Civitanova, 27 settembre 2023 - Alika è diventato uno dei simboli, suo malgrado, di una società sempre più violenta e indifferente. Fu ucciso il 29 luglio del 2022 a Civitanova, davanti agli occhi dei passanti inermi. Ma chi era Alika? Ripercorriamo la tragica vicenda. Oggi il suo assassino, Filippo Ferlazzo, è stato condannato a 24 anni di carcere.
Chi era Alika
Alika Ogorchukwu è il 39enne ambulante nigeriano ammazzato il 29 luglio 2022, lungo corso Umberto I a Civitanova Marche: in pieno centro, in pieno giorno. Una vicenda che sconvolse profondamente non solo la comunità civitanovese, ma tutta Italia, appunto per la brutalità e l'assurdità di una morte così. Alika era un ambulante che viveva da 10 anni in Italia, sposato con la moglie Charity Oriachi, che non ha mai smesso di lottare per chiedere giustizia per suo marito, e con un figlio di 9 anni (8 all'epoca dei fatti), Emmanuel, che frequenta la scuola a San Severino, dove la famiglia abita.
Chi è il killer di Alika, Filippo Ferlazzo
Ad ucciderlo l’operaio 33enne di origini salernitane Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo. L'uomo è affetto da problemi psichiatrici: è bipolare e borderline . Era già da tempo sottoposto ad amministrazione di sostegno. L’amministratrice è la madre che però vive a Salerno. A Civitanova era arrivato da pochi mesi e conviveva con la compagna, aveva anche trovato lavoro in una fonderia. Per Ferlazzo - che secondo due perizie psichiatriche è capace di intendere e di volere - il sostituto procuratore Claudio Rastrelli aveva chiesto l'ergastolo per omicidio aggravato da futili motivi, senza nessuna attenuante generica per disturbo della personalità.
Ucciso a mani nude
Ferlazzo rincorse Alika, per poi braccarlo e strappargli la stampella con cui lo picchiò selvaggiamente. Fino ad atterrarlo e schiacciarlo con il suo peso. L'assassino continuò a colpirlo con schiaffi e pugni, uccidendolo a mani nude. Così riportava la ricostruzione ufficiale della polizia. Un'agonia durata circa quattro minuti, come emerse dalle registrazioni delle telecamere del Comune presenti sulla strada del delitto. Dopo il delitto Ferlazzo tentò la fuga con il telefono di Alika Ogorchukwu ma fu fermato pochi metri dopo dalla polizia, in una via poco distante dal corso.
Cosa scatenò la furia omicida
Con gli agenti l'assassino si giustificò sottolineando che Alika chiedeva con insistenza alla fidanzata l’elemosina, sfiorando anche il braccio di quest’ultima, circostanza poi confermata anche dalla 45enne compagna di Ferlazzo.
L'indifferenza dei passanti
Quello che lasciò sgomenti fu il comportamento di tantissimi 'testimoni' dell'omicidio, nessuno dei quali intervenne. Piuttosto filmarono l'aggressione con i loro smartphone.