Cesena, 13 marzo 2022 - E’ un rebus senza soluzione la ricerca di una tariffa conveniente per fare rifornimento di carburante: i prezzi dei distributori aumentano da un giorno all’altro, apparentemente senza alcun criterio, e gli automobilisti sono costretti a estenuanti (e costose) peregrinazioni per cercare di risparmiare qualche euro. Rispetto a un anno fa il prezzo della benzina è aumentato del 30% circa, quello del gasolio ancora di più: da pochissimi giorni si assiste a un fenomeno impensabile: il prezzo alla pompa del gasolio, da sempre più conveniente rispetto a quello della benzina, lo ha superato, e non di poco. Pare che la motivazione sia l’aumento del costo degli additivi ormai indispensabili per far funzionare i motori diesel delle auto prodotte negli ultimi anni.
C’è chi parla apertamente di speculazione perché la guerra in Ucraina e le misure restrittive adottate nei confronti della Russia non giustificherebbero aumenti così vistosi: l’associazione di consumatori Codacons ha presentato esposti alle procure della Repubblica presso i tribunali di tutta la nostra regione chiedendo di aprire indagini per i reati di aggiotaggio e truffa.
In città sono sempre più rari i distributori in cui è possibile fare il pieno pagando benzina e gasolio meno di due euro al litro. Uno di questi è il Conad al centro commerciale Montefiore dove ieri entrambi i carburanti costavano 1,989 euro al litro, e quasi sempre ci sono molte auto in fila.
Anche per il Gpl (gas di petrolio liquefatto) i prezzi si sono impennati aumentando del 25% circa, oggi è praticamente impossibile trovarlo a meno di 0,850 euro al litro.
Il caso più eclatante è quello del metano per autotrazione, che fino a qualche settimana fa è sempre stato il carburante più economico e molti lo preferivano perché consentiva un risparmio del 30-40% rispetto alla benzina, il che faceva passare in secondo piano la ridotta autonomia, la scarsità dei distributori (che fino a qualche anno fa non erano presenti in autostrada) e il maggior tempo necessario per fare il rifornimento.
Da quando si è cominciato a sentire parlare di tagli alle forniture di gas metano da autotrazione, il prezzo è impazzito: per anni era rimasto fermo attorno a 0,850 euro al chilogrammo, improvvisamente è schizzato verso l’alto superando la quotazione di un euro. Ma non si è fermato, salendo rapidamente: un paio di giorni fa ha raggiunto il top a 2,998 euro a chilogrammo nei distributori Case Gentili, Villa Chiaviche e sull’E45 tra gli svincoli di Cesena Sud e San Vittore. E’ una quotazione quasi doppia di quella esposta da altri distributori: in quelli a marchio Acton sulla Secante e in via Torino il prezzo è di 1,699 euro, all’Enercoop di via Torino il prezzo del gas metano compresso è di 1,899 euro al chilogrammo, mentre del gas metano liquido, utilizzato da camion di ultima generazione, è di 2,399 euro al chilogrammo.
A Gambettola, dove quasi sempre il prezzo è più conveniente, il costo del metano è di 1,650 euro al chilogrammo, mentre nei due distributori di Cesenatico i prezzi sono di 1,899 e 1,969 euro al chilogrammo.
Le fortissime differenze dei prezzi del metano al distributore (tra il prezzo minimo e quello massimo il divario è dell’80%) è causata dai contratti che legano i singoli distributori ai fornitori: si tratta quasi sempre di contratti a tempo determinato con prezzo fisso, per cui se la scadenza è in questo periodo il rincaro al rinnovo è enorme.
Tutti dicono che non ci saranno carenze nelle forniture del metano per molti mesi, ma la psicosi unita alle preoccupazioni per la politica della Russia (dalla quale l’Italia importa circa il 40% del fabbisogno totale) fanno schizzare i prezzi verso l’alto. e a pagare sono sempre i consumatori, sempre più schiacciati fra l’aumento delle bollette per i consumi domestici e quelli dei carburanti..