Entro la settimana prossima il centrodestra scioglierà le riserve e ufficializzerà il candidato sindaco per le comunali del 9 giugno 2024, l’antagonista di Enzo Lattuca a capo della coalizione di centrosinistra. I favori del pronostico ricadono da mesi su Marco Casali, elemento di spicco del partito, ex consigliere comunale ed ex capogruppo della coalizione di centrodestra Libera Cesena fino al 2019.
"Abbiamo vagliato molte più candidature di quelle che possiate pensare", si è lasciato sfuggire il coordinatore provinciale di FI Giuseppe Bettini alla presentazione del commissario cesenate Michele Pascarella e in effetti il tavolo del centrodestra, al lavoro da mesi, ha percorso diverse piste, con il pallino in mano a Fratelli d’Italia, partito leader della coalizione in base ai responsi delle politiche del 2022. Quella più battuta riguarda Andrea Sirotti Gaudenzi, civico, fratello del consigliere della Lega Enrico, che ha però declinato l’invito. In lista con Fratelli d’Italia alle comunali quasi certamente ci sarà Enrico Castagnoli, in uscita da Cambiamo, e anche al consigliere comunale cattolico che ottenne il primato di preferenze alle amministrative del 2019 con oltre 900 voti, sarebbe stato richiesta la disponibilità a scendere nell’agone sfidando Lattuca. Anche in questo caso la risposta non è stata affermativa, per varie ragioni.
Tra queste, il fatto che Castagnoli conta di poter avere in futuro altre possibilità più favorevoli di centrare l’obiettivo. Quella di Marco Casali – se come pare ormai certo sarà il candidato sindaco di centrodestra – non sarà tuttavia un ripiego, vista la caratura della persona e del politico, a cui non mancano la vis pugnandi e la capacità di leadership per fronteggiare Lattuca nella campagna elettorale.
Cesena Siamo Noi sta per scegliere il candidato sindaco tra Mario Picone, favorito e Marco Giangrandi, più vicini al centrodestra che al centrosinistra. Cesena Siamo Noi flirta con il capogruppo del M5S Claudio Capponcini, in rotta con Lattuca, ma i coordinatori regionali del M5S esigono un dialogo del movimento col Pd, finora assente.
Con l’addio di Castagnoli, le sorti di Cambiamo (che aveva proposto al centrodestra la candidatura della civica Francesca Amadori) dipenderanno anche dai movimenti di Luigi Di Placido, il più esperto tra i politici nell’area centrista, in cui c’è fermento e potrebbe scaturire un rassemblement.