alba, cielo rossastro, mare piatto e, davanti, una giornata facile: 3,8 chilometri a nuoto, 180 chilometri in bicicletta e una maratona per chiudere con 42,195 chilometri di corsa. Cosa spinge gli uomini e le donne di ferro a farlo? Chiedetelo ai 3mila arrivati a Cervia da 98 paesi del mondo. La risposta è sempre la stessa: sfidare se stessi.
Tagliare il traguardo, poco importa se nel primo pomeriggio o a notte fonda, e riempirsi di gioia quando il mondo ti accoglie urlando: you are an Ironman, un uomo di ferro. Una giornata di sport, passione e grinta si sposa con l’infaticabile lavoro di migliaia di volontari e consente di riflettere su una terra – la Romagna, ma vale anche per l’Emilia – dove è partita la gara tra candidati, candidabili e sondaggi.
In attesa della data delle elezioni – dovrebbe arrivare domani – tre riflessioni. La prima: l’evento cervese coinvolge in due giorni oltre 9mila atleti. Ha fruttato 52mila presenze e generato un indotto di 10 milioni di euro. Invece di riempire convegni e dibattiti di bla bla bla su quanto il turismo fa bene al Pil, meglio passare da queste parti e prendere appunti. Basta anche un copia e incolla di un sistema eccellente, il sistema Romagna.
O fare due chiacchiere con Claudio Fantini, imprenditore del mare, motore di eventi che allungano la stagione oltre i confini del trimestre mare-spiaggia-sole. È grazie a quelli come lui – e in Riviera adriatica sono tanti – che si fa la differenza.
Seconda riflessione: amministrare la regione Emilia-Romagna vuol dire confrontarsi con la seconda manifattura del Paese, con chi ha inventato il turismo, con chi ogni giorno, da generazioni, serve in tavola la Dolce vita di Fellini condita con la fatica e la soddisfazione del lavoro. Da queste parti i pataca non durano molto, come nell’Ironmam, quando le chiacchiere finiscono a zero e contano i fatti, il cuore, il fiato, la testa.
Terza riflessione: la sfida olimpica di Firenze e Bologna è stata accolta con entusiasmo ma anche con sarcasmo. Eppure, vista da qui, capisci non solo che è un’impresa alla nostra portata, ma che già pensarci è un volano formidabile. Sarà perché vedi Alex Zanardi uscire dal mare e tagliare il traguardo battendo un altro record. Una leggenda, un maestro di vita, dal sorriso aperto e gli occhi felici. Sarà perché Arrigo Sacchi, a tavola, parla di sport ma sembra insegni a un master di politica: abbiamo bisogno di visioni lunghe, la strategia conta più della tattica. Sarà perché, nell’epoca del virtuale, della consacrazione di sé stessi a colpi di selfie, la fatica di nuotare, pedalare e correre è reale come la vita vera. La California è qui e sarà per questo che tornano in mente le parole di quello straordinario film – ‘Un mercoledì da leoni’ – che celebrò l’epopea del surf e un tempo in cui tutto sembrava possibile: quando le tavole erano di legno e gli uomini di ferro.