Civitanova, 31 luglio 2022 - La famiglia di Alika Ogorchukwu non si dà pace. L'assassinio dell'ambulante in diretta social, la follia omicida scattata in pieno centro sotto gli occhi dei molti, troppi, che non sono intervenuti, la perdita di una persona cara senza un perché accettabile: c'è molto da sopportare. E ora anche le scuse dell'assassino. "Le scuse di Ferlazzo non bastano - dicono i parenti di Alika parlando con l'avvocato Francesco Mantella - ora serve solo giustizia e non vendetta. È difficile riuscire a comprendere quello che è successo".
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Il braccio sfiorato ed è scattata la follia
Il legale mette sul piatto un altro aspetto della vicenda: "Se c'è un risvolto psichiatrico che si inserisce nelle cause dell'omicidio di Alika, serve riflettere - dice Mantella - se Ferlazzo aveva un amministratore di sostegno, pare fosse la madre, perché questi non era vigilato? Bisognerà avviare una serie di verifiche". Poi l'assicurazione: "Abbiamo piena fiducia nell'operato della Procura di Macerata", aggiunge il legale.
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La ragazza di Ferlazzo: mi spiace
"Mi dispiace per tutto. Sono in stato di choc", ha detto al Tg1 la ragazza di Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo. Il telegiornale di Rai ha ricordato poi che agli investigatori la donna ha spiegato che al momento dell'aggressione fatale si era allontanata. "Quando Filippo è tornato indietro era sporco di sangue".
La comunità nigeriana
"Se fossero stati due italiani le cose sarebbero andate diversamente, qualcuno sarebbe intervenuto", accusa il vice segretario nazionale dell'associazione dei nigeriani in Italia Patrick Guobadia, che parla a proposito della mancata reazione di chi ha assistito all'aggressione da parte di Filippo Ferlazzi ai danni dell'ambulante nigeriano Alika Ogorchuk, morto in strada a Civitanova Marche . "Mi hanno detto che a Civitanova si vive bene - spiega - ma il problema è che in Italia il clima è peggiorato nei confronti dei migranti da qualche anno a questa parte".
Parte la gara di solidarietà
"La famiglia di Alika non è sola. Ci prenderemo cura di sua moglie e di suo figlio", assicura Fabrizio Ciarapica, sindaco di Civitanova Marche chiedendo con fermezza che venga fatta giustizia quanto prima, per la famiglia di Alika e per una intera città che non può che essere sgomenta per quanto accaduto. "Quando ho abbracciato Charity, moglie di Alika in piazza, ho sentito tutto il suo dolore, la sua disperazione e ho promesso a lei e a tutta la comunità nigeriana che non sarebbe rimasta sola. Così questa mattina, alle 8.30 ho riunito la giunta insieme a tutti i dirigenti ed al segretario comunale per confermare gli impegni presi". "Per prima cosa abbiamo istituito un fondo di 15mila euro a sostegno della famiglia per consentirle di gestire nell'immediato il sostentamento e le spese per il funerale", ha spiegato il primo cittadino, "collaboreremo in sinergia con il comune di San Severino, città di residenza della famiglia di Alika, affinché possa essere garantito un aiuto e un sostegno prolungato nel tempo".
Il sindaco specifica: "Sarà aperto un conto corrente dedicato dove chiunque potrà inviare le proprie offerte per sostenere la famiglia". La stessa Cahrity Oriakhy ha autorizzato il legaleFrancesco Mantella, a divulgare le coordinate bancarie per le donazioni: IT 85 N 02008 69201 000106469918 intestato a Oriakhi Charity, la banca è UniCredit di Tolentino.
Dal canto suo l'imprenditore civitanovese Germano Ercoli, titolare del gruppo calzaturiero Eurosuole, annuncia che donerà 10 mila euro alla famiglia di Alika Ogorchukwu.
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