Civitanova, 28 settembre 2023 – “È giusto, 24 anni di carcere vanno bene". Charity Oriakhi, moglie di Alika Ogorchukwu, ha voluto dire solo queste poche parole dopo la sentenza di condanna di Filippo Ferlazzo per l’omicidio di suo marito. Affiancata dai suoi amici, la donna ha sempre preso parte alle udienze, seguendo in silenzio il processo. "La famiglia voleva giustizia e oggi c’è stata la condanna – ha aggiunto l’avvocato Mantella –. Valuteremo le motivazioni della corte, soprattutto per le attenuanti equivalenti all’aggravante. La perizia psichiatrica molto articolata ha delineato un quadro dell’imputato piuttosto complesso, probabilmente si è attinto da quella per cogliere degli spunti che mitigassero la pena rispetto all’ergastolo chiesto dalla procura".
In aula, anche il difensore di parte civile aveva ammesso "problemi, errori forse anche di altri" in merito alle condizioni dell’imputato. Alla donna e al figlio della vittima è stata riconosciuta una provvisionale di 350mila euro, che al momento l’imputato non è minimamente nelle condizioni di pagare. Il risarcimento è più morale che concreto.
"È stata accolta la ricostruzione in fatto e diritto fatta dal collega Rastrelli – ha commentato il procuratore di Macerata Giovanni Narbone –. L’unica difformità è sulle attenuanti generiche, il pm aveva ben esposto le ragioni per cui aveva chiesto di non concederle, ma leggeremo le motivazioni. C’erano sicuramente degli spunti suggeriti dalla difesa che potevano portare a una valutazione diversa. In ogni caso, è stata irrogata la pena massima con le attenuanti, e la sentenza è il primo punto che viene messo a questa drammatica vicenda. L’ufficio ha svolto il suo compito".
"Prima che fosse letta la sentenza, avevo detto a Filippo che rischiava l’ergastolo. Ma per lui l’ergastolo sono 30 anni, così quando ha sentito 24 anni ha detto che aveva avuto solo sei anni di sconto. Ma lui è così", ha detto l’avvocato Roberta Bizzarri, difensore del 33enne campano. "Non mi aspettavo questa sentenza – ha aggiunto –, ma penso che l’aspetto psichiatrico possa aver pesato". Come la procura, anche il difensore rinvia alla lettura delle motivazioni un eventuale ricorso in appello. L’avvocato Bizzarri aveva chiesto anche il trasferimento di Ferlazzo in una Rems, una struttura di cura oltre che di espiazione, come suggerito dal perito al termine delle sue valutazioni sull’imputato. Ma la corte ha respinto la richiesta.
Deluso si è detto invece il vice capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia Alfredo Antoniozzi, che ha sempre seguito la vicenda. "Ci attendevamo la massima pena o perlomeno trent’anni. Le perizie psichiatriche avevano escluso che Ferlazzo fosse incapace di intendere. Seppure la corte non avesse voluto dare l’ergastolo, sembra una pena mite in relazione alla ferocia dell’omicidio. Ferlazzo non è un matto: deve usufruire di tutti i diritti che gli spettano in carcere, ma avere una pena commisurata ai reati e 24 anni con tutto il rispetto sembrano pochi".