LUCA RAVAGLIA
Politica

Cesena diventa co capoluogo di provincia: cosa cambia

L’annuncio del sindaco Enzo Lattuca: “Non scippiamo niente a Forlì. Di fatto è una ‘promozione sul campo’ del nostro territorio”

Cesena, 30 gennaio 2024 – Da oggi Cesena è co-capoluogo di provincia. Lo ha annunciato in tarda mattinata il sindaco Enzo Lattuca che, insieme alla giunta riunita nella Sala degli Specchi di Palazzo Albornoz, ha mostrato il testo del decreto legge numero 7 del 29 gennaio 2024 pubblicato in Gazzetta Ufficiale e che, nell’ambito delle disposizioni legate all’imminente election day’ dell’8 e 9 giugno, legate per esempio anche ai vincoli di mandato dei sindaci dei Comuni di piccole e medie dimensioni, stabilisce pure che da ora in avanti, le province con doppio nome (come Forlì-Cesena, ma anche Pesaro-Urbino e Massa-Carrara) avranno due co capoluoghi, della stessa rilevanza.

Il sindaco di Cesena e la sua giunta annunciano che Cesena è diventata co capoluogo di provincia (Foto Ravaglia)
Il sindaco di Cesena e la sua giunta annunciano che Cesena è diventata co capoluogo di provincia (Foto Ravaglia)

“Non scippiamo niente a nessuno – ha commentato Lattuca – perché questa decisione non avrà ripercussioni su Forlì, ma credo che si tratti di una ‘promozione sul campo’ per il nostro territorio e i nostri cittadini, ai quali dedichiamo questo risultato. Penso al modo in cui ci siamo risollevati dall’alluvione e non solo. Siamo sempre stati attenti alle esigenze del territorio, pronti a dare una mano anche al di fuori dei confini comunali. E continueremo a farlo, perché questo nuovo titolo, che è tutt’altro che solo formale, porta con sé, oltre agli onori, anche gli oneri di essere sempre più un punto di riferimento”.

Il principale vantaggio citato dal primo cittadino è legato alla possibilità di accedere anche a bandi e finanziamenti che fino ad ora erano preclusi: “Restando agli anni del Pnrr, se fossimo già stati capoluogo, avremmo potuto contare su almeno una dozzina di milioni di euro in più di sostegni per la città.

Li avremmo utilizzati per esempio per riqualificare più velocemente l’area della stazione ferroviaria. E se invece fossimo stati capoluogo fin da subito, dal 1992, quando Rimini diventò provincia, staccandosi da Forlì e Cesena, con ogni probabilità in città oggi ci sarebbe ancora il tribunale”.

Ci saranno conseguenze su vari aspetti, a partire da quelli strettamente amministrativi, particolarmente attuali con le elezioni comunali in vista: “I consiglieri passeranno da 24 a 32 e in quest’ottica dunque verranno modificati anche i criteri legati alla composizione delle liste elettorali: i nomi inseriti non devono essere infatti essere inferiori ai due terzi dei seggi disponibili”. Non ci sono invece disposizioni esplicite che riguardano eventuali potenziamenti degli organici delle forze dell’ordine (la questura, così come la prefettura, resterà unica, con sede a Forlì) anche se l’auspico dell’amministrazione comunale cesenate, anche in vista dell’ormai imminente apertura della nuova caserma dei carabinieri e dei lavori che riguarderanno la futura sede del commissariato di polizia, è che dal Ministero dell’Interno possano arrivare interventi di rafforzamento nel numero di donne e uomini in divisa chiamati a presidiare la città.

“Non ci saranno invece aumenti degli indennizzi corrisposti agli amministratori – ha chiarito Lattuca – che restano fermi a quelli attuali”.

L’ultima nota è di valore didattico, prima di tutto per i libri di scuola: alla domanda dell’insegnante di geografia, la risposta resterà la stessa: le province dell’Emilia Romagna sono nove.

Perché Forlì-Cesena è ancora una provincia unica. Con due capoluoghi.