di Luca Ravaglia
Correre contro il tempo, per tenere a bada gli avversari e soprattutto per smentire coi fatti le argomentazioni teoriche della carta di identità: Italo Sampaoli, sarsinate classe 1958, ha appena conquistato il 4° posto ai campionati nazionali di cross Fidal, fra gli Over 65.
Sampaoli, cominciamo dai complimenti.
"Li accetto volentieri, ma abbozzo. La verità è che sono rientrato dalla finale di Chieti con un po’ di rammarico: il percorso in salita e con tante curve non mi era troppo congeniale… Peccato, mi tengo i 4 chilometri percorsi in 16 minuti e 40 secondi e soprattutto il titolo di campione regionale che mi aveva permesso di giocarmi il titolo italiano".
Appuntamento all’anno prossimo?
"Perché no? Col passare del tempo miglioro… a questa età vado controcorrente e ho tutte le intenzioni di ottimizzare la situazione".
Quando ha iniziato a correre? "Tardi, a 40 anni, mi convinse mio suocero. La passione mi ha conquistato, permettendomi di godere dei tanti lati meravigliosi che offre questo sport".
Sentiamo.
"La qualità della vita. La differenza nelle giornate non la fa il denaro, ma gli interessi e le passioni che le animano. Poi correre aiuta a star bene, fisicamente e mentalmente".
Quanto si allena?
"Sono un ottico in pensione: sto ottimizzando i tempi per non rinunciare a niente e ho deciso di aumentare i giorni e ridurre gli orari".
A cos’altro non rinuncia?
"Alla famiglia, prima di tutto. E’ il mio tesoro più prezioso".
Distanze preferite?
"Fino ai 10 chilometri sono molto competitivo. Arrivo anche ai 21, ma sulla mezza maratona riconosco che a livello regionale c’è chi se la cava meglio. Vorrei però provare ad aggiungere altre distanze, a partire per esempio dai 400, gli 800 e i 1.500. Sono un mondo diverso, è vero, ma mi affascinano".
Come organizza la preparazione?
"Faccio tutto da solo. Più per necessità che per scelta. Se ci fosse qualcuno disposto a seguirmi negli allenamenti sarei molto felice".
Intanto porta la bandiera di Sarsina in giro per l’Italia.
"Dalle mie parti mi conoscono tutti. Ricevo tanti complimenti e ovviamente ne sono orgoglioso. Non per vanità, ma perché so che arrivano da amici".
Corre coi colori del Gruppo sportivo Lamone di Russi.
"Per anni ero stato a Mercato Saraceno, poi il covid ha fermato tutto. Col Lamone ho disputato sette gare: ne ho vinte cinque, una volta sono arrivato secondo e poi c’è stato Chieti".
Quello che l’ha ‘reso famoso’. "A dire il vero no. Diventai ‘famoso’ anni fa in occasione di un 6.000 metri a Rimini. Ero primo quando due cani mi saltarono addosso buttandomi a terra. Un po’ malconcio riuscì a proseguire, chiudendo terzo. L’episodio finì sui giornali…".
Sul giornale c’è anche ora, con un quarto posto nazionale.
"Vediamo se si può far meglio…".