CHIARA MARINELLI
Cronaca

Omicidio di Alika a Civitanova, niente sconti per Ferlazzo: confermati 24 anni in appello

Per la difesa si trattava di omicidio preterintenzionale, ma la corte ha confermato la sentenza di primo grado. Chiesta la revoca della custodia cautelare in carcere, viste le condizioni psichiche del salernitano

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Civitanova, 10 ottobre 2024 – Omicidio di Alika: confermata in appello la condanna a 24 anni per Filippo Ferlazzo, il 34enne originario di Salerno che aveva aggredito, buttato a terra e soffocato l’ambulante nigeriano, uccidendolo a mani nude. Ieri pomeriggio, in tribunale ad Ancona, è arrivata la sentenza di secondo grado per l’omicidio di Alika Ogorchukwu, l’ambulante nigeriano di 39 anni ucciso brutalmente in mezzo alla strada il 29 luglio del 2022, lungo corso Umberto I, in pieno centro a Civitanova.

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L’ambulante, che era solito girare con una stampella, aveva chiesto qualche soldo a Ferlazzo e aveva toccato il braccio alla compagna del salernitano che si trovava con lui. Da qui la reazione violenta di Ferlazzo, che aveva ucciso il nigeriano, dopo averlo buttato per terra ed essergli salito sopra, a cavalcioni, immobilizzandolo. Il tutto era avvenuto sotto gli occhi dei passanti, alcuni dei quali avevano filmato con i telefonini la scena dell’aggressione e della morte del nigeriano.

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Immagini che avevano portato Civitanova alla ribalta delle cronache nazionali e internazionali. Anche in primo grado, nel processo che si era tenuto al tribunale di Macerata per omicidio volontario aggravato, Ferlazzo era stato condannato a 24 anni. Il suo avvocato, Roberta Bizzarri, aveva fatto ricorso, sostenendo che si trattasse di omicidio preterintenzionale, con l’esclusione dei futili motivi. Ieri alle 13.30 è cominciata l’udienza in tribunale ad Ancona. A sostenere l’accusa era presente il procuratore generale Roberto Rossi, che ha chiesto la conferma della sentenza di primo grado, mentre il presidente della corte era il giudice Giovanni Trerè. Dopo un paio di ore di camera di consiglio è arrivata la decisione, con la conferma della condanna a 24 anni per Ferlazzo.

A giorni verrà presa una decisione in merito all’istanza, avanzata dalla difesa di Ferlazzo, di revoca della custodia cautelare in carcere viste le condizioni psichiche dell’uomo. Al processo si è costituita parte civile la moglie di Alika Ogorchukwu, la signora Charity, insieme ad altri familiari del nigeriano, assistita dall’avvocato Francesco Mantella. “In tragedie come questa non vince nessuno – ha commentato il legale Mantella –, ma sono soddisfatto per la decisione presa dalla Corte di assise d’appello che ha confermato quello che noi avevamo offerto alla valutazione del giudice e non ha ritenuto di seguire la linea della difesa. La pena di 24 anni era una decisione che teneva conto della condizione del ragazzo. Umanamente posso dire che è stata valutata una persona che aveva accumulato tante situazioni difficili nella vita – conclude l’avvocato Mantella –. Ma ricordiamo anche che un uomo è stato ammazzato, come tutto il mondo ha visto”.