Civitanova Marche, 2 ottobre 2024 – “L’economia di una città non viaggia sulle due ruote”. L’associazione di commercianti e balneari Viviamo Civitanova ‘sgonfia’ il Biciplan, di cui si discuterà stasera in aula consiliare in seguito all’interrogazione di Elisabetta Giorgini (Dipende da noi). Investire su più piste ciclabili per l’associazione “è una visione distorta e feudale che potrebbe mettere definitivamente in difficoltà molte categorie”. La convinzione è che “con l’aumento delle ciclabili e la pressione della Fiab sull’attuazione del Biciplan sarà più difficile trovare un parcheggio. È così che si moltiplicano i comportamenti incivili delle auto, furgoni e moto che portano a un eccesso di multe, trasformando in un costo reale l’uso della auto per lavoro o svago. In più, sui marciapiedi di corso Umberto, monopattini elettrici e bici ostacolano i pedoni, specie i disabili senza un controllo effettivo. Basta con questa assurda politica punitiva nei confronti degli automobilisti”.
Fanno l’esempio del lungomare nord “che con i suoi 250 parcheggi sottratti dalla ciclabile ha visto frantumarsi un equilibrio turistico ed economico venuto a formarsi con decine di anni ed è triste vedere le difficoltà di stabilimenti e ristoranti in quel tratto di spiaggia dopo le 21”. Una ribellione alle due ruote rafforzata dalla convinzione che “l’inquinamento dell’aria è anche causato dalla necessità di impiegare sempre più tempo per cercare un parcheggio”.
Viviamo Civitanova, con presidente Manola Gironacci (ex assessore al turismo) ne ha per tutte le amministrazioni: “Se tutte quelle che si sono succedute non avesse solo soppresso i parcheggi, per la riqualificazione del borgo e le piste ciclabili, ma avessero preso in considerazione anche il rifacimento di nuovi spazi sposta, forse oggi si sarebbe potuto realizzare il Biciplan”. E allora “subito uno studio a 360 gradi su viabilità e parcheggi in quantità necessaria per residenti e turismo, oltre alla forza lavoro” perché le ciclabili “tolgono spazi alle aree di sosta e creano troppe difficoltà ad automobilisti e all’economia del centro, a fronte di uno sport che si può fare in zone verdi e fuori dai centri abitati. Quindi ciclabili sì, ma con equilibrio e buonsenso perché bene voler dare alle future generazioni una città senza smog, ma anche un bambino capisce che una bicicletta non può sostituire un’auto. Si sta rovinando un equilibrio economico e ambientale delicatissimo”.