Civitanova Marche, 10 ottobre 2024 – È una donna sola Charity Oriakhi, con un bambino di 11 anni. E ora dovrò anche trovare un’altra casa, perché a San Severino ha avuto lo sfratto. Al processo per l’uccisione di suo marito, Alika Ogorchukwu, la vedova si è costituita parte civile. "Charity è una donna religiosa e devota e sapeva che Dio sarebbe stato con lei anche in questo momento così difficile" ha detto il suo legale, l’avvocato Francesco Mantella, dopo la sentenza pronunciata ieri dalla Corte d’assise d’appello di Ancona, che ha confermato la condanna a 24 anni per Ferlazzo.
Per Charity la sentenza arriva in un momento difficile. "Ora – prosegue l’avvocato Mantella – spera di trovare un aiuto per ricominciare una vita dignitosa. È una vedova sola, con un bambino di 11 anni da mantenere. Pur avendo cercato di fare il possibile, con i soldi rimasti, a San Severino ha avuto lo sfratto e ora lei vuole andarsene da lì, anche perché il Comune, oltre a gestire le somme raccolte a Civitanova, non ha fatto nulla per lei. Stiamo cercando un’abitazione a Tolentino. Ma ha bisogno di un lavoro, di qualcuno che la aiuti. È sola con le sue difficoltà ad andare avanti". Da definire il discorso del risarcimento, considerando anche le condizioni di Ferlazzo. "Aspettiamo il procedimento per il risarcimento che lo Stato prevede in casi come questi – aggiunge l’avvocato Mantella –. Suo marito era necessario per il mantenimento economico, quanto meno per la sopravvivenza della famiglia. Questo le è venuto a mancare. E ora lei cerca un aiuto per andare avanti e vivere in maniera dignitosa con il bambino" ha concluso. Qualche giorno dopo la mortale aggressione avvenuta in corso Umberto I, era stata avviata una campagna di raccolta fondi a beneficio di Charity Oriakhi e del figlio, rimasto improvvisamente orfano del padre.