Civitanova Marche, 4 agosto 2022 – Ci sarebbe un altro video in cui si vede avrebbe ripreso l'inizio dell'approccio fra Alika Ogorchukwu e il suo assassino Filippo Ferlazzo, 32enne di Salerno, mentre si trovava in compagnia della fidanzata a Civitanova Marche alla quale il 39enne venditore ambulante aveva chiesto l'elemosina prima di essere aggredito brutalmente il 29 luglio.
Non immagini amatoriali ma del sistema di video sorveglianza nel centro cittadino dove venerdì scorso è stato ucciso Alika. Il filmato dovrà con ogni probabilità essere acquisito dalla Procura di Macerata. "Potrebbe aver ripreso tutta la scena - spiega l'avvocatessa Roberta Bizzarri, legale di Ferlazzo - da una angolatura diversa da quella che è già circolata". Le immagini potrebbero chiarire che cosa sia accaduto quando il venditore ambulante si è avvicinato alla fidanzata di Filippo per chiedere del denaro. La donna ha dichiarato alla Squadra mobile di Macerata che il nigeriano l'aveva strattonata ma alcuni testimoni avrebbero detto che non c'era stato nessun contatto fisico. Proprio il contatto fisico avrebbe scatenato la reazione di Ferlazzo che ha raggiunto Alika e gli ha strappato di mano la stampella con cui camminava perché claudicante a causa di un incidente stradale, per colpirlo e atterrarlo iniziando in un corpo a corpo a cui è seguita la morte. In attesa del nuovo video l'avvocato Bizzarri oggi ha depositato una istanza in Procura per conto della mamma del suo assistito e della fidanzata che chiedono di poter fare visita in tempi brevi a Ferlazzo, nel carcere di Montacuto (Ancona) con l'accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e rapina.
La rabbia di Charity, moglie di Alika
“Non dormo più, non lasciatemi sola”. Questo l’appello, lanciato attraverso l’Ansa, di Charity Oriakhi, la moglie di Alika. Charity è una donna distrutta che non si rassegna alla morte di suo marito e come un mantra ripete: “Voglio giustizia”.
“Non dormo dal giorno in cui Alika è stato ucciso, mio figlio Emmanuel non si dà pace e chiede sempre di papà”, racconta con un filo di voce. Alza il tono quando deve sottolineare che “quel Filippo non è matto, è sano e ha voluto uccidere mio marito”.
La raccolta fondi
Intanto, sono iniziate le prime mobilitazioni: Il Comune di San Severino Marche ha aperto un conto corrente nel quale chiunque potrà fare una donazione in denaro per aiutare la famiglia di Alika.
“Stavano arrivando diverse richieste di cittadini che ci chiedevano come poter aiutare i familiari - spiega Rosa Piermattei, sindaca di San Severino, dove Alika viveva con moglie e figlio di otto anni - per questo abbiamo pensato di aprire un conto gestito in maniera trasparente. Il denaro che arriverà servirà alle spese quotidiane che la moglie si troverà ad affrontare, dall'affitto di casa alle bollette. Il denaro sarà gestito dal Comune - aggiunge - esclusivamente per il mantenimento del nucleo familiare fino a quando il figlio sarà minorenne e fino a quando la moglie non diventerà autonoma a livello economico. Con il denaro la donna potrà anche prendere la patente e poi utilizzare le donazioni anche per l'acquisto di una auto se lo vorrà”. Il conto, su cui è possibile fare un bonifico con causale aiuto per Alika, è attivo da due giorni con iban IT36W0306969150100000046015.
Ma non solo: il Comune di Civitanova Marche ha stanziato 15mila euro (in convenzione con i servizi sociali di San Severino) che serviranno a pagare le spese del funerale del nigeriano ucciso e a dare un primo contributo economico al sostentamento della vedova Charity e del bambino.
La manifestazione di sabato
Non solo aiuti economici: La comunità nigeriana delle Marche ha organizzato per sabato 6 alle 14 una manifestazione con inizio allo Stadio Comunale e conclusione in piazza XX Settembre.
“Sarà una mobilitazione dal significativo titolo 'Tutti abbiamo il diritto di essere vivi’, chiamando a raccolta tutte le realtà locali e le persone che non hanno perso la capacità di indignarsi e che non si riconoscono nel clima di odio verso chi, troppo spesso, viene descritto come una minaccia ai nostri privilegi, solo perché nato altrove o perché povero”, spiegano gli attivisti di Amnesty International Marche che saranno presenti alla manifestazione, “senza simboli e bandiere come richiesto dagli organizzatori, per testimoniare alla famiglia di Alika Ogorchukwu forte vicinanza e la promessa di continuità nell'impegno contro l'odio, la discriminazione ed il razzismo”.
“Siamo certi - ha dichiarato Fabio Burattini, responsabile di Amnesty international Marche - che la sicurezza richiesta dai cittadini, marchigiani e non, si ottenga riconoscendo appieno, e non riducendo, a chi ora è invisibile e vulnerabile, i diritti sanciti per ogni persona dalla Dichiarazione universale dei diritti umani. Ci saremo perché riteniamo urgente un mutamento radicale nel linguaggio pubblico, nei discorsi politici, nella rappresentazione mediatica dell'immigrazione, in Italia e nel mondo”.
Fiaccolata in piazza per Alika
Il sindaco di Civitanova: "Momento delicato, no alle strumentalizzazioni"
A parlare della manifestazione è anche il sindaco di Civitanova Fabrizio Ciarapica, che ha affrontato l’argomento oggi alla conferenza dei capigruppo consiliari, riunita proprio in vista del corteo: “In considerazione della delicatezza del momento che la nostra comunità sta attraversando la politica vuole porre la massima attenzione affinché non emergano strumentalizzazioni di alcun tipo legate al tragico fatto del 29 luglio. Le autorità competenti stanno lavorando per programmare lo svolgimento in sicurezza del corteo di solidarietà, che nasce per essere un momento di lutto e condivisione, di pace e vicinanza alla comunità nigeriana, per essere espressione dei valori di tolleranza e di pacifica convivenza''.
“Quanto accaduto ci insegni il valore dell'essere 'per', l'importanza dell'esserci per l'altro. Per questo, insieme a tutte le forze politiche di maggioranza e di minoranza abbiamo concordato anche di avviare un programma di lavori con momenti formativi contro ogni violenza da condividere nelle scuole e nelle famiglie. Non agiamo solo in vista di ora, ma pensiamo agli anni futuri".
Intanto, le esequie di Alika non sono state ancora fissate perché si attende l'arrivo dei familiari più stretti dalla Nigeria. L'ambulante aveva otto fratelli. Sarà tumulato a San Severino.