Civitanova, 27 febbraio 2016 – Diego Marazzi, sottufficiale della Marina militare, in servizio alla Capitaneria di Porto di San Benedetto, è morto giovedì all’ospedale Torrette di Ancona. Avrebbe compiuto 38 anni il 31 maggio. I medici sospettano possa trattarsi di encefalite acuta, un’infiammazione virale estremamente aggressiva, che ha avuto il sopravvento su un fisico pur robusto e forte. Sarà il responso dell’autopsia, eseguita ieri, a chiarire il motivo.
Una morte inspiegabile e assurda cui stentano a credere familiari, amici e quanti lo conoscevano e ne apprezzavano le doti umane e professionali. Il funerale sarà celebrato oggi alle 15, nella chiesa di San Paolo, a Civitanova Alta, dove Marazzi si era trasferito dopo il matrimonio e dove condivideva la vita con la moglie Daniela Castignani e le figlie, Matilde di due anni ed Elena di appena un mese. A rendere onore alla salma, che giungerà in mattinata da Ancona, un picchetto della Marineria di San Benedetto alle 12 in chiesa.
Tutto si è consumato nello spazio di due settimane. Venerdì 13 febbraio, il 38enne aveva come sempre prestato servizio in Capitaneria, e al termine del turno, aveva preso l’auto per tornare a casa. Qualcosa, però, non andava. Sentiva un formicolio al braccio e alla gamba destra, la testa era pesante. Forse stanchezza, probabilmente non ha pensato ad altro. Giunto a casa il malessere ha continuato, anzi si è fatto più insistente. Verso le 23, l’uomo decide di ricorrere ai medici per un controllo più accurato. Non se la sente però di prendere l’auto, la moglie era impegnata con le bambine ed allora ha chiesto l’aiuto del padre perché lo accompagnasse al pronto soccorso.
Il medico di turno capisce che la situazione è seria. Ipotizza subito un’ischemia o un ictus, gli presta d’urgenza le prime cure, quindi prescrive una Tac per poi disporre, visto che la situazione non accennava a migliorare, il trasferimento d’urgenza ad Ancona.
Marazzi arriva in pessime condizioni, quasi in stato di coma. I sanitari lo sottopongono a una serie di analisi, si procede al prelievo del midollo osseo e si ordina la risonanza magnetica che rivela la presenza di una massa scura nella parte destra del cervello. Lunedì mattina il coma è irreversibile. Gradualmente il giovane perde anche la capacità respiratoria autonoma e si sopperisce con una macchina. Giovedì l’encefalogramma risulta piatto. Nel pomeriggio, il decesso.
Si è consumata così la vita del sergente, giovane stimato ed apprezzato dall’intero Corpo della Marina. A farne testo, oltre al picchetto d’onore di stamane, la visita, sabato scorso, dell’ammiraglio Vincenzo Melone, comandante generale della Marina militare, e quella di altre importanti autorità. «A Torrette ha avuto un’assistenza straordinaria – dice il padre Giorgio, ferroviere in pensione –. Al capezzale è stato un continuo avvicendarsi di medici e un susseguirsi di cure e attenzioni, purtroppo non è servito a nulla».