Civitanova Marche (Macerata), 13 agosto 2024 – “Nei referti firmati dai medici del pronto soccorso non vengono riscontrati segni di violenza”. Così l’avvocato Domenico Biasco, difensore di Aimane Ghazi, il 25enne di origini marocchine fermato dai carabinieri con l’accusa di violenza sessuale pluriaggravata ai danni di una quattordicenne dell’Anconetano. Ieri mattina il giovane si è collegato dal carcere di Pesaro con il tribunale di Macerata per l’udienza chiesta dal sostituto procuratore Stefania Ciccioli, al termine della quale il fermo è stato convalidato.
Il giovane ha parlato, fornendo una versione completamente diversa, rispetto a quella della ragazzina, su quanto accaduto a Civitanova nella notte tra mercoledì e giovedì, all’uscita da un locale del lungomare sud. Ghazi ha negato la violenza sessuale. “Dovrò formalizzare delle richieste istruttorie per accertare alcune circostanze che potrebbero dipanare l’intricata vicenda – dice l’avvocato Biasco – ma per prima cosa, dai referti sanitari firmati dai medici del pronto soccorso non vengono riscontrati segni di violenza. Non ci sono lesioni, da quanto emerge dalla visita ginecologica svolta poche ore dopo l’accaduto. È un aspetto che va approfondito”.
Stando al racconto della presunta vittima, il 25enne avrebbe preteso un rapporto sessuale come “pagamento” per la cocaina che le aveva offerto poco prima. E al rifiuto da parte della ragazza, Ghazi avrebbe reagito minacciandola di morte e colpendola con dei pugni su tutto il corpo. Oltre a due lividi al braccio, sarebbero state riscontrate escoriazioni, sulle ginocchia, sulle quali era appoggiata la 14enne nel corso dell’atto sessuale.
“Ci sono divergenze nelle versioni fornite dalle due ragazzine in merito al momento clou della presunta violenza”, ha continuato l’avvocato Biasco. Le due amiche, infatti, si sarebbero scambiate anche dei messaggi e in uno la 14enne – che aveva bevuto, secondo quanto è emerso nel corso dalla ricostruzione di quella notte da incubo –, avrebbe chiesto all’amica di aspettarla mentre era con il marocchino, con il quale si era allontanata in un punto isolato. Inizialmente sembrava serena, poi no. “Lei non era molto lontana da me – avrebbe riferito l’amica sedicenne – Se alzavo la voce ci potevamo anche sentire”. “Ci sono circostanze determinanti da approfondire”, conclude l’avvocato Biasco. In attesa di ulteriori accertamenti, al termine dell’udienza il giudice per le indagini preliminari Giovanni Manzoni ha convalidato il fermo e ha disposto per il 25enne la misura cautelare. Ghazi, dunque, resta in carcere.